9 gennaio 2013

L'incredibile Hulk

Un grossissimo punto interrogativo aleggia attorno a questa pellicola, che ha diviso in maniera netta i fan del gigante verde, ma che ha comunque deluso una grossa fetta del pubblico Marveliano, facendo apparire Hulk come uno dei più difficili personaggi dei fumetti da portare sul grande schermo. Già Ang Lee aveva diviso critica e pubblico con il suo precedente capitolo, ma ora Louis Leterrier lo fa in maniera più evidente e diretta. Chi ama le storie coerenti e un pizzico di originalità rimarrà terribilmente deluso, soprattutto a causa dell'ottimo cast presente nel film capitanato da Edward Norton nei panni del dottor Bruce Banner, affiancato da Liv Tyler in quelli dell'amore impossibile Betty Ross e ostacolato da un terribile Tim Roth che interpreta la controparte umana del villain Abominio. Gli effetti speciali sono ottimi e la CGI rende giustizia ai protagonisti usciti dal fumetto, in particolare un Hulk finalmente interessante e per nulla gommoso. Interessanti le numerose citazioni, come i pantaloni viola, il cammeo di Lou Ferrigno, quello immancabile di Stan Lee, la definitiva frase "Hulk spacca" e il battito di mani del gigante per spegnere l'incendio. Ma le bellezze finiscono qui.
Il montaggio a sei mani di John Wright, Rick Shaine e Vincent Tabaillon è qualcosa che più classico non si può, per un action movie americano e, sebbene Leterrier tenti di giocare con le luci durante la prima comparsa Hulk, non c'è niente di particolarmente sospettoso, poiché l'icona del personaggio è ben nota da tutti e la fotografia di Peter Menzies Jr. risulta trascurabile oltre che poco originale. Le musiche di Craig Armstrong, poi, cercano continuamente di donare al film un senso epico che non riesce a penetrare all'interno della storia, perché non c'è niente di epico nella tragica storia di un uomo condannato per l'eternità ad isolarsi dal resto del mondo e a non avvicinarsi alla donna che ama. Si sarebbe potuto analizzare molto di più la componente drammatica del film, ma lo sceneggiatore Zak Penn (autore dello script di Elektra e di X-Men: Conflitto Finale, oltre che del dimenticato Inspector Gadget) decide di impregnare il film di momenti piatti, scontati e più ridicoli che tragici, resi ancora più surreali da un'accozzaglia di dialoghi superflui, già sentiti e banalissimi. Le ottime interpretazioni di un cast di punta come quello che abbiamo citato poco fa vengono spesso affossate da ciò che questi personaggi sono costretti a dire e, soprattutto, da un mancato approfondimento delle loro personalità. Tim Roth è il cattivo cattivo, Liv Tyler è la classica damigella in difficoltà e Bruce Banner è l'eroe dannato per antonomasia, che non ci offre nulla di più rispetto a quello che abbiamo già visto non solo nel precedente film, ma in tutte le altre numerose rivisitazioni cinematografiche e televisive a lui dedicate. Se però quello che cercate è del sano divertimento evasivo, L'incredibile Hulk è quello che fa per voi. La scena d'azione finale con i due mostri che se le danno di sante ragione divertirà tutti gli spettatori che non vogliono altro che botte alla W.W.E., automobili distrutte, città in fiamme e tutto quello che di più classico c'è in un film d'azione di questo genere. Sconsigliato a chi cerca l'approfondimento psicologico di un Hulk complessato e tormentato, consigliato a chi invece vuole solo che Hulk spacchi.


2 commenti:

  1. Anonimo. Quello di Lee poteva piacere o no, ma almeno gli andava riconosciuta un minimo di originalità.

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    1. ma poi guarda i precedenti lavori dello sceneggiatore... un nome, una garanzia

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