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24 agosto 2016

Captain America: Civil War

Bisogna ammetterlo: è da quando annunciarono il primo Avengers che gli appassionati di fumetti aspettano con ansia un adattamento cinematografico di una delle saghe che ha cambiato il concetto stesso di comic book, aprendo le porte a quei cambiamenti inaspettati che passano dallo SpiderMan afroamericano al Capitan America nazista, dal figlio di Batman al tragico Ultimatum dell'universo Ultimate. Tutti, quindi, me compreso, volevano vedere la maestosa Guerra Civile degli eroi marvelliani trasposta sul grande schermo. Ammetto che, col passare del tempo, con l'alzarsi della mia età anagrafica e l'abbassarsi della qualità dei prodotti di intrattenimento, questo desiderio è andato scemando, tuttavia non possiamo dire di no all'evento dell'anno, così eccoci qua a parlare di Captain America: Civil War, uno dei film più anonimi e bizzarri di questo 2016.

23 agosto 2016

Batman V Superman - Dawn of Justice


Voglio essere sincero con voi, sarà veramente faticoso descrivere tutto quello che ho provato nell'assistere a queste interminabili due ore e più di film per il quale, ad essere onesti, nutrivo già bassissime aspettative. Cosa lo guardi a fare? mi chiederete. È presto detto: con L'uomo d'acciaio provai un bizzarro piacere nel deridere la grossolana inefficacia della regia di Zack Snyder, per cui speravo di ritrovare la stessa gioia anche nella visione di questo prodotto. Ebbene, essa è tornata per poi spegnersi subito dopo la prima triste mezz'ora di carrellate caotiche e montaggio confusionario, quasi come se i film di Snyder si possano comprendere solo se utilizza i ralenti, in modo tale che la mente dello spettatore possa focalizzare punti cardine nella scena e non perdersi nei meandri delle inquadrature appiccicate tra di loro in maniera esageratamente serrata.

18 giugno 2015

Jurassic World

Durante tutta la visione di Jurassic World, il nuovo capitolo della popolare saga targata Universal, ha continuato a martellarmi in testa una frase detta nel primo capitolo di questa serie dal personaggio di Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum: erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare. Questo è in sostanza il mio pensiero sul nuovo film diretto da Colin Trevorrow, che potrebbe anche proporre riflessioni interessanti sulla tecnologia contemporanea e sull'intrattenimento odierno, ma che in sostanza ci fa ponderare solo su come si sia evoluto il blockbuster fino ai giorni nostri. Però per fare questo ci vorrebbe un bel paragone con l'originale Jurassic Park, e questo non è né il momento né il luogo adatto per fare analisi così minuziose, per cui limitiamoci a grattare la superficie e a riflettere sul perché il film di Trevorrow non riesce ad ingranare tutte le marce a sua disposizione.

17 maggio 2015

Il Racconto dei Racconti

Alzate la mano: in quanti non davano la benché minima fiducia all'ultima idea di Matteo Garrone? E invece il regista romano si dimostra l'unico degno depositario di quell'eredità fiabesca e antica che ricorda un'Italia dimenticata o addirittura sconosciuta. Sono i luoghi a farla da padrone, ne Il racconto dei racconti, fatica co-prodotta da Italia, Regno Unito e Francia e, dunque, obbligata ad un distacco geografico necessitato dall'universalità che i tre paesi vanno cercando, estrapolando i racconti scelti da Garrone dal contesto partenopeo ed inserendoli in uno linguisticamente più neutrale. Peccato, perché le fiabe raccolte dal libro di Giambattista Basile avrebbero avuto un sapore diverso, se recitate in dialetto napoletano, così come avrebbero avuto un'impatto diverso i personaggi principali, se Vincent Cassel e Salma Hayek (assieme agli altri volti noti, poiché non si può fare una grande produzione senza star) fossero stati sostituiti da qualche sconosciuto attore di teatro.

6 maggio 2015

Avengers: Age of Ultron

Un sensazionale piano sequenza che rimanda al precedente capitolo della saga introduce questo film, a significare che questa volta gli Avengers partono assemble per poi sgretolarsi man mano e ritrovarsi nuovamente in corso d'opera. Ma anche che Joss Whedon ricorda con nostalgia l'entusiasmo del primo film, come se dicesse: ecco, vedete questa roba qui? Scordatevela, perché le prossime due ore saranno tutto l'opposto! Mantiene la promessa, il vecchio Joss, e ci offre un prodotto incerto e confuso, caotico e poco goliardico, il quale sembra prendere spunto dal peggior cinema americano piuttosto che da quanto di buono ci sia stato nell'Universo Marvel finora. Avengers: Age of Ultron riporta in scena quindi il supergruppo marveliano per eccellenza, pronto a sconfiggere una nuova terribile minaccia per l'umanità: Ultron, un programma senziente che decide che l'unico modo per salvare la Terra è quello di distruggere la razza umana. Peccato però che a questo machiavellico antagonista non venga dato il giusto spazio intellettuale, il quale si limita ad una pseudo-malvagità fatta solo di parole, che però non trova un effettivo riscontro negli intenti del villain.

4 aprile 2015

Into the Woods

Chi se l'aspettava, da Rob Marshall, regista piuttosto anonimo e decisamente fuori posto dietro la macchina da presa sul set dell'ultimo Pirati dei Caraibi, uno dei film più interessanti di quest'ultimo periodo disneyano? Dopo la gentile e coraggiosa Cenerentola, gli audaci e buoni eroi (con cattivo buono annesso) di Big Hero 6, e il femminismo sfrenato di Frozen, prodotti carini ma mai fuori dalle righe, pare che la fenice abbia finito di bruciare e, presto o tardi, potrebbe rinascere. I primi sentori arrivano proprio da questo film, ispirato al musical scritto da Stephen Sondheim e James Lapine, ai quali vanno quasi tutti i pregi della riuscita di questo prodotto, riadattato dal secondo sopracitato per il grande schermo. Una maledizione di una strega aleggia attorno alla famiglia del fornaio; per scacciarla dovrà andare nel bosco e recuperare degli oggetti per la strega prima del sorgere della luna blu. Ecco il punto di partenza di questa favola a cui parteciperanno anche personaggi ben più noti di un'anonima strega e di un fornaio con sua moglie: Cenerentola, Cappuccetto Rosso e Jack faranno da corollario ad un film che si prefigge di scomporre e demolire il mito disneyano delle fiabe edulcorate e a lieto fine.

18 marzo 2015

Cenerentola

Riproporre in live action nel 2015 l'iconica fiaba di Cenerentola: chi meglio del barocco shakespeariano Kenneth Branagh per gestire questa operazione commerciale targata Disney? Branagh, maestro del teatrale e delle commedie in costume, passa da Mary Shelley alla Marvel per finire nella casa di Topolino e ritrovarsi in mano uno dei più ambiziosi progetti degli ultimi anni: ma la produzione ha fatto male i conti, pensando che qualche fantastica scenografia (ad opera di Dante Ferretti), dei costumi sfarzosi ed incantevoli tempestati di lucine al led (quello della fata madrina) e di Swarovski (quello di Cenerentola), una matrigna da Premio Oscar e dei deliziosi topini in CGI potessero bastare per accontentare un pubblico di età superiore ai sei o sette anni. Invece, purtroppo, non è così. Se da un lato questa nuova Cenerentola può contare sulla sfarzosa composizione di Branagh e dei collaboratori che hanno partecipato al film, dall'altro la sceneggiatura di Chris Weitz non riesce a sostenere l'intero castello costruito attorno ad essa, traballando e barcollando dove invece non dovrebbe.

22 febbraio 2015

Il Settimo Figlio

Che cosa si ottiene quando si decide di mettere in scena un film fantasy dopo che il genere ha ormai dato tutto quello che doveva dare e detto tutto quello che doveva dire con tante e ripetitive saghe che, nonostante quel briciolo di originalità insito in loro, non sono riuscite ad attecchire sul pubblico? Penso ai continui flop de Le Cronache di Narnia (dal primo in poi in costante caduta libera qualitativamente ed economicamente, fino allo stop della serie) e, soprattutto, a La bussola d'oro, che non ha mai ottenuto il via libera per il suo sequel, nonostante i buoni presupposti. Ecco che Hollywood ci riprova di nuovo con Il settimo figlio, film firmato Universal e arricchito da un cast di tutto rispetto, con il bel faccino di Ben Barnes a sostenere la locandina e il nome altisonante di Jeff Bridges ad attirare il pubblico; assieme a loro la bravissima Julianne Moore nei panni di una strega cattiva come poche. Nel senso che le altre streghe del film non sono poi così cattive, dunque continui a chiederti continuamente il perché di tutta questa bolgia tra maghi e streghe, di questa terrificante guerra che non dovrebbe esistere se, in fondo, le creature malvagie non sono tutte malvagie e i maghi sono quasi tutti estinti.

20 dicembre 2014

Lo Hobbit - La Battaglia delle Cinque Armate

Viaggiamo per un attimo indietro nel tempo, a quell'ormai lontano 2001, quando La compagnia dell'anello si concludeva con la morte di Boromir per mano di un guerriero Uruk-hai, vendicato immediatamente da Aragorn. Il ramingo, dopo aver infilzato al torace il nemico, si ritrova faccia a faccia con esso, il quale gli ringhia addosso tutta la sua rabbia e il disprezzo che prova nei confronti degli uomini prima di farsi decapitare dall'erede al trono di Gondor. Quella scena era così reale, così vera, così impressionante che ti pare quasi di toccarlo, quell'Uruk, di respirare il fetido puzzo del suo alito. Torniamo ora al nostro 2014, quando Lo hobbit - La battaglia delle cinque armate offre al pubblico una scena simile (ciò che state per leggere contiene qualche spoiler, ma fidatevi, vi svelerò solo l'essenziale e il prevedibile, nulla di sorprendente): Thorin è sopra il suo acerrimo nemico Azog, detto il profanatore, e gli ha appena piantato la sua spada in mezzo al torace, conficcandogliela fino a perforare il ghiaccio su cui è accasciato l'orco il quale, sorpreso di essere stato ucciso, esala il suo ultimo respiro e muore. Niente da fare: nonostante Peter Jackson ci provi con tutte le sue forze, nulla riesce a comparare le emozioni, il realismo, la concretezza della Terra di Mezzo dei primi anni duemila.

6 dicembre 2014

Tartarughe Ninja

Alla fine ci provi e li guardi, decidi di dar loro una possibilità, perché in fondo anche questi film che sono dei prodotti di marketing annunciati a gran voce hanno bisogno di una chance, e invece, come il più delle volte, ti ritrovi lì ad aspettare annoiato la fine della pellicola che speri arrivi il più presto possibile, tant'è che ti stupisci che il film non duri più dell'ora e mezza e rientri nei canoni del semplice blockbuster d'intrattenimento. Come si fa, poi, a farsi venire la voglia di sparare a zero sul nuovo Tartarughe Ninja, che di nuovo ha solo il lato migliore di Megan Fox e il design di quattro tartarughe con un look più realistico, più digitale degli ormai iconici costumi in lattice degli anni '90, quegli intramontabili pupazzoni che erano dichiaratamente finti e per nulla credibili, ma che ci facevano divertire (forse anche di più) di queste nuove tecnologie ormai per nulla stupefacenti. C'è ben poco da dire sulla storia del film, il quale ricalca, anche se non fedelmente - probabilmente proprio per cercare uno spiraglio che faccia discutere il pubblico - la popolare storia delle tartarughe chiamate come i pittori rinascimentali italiani e ghiotte di pizza, cresciute in una fogna da un topo ninja, le quali devono sconfiggere il terribile clan del piede (nome chiamato in causa almeno quaranta volte solo nei primi venti minuti di film, per poi sparire per sempre e trasformarsi in Shredder nel secondo tempo) che minaccia la città di New York.

22 novembre 2014

Dracula Untold

Non c'è voluto molto affinché anche Universal Pictures si accodasse a questo filone di film/spin-off a incastro che la Marvel/Disney ha inaugurato con il suo Cinematic Universe, seguita a ruota da Warner Bros. e dai suoi già annunciati film dedicati ai personaggi DC Comics. Universal, non avendo diritti su nessun universo fumettistico, ha deciso di puntare sul suo cavallo di battaglia: i mostri, lanciati e rilanciati, proposti e riproposti, già visti in tutte le salse. Oppure no? La scritta Untold che conclude il titolo del film in questione ci suggerisce qualcosa di sconosciuto, di mai visto, di appena accennato in altre pellicole; sarà la verità? Ebbene sì, Dracula Untold recupera l'incipit ideato da Francis Ford Coppola per il suo film dedicato al personaggio creato da Bram Stoker e ne fa una versione romantica e disperata, raccontando l'uomo dietro il mostro. Così Luke Evans presta il suo volto e il suo fisico ad un Vlad Tepes, principe impalatore costretto dal padre a combattere per il sultano e deciso a non far soffrire la sua stessa sorte a suo figlio. Così, pur di sconfiggere l'esercito del terribile sovrano, Vlad decide di immolarsi e di diventare la creatura che vive nella montagna.

7 ottobre 2014

Maleficent

Dopo l'eccezionale successo al botteghino della burtoniana Alice, la casa di produzione Disney continua a cavalcare l'onda del successo delle sue vecchie storie rifatte in live action e, dopo aver riportato il mondo di Oz sul grande schermo sotto l'ala protettiva di Sam Raimi, decide azzardatamente di affidare questo nuovo punto di vista della vecchia fiaba de La bella addormentata nel bosco ad un novello regista di nome Robert Stromberg, premio Oscar per la direzione artistica di Avatar e Alice in Wonderland e nominato per gli effetti visivi di Master & Commander di Peter Weir. Non l'ultima ruota del carro, certo, ma comunque non il più grande regista vivente, e questo si nota già dalle prime, canoniche, scontate e poco visionarie scelte di regia che introducono lo spettatore nel mondo fatato di Maleficent, film più di Angelina Jolie che di Stromberg, non solo per la presenza scenica dell'iconica attrice (e delle sue figlie), ma anche per via delle tematiche presentate dalla storia di Linda Woolverton, autrice rubata anche lei dal cast tecnico della già citata Alice.

29 agosto 2014

Captain America: The Winter Soldier

Ancora una volta l'America è nei guai: una grande minaccia si insidia all'interno dell'intelligence più importante del mondo Marvel, lo S.H.I.E.L.D., e servirà l'iconico eroe a stelle e strisce con il suo (non tanto) luminoso scudo per sventare il terribile pericolo. Divertente intrattenimento politico che gioca degnamente le sue carte senza scivolare nella comicità forzata tipica di alcuni titoli imparentati con lui, questo Captain America: The winter soldier può essere sicuramente considerato una prova discretamente superata. Lungi da me, quindi, sminuire il film o raccontarlo per qualcosa che non è, poiché spero che, seguendo nella lettura, non pensiate che ve ne sconsigli la visione, anzi: guardatelo e apprezzatene la perfetta calibratura di un ritmo sempre serrato e mai in calo, di una sceneggiatura non male arricchita da quel già citato discorso politico tutt'altro che scontato, e ammiratene le sequenze d'azione, giostrate bene dai fratelli Russo ma, a mio modestissimo parere, montate in maniera troppo caotica da Jeffrey Ford. Quindi l'intrattenimento proposto da questo film è certamente interessante, abbastanza intelligente e assolutamente lontano dal concetto di "visione a cervello spento".

25 maggio 2014

X-Men - Giorni di un Futuro Passato

Il mondo del web è in positivo subbuglio, tutti pronti ad elogiare il nuovo film di Bryan Singer innalzandolo a capolavoro. Possiamo biasimare tutto questo entusiasmo, dopo deludenti conclusioni di trilogie, pessimi sequel e insostenibili reboot che hanno capeggiato in questi ultimi anni nelle sale cinematografiche mondiali e ai botteghini? Assolutamente no, tuttavia la parola "capolavoro" (come accade ormai per il 90% delle volte che viene usata) è eccessiva, anche se si riferisce a X-Men - Giorni di un futuro passato, poiché in questo film, oltre a coesistere perfettamente ironia e serietà, coesistono allo stesso modo momenti sensazionali e situazioni abbastanza scadenti. Tra le prime non possiamo non citare il viaggio in aereo in cui i giovani Charles Xavier (un combattuto James McAvoy) ed Eric Lensherr (un combattivo e vendicativo Michael Fassbender) si incontrano dopo le vicende di X-Men: L'inizio e si sputano addosso tutto ciò che pensano l'uno dell'altro, ma anche l'esaltante sequenza dedicata al nuovo co-protagonista impersonato da Evan Peters, ovvero Quicksilver. Per quanto riguarda le seconde, invece, dobbiamo incolpare un poco lo sceneggiatore Simon Kinberg che, con qualche caduta di stile e semplicismo a volte pieno di melassa, risolve alcuni snodi narrativi (anche importanti) senza colpo ferire, senza lasciare che essi trafiggano il cuore dello spettatore e colpiscano a fondo.

20 maggio 2014

Le Avventure di Sharkboy & Lavagirl

Lo so cosa vi state aspettando, una stroncatura in piena regola com'è giusto che sia. Ma infierire su un film che già dal titolo non promette nulla di particolarmente eccezionale sarebbe qualcosa di inutile, scontato e superfluo. Pensiamo invece a riflettere su questo prodotto, scritto da Robert Rodriguez assieme ai suoi figli, realizzato esclusivamente per puro divertimento goliardico e prodotto per un pubblico di riferimento che non dovrebbe superare i sei anni. Le Avventure di Sharkboy e Lavagirl si preannuncia già dal primo momento un'opera autocompiacente e fine a se stessa (leggi: alla famiglia Rodriguez): il film si apre con la citazione di una frase della stessa protagonista, quasi come ad avvisarci che nulla dovrebbe interessarci al di fuori della storia e dello spirito giocoso presente all'interno della storia.

6 maggio 2014

The Amazing Spider-Man 2

Mi dispiace tornare dopo giorni, forse mesi, di assenza dalle pagine di questo blog con delle cattive notizie da darvi, ma purtroppo le circostanze mi impongono di farlo. Perché The Amazing Spider-Man 2, cari lettori, è brutto, ma proprio brutto, ma non quel brutto da dire "eh, è così", bensì quel brutto da dire "che peccato che sia così". Certo, i pregiudizi c'erano tutti, da parte mia, ma mai avrei pensato che Marc Webb calpestasse così prepotentemente la sua (esile, incostante, povera, debole e ancora acerba) poetica romantica che tanto ci piaceva in quel bellissimo (500) giorni insieme per offrire invece trovate di regia a dir poco discutibili. Si inizia con una mal girata sequenza di combattimento in un aereo per poi passare ad una debolissima scena di caos cittadino in cui morti e feriti sono molti di più rispetto alle persone salvate dall'amichevole eroe di quartiere, e via così fino all'ultima, ridicola scena che vede la comparsa di Rhyno. O Rhino. Paul Giamatti, insomma, un attore meraviglioso rinchiuso in un camion per tre minuti e poi in una corazza da rinoceronte per altri tre minuti.

6 marzo 2014

La Bella e la Bestia

Se si provasse a paragonare la pellicola di Christophe Gans con, ad esempio, il popolare e omonimo film d'animazione Disney, sarebbe anche troppo facile sminuire il lavoro del francese. Tuttavia evitiamo qualunque confronto (che, per me, è la più becera e semplicistica forma di analisi) e concentriamo le nostre forze invece sul perché questa nuova edizione de La Bella e la Bestia, tornata in Francia dopo l'epica versione di Jean Cocteau, non funziona. La storia è ben nota a tutti, tuttavia Gans cerca di sfruttare l'effetto sorpresa troppo spesso, sviluppando la narrazione su tre diversi piani temporali: il presente, dove due bambini stanno ascoltando la storia narrata da due sinuose labbra che, secondo il regista, dovrebbero restare avvolte nel mistero; la storia stessa, un ipotetico passato che verrà confermato (o smentito) nel finale; i flashback narrativi, dove scopriamo il "misterioso" passato della Bestia famelica, brutta e spaventosa.

24 dicembre 2013

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug

C'è un continuo senso di incoerenza che pervade questo film dalla prima all'ultima sequenza. Bisogna sottolineare che comunque i film ponte, ovvero quei lavori che dovrebbero collegare l'inizio di un'avventura con la sua conclusione, sono i più difficili da realizzare e i più deludenti per la maggior parte del pubblico. Allora perché Il Signore degli Anelli - Le Due Torri è il mio preferito della vecchia trilogia di Peter Jackson? Se nel film ponte del suo primo viaggio nella Contea il buon regista neozelandese ha cercato di inserire nuove e potenti sequenze visive, tagliando e plasmando la storia a suo piacere e dando un peso molto importante al Male che corrompe, questo Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug continua ad essere ancorato necessariamente ai toni spensierati del primo capitolo, inserendo però pian piano delle tonalità oscure, proprio perché il Male sta tornando sulla Contea.

19 dicembre 2013

Hunger Games - La Ragazza di Fuoco

Cambio di regia per la fortunata saga tratta dal ciclo di romanzi ideati da Suzanne Collins, il testimone passa dal bravo Gary Ross al meno capace Francis Lawrence, autore di pellicole commerciali più o meno traballanti, alcune delle quali hanno comunque avuto un buon riscontro da parte del pubblico. Lawrence confeziona anche questa volta un prodotto non meno problematico dei suoi precedenti lavori, offrendo al pubblico un sequel privo di ogni inventiva e di qualsivoglia audacia, dove l'unica cosa positiva in toto è Jennifer Lawrence, omonima del regista ma agli antipodi rispetto ad esso in quanto a bravura. La Lawrence riesce da sola a tenere in piedi buona parte del film con la sua naturalezza (che gli ha permesso di ricevere un Oscar l'anno precedente), surclassando tutto il resto del cast e affiancandosi più alla bravura di Philip Seymour Hoffman, Stanley Tucci e Woody Harrelson che alla poca esperienza dei suoi coetanei Josh Hutcherson e Liam Hemsworth (bravi anche loro, ma non quanto i sopra citati).

11 dicembre 2013

R.I.P.D. - Poliziotti dall'Aldilà

Non c'è limite al peggio, soprattutto se per peggio si intende una commedia che non fa ridere o un horror che non fa paura. In questo caso il peggio è un film incentrato sulla CGI, la quale risulta forse la più terrificante computer grafica del'anno. R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà rimescola la classica formula in pieno stile Men in Black (entrambi i titoli citati sono tratti da fumetti) e mette i demoni al posto degli alieni. Ecco che abbiamo una coppia di terribili macchiette comiche impersonate da Jeff Bridges e dall'inespressivo Ryan Reynolds che si fanno strada tra defunti di ogni sorta nel disperato tentativo di salvare (ancora) il mondo. Peccato che il personaggio di Bridges non abbia il carisma del K di Tommy Lee Jones, tanto che al terzo minuto dalla sua comparsa in scena inizia ad essere più detestabile del protagonista, il classico bravo ragazzo incastrato da quelli più cattivi di lui (in questo caso Kevin Bacon; riuscirete mai a indovinare quale parte gli è stata affidata? Quella del cattivo, ovvio) e destinato a salvare il mondo.