Delusi dall'ennesima rivisitazione del più classico degli horror che non ha niente da dire? Stanchi del solito remake o, comunque, del nuovo filone che l'horror ha intrapreso? L'unica cosa da fare è tornare indietro nel tempo e recuperarsi quel buon vecchio cinema horror che si faceva una volta. In questo caso l'horror è tale solo a metà, poiché qui si entra in un mondo totalmente a sé, quello dei classici Universal, nati in un periodo in cui il cinema americano stava raggiungendo il suo apice e si sentiva il bisogno di queste rivisitazioni una dietro l'altra. Il successo di questo filone lo si può paragonare a quello attuale dei cinecomics ma, se comunque si trattavano i mostri sacri del terrore in chiave più avventurosa ed action, non si snaturava comunque la loro essenza. Dracula ne è uno dei più chiari esempi. Diretto da un autore affermato come Tod Browning, questo film ha tra i suoi punti più forti la fotografia di Karl Freund (co-regista non accreditato), il quale riesce ad immortalare al meglio i momenti di tensione, focalizzando spesso e volentieri la sua attenzione sugli occhi dei protagonisti tanto quanto lo fa la macchina da presa di Browning, in particolare quelli pazzi e spaventosi del Renfield di Dwight Frye, quelli sensuali e ipnotici della Mina di Helen Chandler e quelli spettrali e terrificanti del Dracula di Bela Lugosi.