17 marzo 2013

Millions

Stile, capacità, originalità e senso personale del cinema, anche con commedie telefonate e dal tema ormai abusato l'autore britannico Danny Boyle dimostra di possedere tutte queste caratteristiche che fanno di un cineasta una persona da stimare e seguire. Millions basa la sua storia sulla bontà d'animo e sull'ingenuità di un bambino rimasto senza madre che ha spesso delle visite da parte di alcuni Santi del Paradiso, alle quali nemmeno lui crede fino in fondo perché sa di essere l'unico a vederli. Da un treno viene gettata una borsa con 250mila sterline e il bimbo lo prende come un segno di Dio, mentre il fratello fa di tutto per farli fruttare e per spenderli, anche se il pericolo è sempre dietro l'angolo, soprattutto se si parla di una somma del genere. Pericolo sia materiale che spirituale, perché se da un lato chi ha "perso" quei soldi è disposto a riprenderseli in qualsiasi modo, dall'altra parte la tentazione di approfittarsi della somma è sempre pronta a cogliere ogni personaggio a cui capita di mettere gli occhi addosso al malloppo, portando allo spettatore una morale prevedibile e certamente ormai consolidata.
Ma il punto forte di Millions non è tanto il tema che si prende in esame (anche se effettivamente i più piccoli potrebbero servirsene per capire la differenza tra bene e male), bensì un ottimo studio della messa in scena e della tecnica organizzata da Danny Boyle che si circonda di ottimi collaboratori, primo tra tutti il compositore John Murphy che scrive delle musiche che ricordano a tratti il migliore Danny Elfman e qua e là i suoi lavori più originali (come in 28 giorni dopo, sempre di Boyle). Ciò che stupisce veramente però è il modo in cui il regista riesce a raccontare l'immaginazione dei bambini, non limitandola alle esclusive visioni del piccolo Damian impersonato da Alex Etel ma dando il meglio di sé quando il bambino è assieme a suo fratello Anthony interpretato da Lewis McGibbon: soprattutto nei primi minuti i due creano un'alchimia di complicità che incanta il pubblico, la quale viene persa nel momento in cui vengono trovati i soldi ma che viene poi recuperata ed ampliata alla fine. Certo, i momenti prevedibili e scontati ci sono, ritrovabili soprattutto in alcuni dialoghi piuttosto scontati. Boyle però riesce a migliorare tantissimo la qualità i una sceneggiatura non troppo brillante scritta da Frank Cottrell Boyce, ma che sembra scritta apposta per un regista in grado di tirare fuori il meglio anche da uno script carente di idee. L'aspetto visivo eccezionale, infatti, fa in modo che il film risulta piacevole e divertente nonostante la trama superficiale e dei personaggi piuttosto piatti e non molto approfonditi, riuscendo a fondere tutto questo con un impatto visivo coinvolgente e sempre ricco di idee originali, facendosi notare ancora una volta, aiutato dall'ottima fotografia di Anthony Don Mantle e da un montaggio serrato e sempre pronto ad enfatizzare lo stile di Boyle realizzato da Chris Gill. Una pellicola carina, simpatica e divertente sempre pronta ad offrire degli spunti interessanti sia a livello registico che a livello tematico che, anche se finora si è detto che sa tutto di già sentito, non è mai un male proporre vecchi concetti in maniera nuova e originale, magari convincendo qualche spettatore più piccolo a seguire l'esempio di un protagonista dal cuore puro che non desidera fare altro che del bene agli altri, un tema che ogni tanto va necessariamente fatto riaffiorare nella memoria della collettività.


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