24 ottobre 2013

Cose Nostre - Malavita

Una famiglia di ex-mafiosi si ritrova in Norvegia per nascondersi dai loro ex-compagni che li vogliono morti. Il capo famiglia è Robert De Niro, manco a dirlo, che sulla figura del gangster ci costruì mezza carriera. A produrre la pellicola c'è Martin Scorsese, così tanto perché si cita casualmente Quei Bravi Ragazzi nel bel mezzo del secondo tempo. A concludere il terzetto c'è, direttamente da Scarface, la femme fatale Michelle Pfeiffer, che ancora riesce a fare a gara con le ventenni fresche e giovani (leggi Dianna Argon, che interpreta la primogenita) per eleganza, attrazione e bravura. Il tridente principale funziona perfettamente, con inevitabili e voluti ammiccamenti al pubblico che assieme a De Niro e ai Goodfellas c'è cresciuto e che è andato al cinema tanto per ricordare i bei vecchi tempi in compagnia di questi tre bravi ragazzi dei tempi passati, dato che il "si stava meglio quando si stava peggio" va tanto di moda ai giorni nostri (La saga RED con Willis e Malkovich e i Mercenari di Stallone, tanto per citarne un paio).

20 ottobre 2013

Balle Spaziali

Quando si mette d'impegno, Mel Brooks riesce a tirare fuori grandi lavori comici, divertentissimi e incapaci di stancare rivedendoli più e più volte, quando invece il suo genio rimane un po' più nascosto, riesce comunque ad offrire pellicole certamente spassose, seppur non brillanti nel loro complesso. Il caso di Balle Spaziali è uno dei più emblematici: con questo film Brooks ha dimostrato al grande pubblico di essere un ottimo commediante che si sente a suo agio nel filone della parodia, ma ha anche mostrato il fianco ai suoi detrattori, dando loro modo di attaccarlo e di criticarlo aspramente, a tratti anche giustamente. Sterile, piatto e privo di continuità: queste sono le principali accuse che si fanno alla pellicola, in aggiunta a quella di essere semplicemente un mix di gag dalla risata facile. Certo, come scritto sopra questo non è di sicuro il miglior lavoro dell'autore, ma la sua firma è immancabile e il suo estro colpisce lo stesso, anche se in maniera meno marcata.

15 ottobre 2013

Avatar

Ritornato dietro la macchina da presa dopo lo storico successo planetario di Titanic, il regista e sceneggiatore americano James Cameron decide di tentare nuovamente la strada del botteghino, offrendo al pubblico una storia semplice - che si potrebbe definire anche classica sotto un certo punto di vista - e dando tutta l'importanza alla novità tecnica, ovvero una motion capture impeccabile e, soprattutto, una nuova versione della tecnologia stereoscopica. Tentata più e più volte dalla settima arte, questa tecnica non aveva mai avuto un grande successo, ma Cameron decide di realizzare una nuova macchina da presa creata appositamente per le riprese in 3D nativo. Ciò che ci dà, quindi, con questo Avatar, è la stessa storia del suo precedente blockbuster campione d'incassi (l'amore impossibile tra due persone provenienti da due mondi o ceti diversi) raccontata però dalla tecnologia innovativa della motion capture (utilizzata da Peter Jackson e da Robert Zemeckis prima) che ripropone in maniera fedele i tratti degli attori che si prestano a dare la loro performance alle controparti digitali, come Sam Worthington e Zoe Saldana, protagonisti di questa romantica ed efficace storia d'amore.

9 ottobre 2013

Rush

Il bello, biondo e simpatico inglese James Hunt è protagonista di questo biopic assieme al brutto, sgradevole ed asociale austriaco Niki Lauda. Il bel Hunt è però un semplicione e non ha una vita privata felice, il "topo" Lauda invece ha pochi affetti ma concreti e fidati. Due facce della stessa medaglia, due simboli diversi e assonanti della differenza tra ciò che si è e ciò che si appare. Che cosa c'è di più Hollywoodiano di questo tema? Il premio Oscar Ron Howard decide di dare vita ad una storia realmente accaduta restando il più fedele possibile agli eventi e cercando di dare la stessa forza ad entrambe le voci dei due protagonisti, prendendo spunto da un evento successo veramente che sembra fatto apposta per il grande schermo. Chris Hemsworth è James Hunt, Daniel Bruhl è Niki Lauda: due attori che riescono ad offrire delle straordinarie performance (più Bruhl che Hemsworth, quest'ultimo lievemente oscurato dall'essere già troppo sfruttato nel ruolo di "bello e impossibile") e che si sposano perfettamente con i ruoli anche a livello estetico, quasi come se fossero gli stessi Hunt e Lauda a interagire sullo schermo.

5 ottobre 2013

Gravity 3D

Come una bambina che lentamente cresce e prende confidenza con ciò che la circonda, Sandra Bullock scopre un mondo che non ha mai conosciuto, a migliaia di chilometri di distanza da quello che veniva sfiorato da lei fino a qualche giorno prima. Inviata nello spazio come supporto tecnico per una missione, vede il suo shuttle travolto da alcuni detriti imprevisti e dovrà cercare di salvarsi la pelle. In un primo momento verrà aiutata dal personaggio impersonato da George Clooney che, come una figura paterna, la guiderà e le spiegherà come si sopravvive in questi casi estremi, lui che di quel mondo è un esperto e ci ha vissuto una vita intera. Più avanti sarà costretta a proseguire da sola verso la salvezza, essendo riuscita a raggiungere una maturità tale da riuscire a sopravvivere anche da sola senza più l'appoggio di una figura paterna, che la lascia in balia della sua vita per amore e non per cattiveria. Ma le avversità della vita si fanno sentire ancora una volta e, come una tempesta, colpiscono ripetutamente e violentemente le povera donna la quale, sballottata dai detriti e in balia dell'assenza di gravità, si arrabbierà con la tecnologia che dovrebbe aiutarla e invocherà un soccorso esterno superiore, uno Houston invisibile e impercettibile, lontano, neutrale ed intangibile, che non le risponderà.

4 ottobre 2013

Blade II

Io odio i vampiri dice Nomak alle telecamere di sorveglianza mentre uccide due succhia-sangue in una maniera molto simile al loro modo di cacciare. Si conclude così la prima sequenza di Blade II, sequel che riporta ancora una volta sul grande schermo il personaggio marvelliano del Diurno, mezzo vampiro e mezzo essere umano, con tutti i pregi delle creature della notte e nessuno dei loro difetti, impersonato ancora una volta da Wesley Snipes. Una sequenza che non vede come principale protagonista l'effettivo personaggio che dà il nome alla pellicola quanto il suo nemico di turno: un esperimento genetico con intenzioni ostili sia nei confronti dei vampiri che degli esseri umani; questa scelta la dice lunga sul viaggio che ha intenzione di percorrere Guillermo Del Toro su uno script di David S. Goyer (ma è più che sicuro che il buon messicano ci ha messo le mani, tanto è perfetto il ritmo e il posizionamento delle sorprese all'interno del film), un viaggio interamente incentrato su Nomak, un villain costruito sulle fattezze di Luke Goss che incarna tutte le tematiche care a Del Toro.

2 ottobre 2013

Il Solista

Amante della narrazione teatrale quasi per obbligo visti i suoi natali anglosassoni, l'autore Joe Wright firma la regia di una pellicola ispirata a fatti realmente accaduti a Los Angeles, la città degli angeli citata più e più volte dal co-protagonista Jamie Foxx, il quale impersona Nathaniel Ayers Jr., senzatetto con un grande talento musicale ma dalla mente un po' disturbata. A scoprire la sua storia è il colonnista Steve Lopez, interpretato da Robert Downey Jr., che decide di trasformare Nathaniel in una notizia importante e in un simbolo per il problema degli homeless nella città californiana. Fortuna che nella realtà Steve Lopez ha avuto una capacità di scrittura migliore di quella della sceneggiatrice Susannah Grant, riuscendo a smuovere le coscienze di molte persone benestanti nella città degli angeli, perché lo script del film cerca troppo spesso di sfruttare la lacrima facile e l'ammiccamento verso il pubblico, stendendo una trama dal ritmo e dagli sviluppi piuttosto scontati (a parte un ottimo finale) e cercando di colpire lo spettatore in maniera non così profonda.

1 ottobre 2013

Mamma Ho Riperso L'aereo - Mi Sono Smarrito a New York

La minestra riscaldata ogni tanto è necessaria, perché quando si mettono a bollire tante, troppe cose insieme, tenere qualche avanzo per il giorno dopo (in questo caso per l'anno dopo) non è mai male. Torna infatti il gruppo strategico di realizzazione che ha organizzato e confezionato il prototipo, compresi Chris Columbus alla regia e John Hughes alla sceneggiatura, il quale rimescola gli stessi elementi dando una spolverata a qualche idea nuova e applicandola ad una formula che ha funzionato alla perfezione nel primo Mamma Ho Perso L'aereo e che ancora una volta riesce a portare il risultato a casa senza troppe sbavature, nonostante qualche calo di originalità rispetto al primo capitolo. Stesso cast, con Macaulay Culkin nei panni della piccola peste dal viso d'angelo, Joe Pesci e Daniel Stern che tornano ad interpretare i due sfigati ladruncoli da quattro soldi che le prenderanno di santa ragione, la famiglia McCallister al completo e le new entry Brenda Fricker (a sostituire il misterioso e spaventoso vicino pseudo-assassino del primo capitolo con una terrificante ed Hitchcockiana signora dei piccioni che però non ha lo stesso mordente del particolare personaggio presentato nel repcedente film) e Tim Curry nel ruolo del portiere del più grande hotel di New York dove avverrà buona parte del film.