25 marzo 2014

Cosmopolis

Non si esagera mai quando si definisce David Cronenberg un genio della cinematografia. Precursore dei tempi moderni negli anni ottanta, maestro della metamorfosi mostruosa del corpo umano, interessante analista della psiche umana, con Cosmopolis si getta in un progetto ambizioso e folle: raccontare la nostra società attraverso l'economia, il capitalismo e il volto di Robert Pattinson. L'attore è infatti il protagonista di questa pellicola e interpreta il ruolo di Eric Parker, un ricco uomo d'affari di ventotto anni del quale seguiremo una giornata in limousine per andare a sistemarsi il taglio di capelli nella vecchia bottega in cui li tagliò per la prima volta da bambino. Durante il viaggio incontriamo tanti personaggi più o meno influenti nella vita di Eric, dalla sua attuale e fresca moglie fino alle sue scappatelle erotiche alla disperata ricerca di emozioni umane, le quali sembrano ormai scomparse dalla nostra società.
I protagonisti del film infatti si comportano come automi, come macchine, come androidi calcolatori che parlano di tante cose, quantificandole tutte in numeri e cifre, continuando a chiedersi reciprocamente l'età come se fosse la cosa più importante all'interno della conversazione, senza mai confrontarsi veramente sull'argomento ma scambiandosi semplicemente dati statistici e cifre più o meno considerevoli o importanti. La capacità di provare emozioni pare quasi scomparsa da questo mondo e Eric Parker cerca di risvegliare qualcosa di umano in lui: usa ispezioni anali, taser elettrici e pistole ormai d'epoca per cercare di risvegliare qualcosa di simile a una emozoione, con scarsi risultati. Nessun cattivo, nessun villain, in questo film, se non il capitalismo stesso, lo spettro che si aggira per le strade di una città capitalista e che fa del male a se stesso: paradossalmente l'essere umano l'ha inventato e lui stesso ne sta soffrendo, paradossalmente il capitalismo è diventato il suo stesso nemico e ha ucciso gli esseri umani prima ancora che il loro cuore cessi di battere, come ci fa ben notare un minaccioso e fantastico Paul Giamatti (apparentemente l'antagonista di Parker, ma fino a un certo punto) che, nell'ultima sensazionale scena di questo film, si confronta verbalmente con l'incredibilmente talentuoso Pattinson. Niente più sicurezze, niente più solidità, i matrimoni sono destinati a fallire nel giro di due settimane e i rapporti - di amicizia, di lavoro, di sesso - sono cambiati in semplici e frettolosi passaggi in auto della durata di circa cinque minuti, all'interno dei quali si parla di finanza, di indici, di vita, di filosofia, si fanno visite mediche, si hanno rapporti sessuali, si piange per la morte di amici appena defunti, ma tutto si consuma in un battito di ciglia in questa nuova, frenetica vita metropolitana. Noi saliamo in auto assieme a Robert Pattinson, ne usciamo, entriamo nei locali dove entra lui e infine, come lui, non abbiamo più appigli né certezze, ma siamo confusi e disorientati da un mondo che, sotto sotto, è un po' quello che viviamo oggi.


5 commenti:

  1. Il film del decennio, che dire di più? Purtroppo Pattinson cerca il senso a questa vita incatentanata sempre di più nella schematicità e nei dati, come dici tu. Ma la risposta è il caso, l'imprevedibilità (il crollo della borsa inaspettato). Insomma, come dice DeLillo nel libro, come possiamo muovere un passo in una direzione, se tutte le direzioni si equivalgono?

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  2. Questa pellicola é in lista tra i film che desidero vedere da tempo. Ne ho sentito parlare sempre bene. Ora devo assolutamente vederlo.

    Ps. Matt c'è un piccolo omaggio per te su il cinemanu. Guarda su Liebster Awards :)

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    1. Ti ringrazio davvero tanto! Non parteciperò al Liebster perché non ho mai partecipato a questi premi (tipo il boomstik) nemmeno nelle volte precedenti in cui mi è capitato di essere stato nominato, ma sono contento della tua nomina! :) Piuttosto, perché non ero tra i sostenitori del tuo blog? Mi sono iscritto subito e, appena ho due minuti, spulcerò gli articoli. Chiedo venia.

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    2. Sei il benvenuto nel mio minuscolo blog quando vuoi :)
      Per il premio (che parolone!) tranquillissimo... anche per me é solo un'occasione di "incontro amichevole" e l'importante é il pensiero! A presto! Manu

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  3. Alla fine l'ho visto...e ammetto di esserne rimasta convinta per certi aspetti ma in parte delusa per altri. Indiscussa la genialità della location e il contesto scenografico. Concentrazione massima sui dialoghi. Intrigrante personaggio, interpretato alla grande da Pattinson. Ma Paul Giamatti nella sequenza finale offusca (a mio parere) totalmente il protagonista. Il carisma di Giamatti dal punto di vista interpretativo é ben più raffinato di quello che ha al momento Pattinson, seppur ritengo quest'ultimo un valido interprete. Buona pellicola comunque. Da vedere assolutamente. Ciao Matt

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