26 febbraio 2014

12 Anni Schiavo

Succede per caso, senza preavviso: Solomon Northup, negro libero nell'America prima della guerra civile, viene ingannato e spogliato di tutte le sue libertà, catturato e venduto come schiavo da due aguzzini che sfruttano le falle della legislatura di un'America divisa per lucrare sulla vendita di schiavi. Così, per caso, Solomon Northup passa da uomo libero a schiavo per dodici anni, ritrovandosi sotto le grinfie di diversi padroni, più o meno malvagi, nessuno dei quali intenzionato a dargli una mano a riacquistare la propria libertà e i propri diritti. 12 anni schiavo racconta una storia realmente accaduta, già narrata dalle parole scritte dal vero Solomon nell'omonimo libro, senza però sfruttare appieno le potenzialità di una vicenda così drammatica e forte: la sceneggiatura di John Ridley risolve alcuni importanti avvenimenti così come la disavventura del protagonista ha inizio, ovvero per caso (un certo Brad Pitt decide di porre fine alla lunga Odissea del protagonista senza tanti fronzoli) e i dialoghi molto spesso sono formati da battute talmente scontate da lasciare di stucco anche il più benevolo spettatore per via della loro eccessiva banalità ("non voglio sopravvivere, voglio vivere").
La sceneggiatura è quindi ciò che impedisce a questo film di essere apprezzato sotto tutti i punti di vista, assieme alle musiche dozzinali e ripetitive di un Hans Zimmer sempre meno originale, che trasforma i momenti di potenziale pathos in strazianti momenti melensi con le sue viole e i suoi tamburi. Che cosa, dunque, rende questo film bello, valido o, per certi versi, addirittura ottimo? Il nome che gestisce tutta la baracca: Steve McQueen. Dopo i suoi primi due meravigliosi prodotti, il regista approda ad Hollywood e dirige per la prima volta un film in cui non figura come sceneggiatore (e si sente) e perfeziona il tutto curando, oltre agli aspetti tecnici (elogi a non finire per la fotografia claustrofobica e opprimente di Sean Bobbitt) anche la componente emotiva: difficile non provare dolore quando la carne degli schiavi viene lacerata dalla frusta di un Michael Fassbender in ottima forma, difficile non rimanere sconvolti dall'improvviso cambio di vita di Solomon, prima damerino in pieno stile Django Unchained (cioè: tu VUOI vestirti così?) e subito dopo prigioniero rinchiuso in circa quattro metri quadri di cella, senza nemmeno più i suoi "stracci" indosso, destinato solo ed esclusivamente alla vendita, la quale avviene anche tramite un eccezionale e poco citato Paul Giamatti, che passa dal solare e speranzoso maggiordomo di Saving Mr. Banks a questo spietato negriero dal cuore di pietra senza nessuna esitazione, confermandosi uno degli attori più validi (e meno sfruttati) che Hollywood abbia a disposizione. Poi arriva il finale: per caso Brad Pitt scopre la storia di Solomon e, sempre per puro caso, agisce di conseguenza. Azioni, reazioni e sviluppi narrativi, nonché una scrittura eccessivamente semplice di alcuni personaggi, impediscono a questo film di essere catalogato tra i capolavori indiscussi del cinema, anche solo quello contemporaneo, tuttavia la bravura di McQueen riesce a salvare la situazione offrendoci una pellicola a tratti forte e disturbante, con un pizzico di riflessione sul concetto di libertà che non guasta mai, in particolar modo ai giorni nostri.


9 commenti:

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  2. Non è un capolavoro né il film che merita l'Oscar, ma a me è piaciuto molto: non scade mai nel buonismo, certe immagini, sequenze e chicche (come la consonanza con i ritornelli delle due canzoni) sono di forte impatto estetico ed emotivo.
    Il finale mi ha colpito, quel "Perdonatemi" sorprende e mi sono commosso, lo ammetto.
    Peccato per il cameo di Brad Pitt: una furbata compiuta solo per avere un nome famoso in più da aggiungere alla locandina. Va bene che è uno dei produttori del film, ma non era obbligato ad affidarsi il ruolo di salvatore.

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  3. Musiche di Hans Zimmer? Ti dirò, manco mi sono accorto che c'erano delle musiche...

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    1. di solito nei film dove la musica è di Zimmer c'è sempre...questa è una delle poche ecezzioni

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    2. Ci sono dei momenti in cui vorresti sparargli, io me ne sono accorto eccome....

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  4. come ti è sembrata lupita nyong'o????

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