28 dicembre 2013

In Trance

Quanto è bello viaggiare all'interno della nostra mente e intrufolarci nei nostri ricordi o in quelli di qualcun altro, manipolare, plasmare e condizionare le persone a seconda di ogni nostro capriccio. No, non stiamo parlando di Inception, che sicuramente ha dato una involontaria spinta a questo film, ma del suo fratello gemello, ovvero In Trance, diretto dal geniale (magari a tratti sopravvalutato, certo, ma tale resta) Danny Boyle. Il film narra la semplice storia di un furto di un quadro andato male, il quale poi verrà smarrito da Simon, il protagonista, che si dimenticherà il posto in cui l'ha nascosto. Così i suoi boss lo obbligheranno a fare sedute ipnotiche per recuperare la memoria e risalire all'ubicazione del tanto agognato oggetto.

25 dicembre 2013

Le Streghe di Salem

Impossibile uscire indifferenti dalla visione di Le streghe di Salem, pellicola che lentamente e senza alcuna fretta si innesta sotto la pelle dell'ignaro spettatore. Il film racconta la storia di una vendetta che attende di essere consumata da tantissimo tempo e che finalmente, si compirà proprio sotto i l nostro impotente sguardo. Heidi, impersonata da Sheri Moon, verrà trascinata in una voragine che la vedrà destinata ad un terrificante rituale satanico, come vuole la maledizione che venne scagliata sui suoi antenati. Senza poter fare nulla per contrastare queste forze superiori, la giovane vittima si lascerà trasportare dagli eventi e dalle streghe che, senza scrupoli, la guideranno violentemente lungo questo cammino già segnato. Così come Heidi va incontro al suo destino noi andiamo incontro alla visione di questo film senza nessuna possibilità di non rimanere colpiti dalla potenza visiva che Rob Zombie mette in scena: fedele al concetto di horror Kubrickiano in pieno stile Shining, l'autore decide di giocare tutte le sue scelte in modo da sconvolgere psicologicamente lo spettatore, per trascinarlo assieme alla protagonista in quella spirale senza ritorno che è il cuore della trama.

24 dicembre 2013

Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug

C'è un continuo senso di incoerenza che pervade questo film dalla prima all'ultima sequenza. Bisogna sottolineare che comunque i film ponte, ovvero quei lavori che dovrebbero collegare l'inizio di un'avventura con la sua conclusione, sono i più difficili da realizzare e i più deludenti per la maggior parte del pubblico. Allora perché Il Signore degli Anelli - Le Due Torri è il mio preferito della vecchia trilogia di Peter Jackson? Se nel film ponte del suo primo viaggio nella Contea il buon regista neozelandese ha cercato di inserire nuove e potenti sequenze visive, tagliando e plasmando la storia a suo piacere e dando un peso molto importante al Male che corrompe, questo Lo Hobbit - La Desolazione di Smaug continua ad essere ancorato necessariamente ai toni spensierati del primo capitolo, inserendo però pian piano delle tonalità oscure, proprio perché il Male sta tornando sulla Contea.

21 dicembre 2013

The Host

Sono serio quando dico che mi spiace che questo film sia tratto dal romanzo di Stephenie Meyer, perché poi sembra che uno ce l'abbia a morte con lei e non voglia promuovere i film che si ispirano ai suoi racconti quasi per partito preso. Ma quando nemmeno Andrew Niccol riesce a portare in alto un prodotto del genere, il problema è alla base e non solo. The Host ci trasporta in un futuro in cui gli alieni ci hanno lentamente invaso, penetrando nella nostra coscienza e trasformandoci in automi ingabbiati nel nostro stesso corpo pur di rendere pacifica la Terra. Non sempre però questo processo funziona e c'è chi si ribella a questa sottomissione creando non pochi problemi agli alieni. Ad interpretare questa ragazza forte e impossibile da imprigionare c'è Saoirse Ronan, rinchiusa in una parte terrificante in cui è costretta a parlare da sola per buona parte del film a causa delle due personalità che si stanno sviluppando dentro di lei.

La Casa

Remake, questi strani e stanchi prodotti che lentamente sono riusciti a svilupparsi un po' ovunque. Riproporre, riadattare, rivisitare e reintrodurre sul grande schermo vecchi cult, soprattutto horror, è uno degli sport più praticati in quel di Hollywood, ma purtroppo è una disciplina che non riscuote molto successo all'interno delle sale cinematografiche. E allora come fare per rimpolpare i cinema e per costringere i fanatici a sedersi nuovamente su quelle poltrone? Semplice, facciamo produrre il remake di una delle saghe horror cult degli anni ottanta allo stesso regista che all'epoca creò il prototipo.

20 dicembre 2013

Smiley

Meraviglioso, questo film, che riesce a prendere una intuizione geniale figlia dei nostri giorni e a buttarla nel cestino senza vergognarsene. Se volete tentare la strada del cinema cominciando dal genere horror, prendete questo film come esempio per scrivere e dirigere l'esatto opposto. Smiley mette in scena un terribile demone del web che, secondo una leggenda metropolitana, può essere evocato scrivendo una formula magica in chat per uccidere la persona con cui si sta parlando online. Webcam, computer e tanta voglia di proporre al pubblico un nuovo mostro da poter sfruttare, peccato che Michael J. Gallagher non riesca a capire se guardare più al cinema di Wes Craven o a quello in stile Funny Games di Michael Haneke, imbastendo un horror a bassissimo costo che non riesce né a divertire né ad essere preso sul serio.

19 dicembre 2013

Hunger Games - La Ragazza di Fuoco

Cambio di regia per la fortunata saga tratta dal ciclo di romanzi ideati da Suzanne Collins, il testimone passa dal bravo Gary Ross al meno capace Francis Lawrence, autore di pellicole commerciali più o meno traballanti, alcune delle quali hanno comunque avuto un buon riscontro da parte del pubblico. Lawrence confeziona anche questa volta un prodotto non meno problematico dei suoi precedenti lavori, offrendo al pubblico un sequel privo di ogni inventiva e di qualsivoglia audacia, dove l'unica cosa positiva in toto è Jennifer Lawrence, omonima del regista ma agli antipodi rispetto ad esso in quanto a bravura. La Lawrence riesce da sola a tenere in piedi buona parte del film con la sua naturalezza (che gli ha permesso di ricevere un Oscar l'anno precedente), surclassando tutto il resto del cast e affiancandosi più alla bravura di Philip Seymour Hoffman, Stanley Tucci e Woody Harrelson che alla poca esperienza dei suoi coetanei Josh Hutcherson e Liam Hemsworth (bravi anche loro, ma non quanto i sopra citati).

13 dicembre 2013

Elysium

La differenza sociale è terribile ed è sempre stata spunto per narrazioni "rivoluzionarie" o più dalla parte dei poveri. Comuniste, per dirla in parole povere, nel senso più lato del termine. Comunista è infatti la definizione più comune se si cercano opinioni soggettive su Elysium, il blockbuster fantascientifico di Neill Blomkamp, autore di un cult intitolato District 9. Questo film ha però un modo tutto suo di essere comunista, perché se da un lato abbiamo l'alta società (alta in tutti i sensi, visto che si ritrova a vivere su un satellite di nome Elysium, mentre i poveri sono lasciati morire sulla Terra) che si tiene stretta i suoi macchinari miracolosi in grado di curare qualunque malattia, dall'altro abbiamo una classe operaia sì disperata e sottomessa, ma anche molto chiacchierona e poco attiva.

12 dicembre 2013

Dark Skies - Oscure Presenze

Gli alieni sono tra noi da ormai moltissimo tempo e il nostro mondo ha subito una invasione senza che noi ce ne accorgessimo. Così loro ci inseguono, ci torturano per giorni e poi ci rapiscono, per fare qualcosa che non scopriremo mai, come non scopriremo mai il perché debbano rapirci. Che cosa si nasconde dietro ai macchinosi rapimenti di questi Grigi? Una domanda a cui Dark Skies - Oscure presenze preferisce non dare risposta, forse per rendere meglio il senso di confusione che provano i protagonisti, due genitori che si vedono portare via il loro figlio senza nessun motivo preciso. Scott Stewart dirige questa pellicola in maniera del tutto canonica, senza particolari guizzi di stile e utilizzando i classici cliché dell'horror dallo spavento facile: musica alta al momento del salto dalla poltrona, montaggio serrato nei momenti di confusione, bambini che urlano guardando nel vuoto, possessioni che sembrano crisi epilettiche agli occhi dei medici e chi più ne ha più ne metta.

11 dicembre 2013

R.I.P.D. - Poliziotti dall'Aldilà

Non c'è limite al peggio, soprattutto se per peggio si intende una commedia che non fa ridere o un horror che non fa paura. In questo caso il peggio è un film incentrato sulla CGI, la quale risulta forse la più terrificante computer grafica del'anno. R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà rimescola la classica formula in pieno stile Men in Black (entrambi i titoli citati sono tratti da fumetti) e mette i demoni al posto degli alieni. Ecco che abbiamo una coppia di terribili macchiette comiche impersonate da Jeff Bridges e dall'inespressivo Ryan Reynolds che si fanno strada tra defunti di ogni sorta nel disperato tentativo di salvare (ancora) il mondo. Peccato che il personaggio di Bridges non abbia il carisma del K di Tommy Lee Jones, tanto che al terzo minuto dalla sua comparsa in scena inizia ad essere più detestabile del protagonista, il classico bravo ragazzo incastrato da quelli più cattivi di lui (in questo caso Kevin Bacon; riuscirete mai a indovinare quale parte gli è stata affidata? Quella del cattivo, ovvio) e destinato a salvare il mondo.

10 dicembre 2013

Blue Jasmine

Intimo e introspettivo, questo quarantatreesimo lavoro di Woody Allen si discosta dalla comicità italica del suo ultimo prodotto, concentrandosi invece sulla sua protagonista Jasmine, una donna completamente insoddisfatta della propria vita e piena di pretese, sempre alla ricerca di qualcosa di meglio. Blue Jasmine racconta con molta semplicità la sua storia in un susseguirsi di flashback che pian piano svelano gli antefatti di ciò che stiamo vedendo e anche la verità sulla persona che stiamo imparando a conoscere dalla perfida macchina da presa di Allen, che riesce ad estrapolare tutta la bruttezza (si fa per dire) di una Cate Blanchett favolosa nella sua parte, quella di una psicotica devastata da tanti traumi, il più grosso dei quali l'ha ferita nell'orgoglio e ha dato il via a tutte le conseguenze che verranno mostrate (prima e poi) dalla storia.

After Earth - Dopo la Fine del Mondo

Sarebbe bello potersi inserire all'interno di quella corrente massificata che ha deciso che After Earth - Dopo la fine del mondo è un film terribile, inutile, banale e brutto, ma purtroppo non mi è possibile farlo. Sarà che lo stile delicato di M. Night Shyamalan rende il tutto più fluido e comprensibile, sarà per il fatto che la sua mano migliora qualche momento piatto, ma non è concepibile sparare a zero in maniera così frenetica verso un film che alla fin fine racconta semplicemente la storia di un padre e di un figlio. Un genitore duro e freddo si trova in una situazione di estremo pericolo assieme ad un ragazzo che vuole seguire le sue orme e che vorrebbe essere come lui; insieme affronteranno un percorso di crescita e cambiamento che segnerà le vite di entrambi.

6 dicembre 2013

Il Cavallo di Torino

Colori, effetti speciali, ritmo serrato, musiche epiche, humor (perché al giorno d'oggi ce n'è e anche troppo); eccoli gli ingredienti perfetti per un film capace di portare al cinema una vasta fetta di pubblico e magari anche in grado di spacciarsi per "buon film". Ebbene, scordatevi tutto questo se volete addentrarvi nella fantastica, fastidiosa, dolente storia che Bela Tarr ha voluto offrire al suo pubblico come addio alle scene. Il cavallo di Torino pare essere infatti l'ultimo film di questo regista ungherese, un progetto che recupera l'iconica vicenda del filosofo Nietzsche e del cavallo che ha visto frustare a Torino, grazie al quale poi pronuncerà la famosa frase madre, sono diventato pazzo. Volutamente eviterò ulteriori didascaliche descrizioni della trama, poiché tutto viene narrato dal film in una maniera affascinante.

1 dicembre 2013

Thor - The Dark World

Vorrei davvero poter dire che questa volta la Marvel sia riuscita a realizzare un buon lavoro. Vorrei seriamente essere in grado di affermare che Thor - The Dark World sia un buon intrattenimento ma, ahimè, non ci riesco. I primi quarantacinque minuti di pellicola rasentano il vuoto cosmico (tanto è ambientato nell'universo, per cui è anche coerente) ma, per fortuna, dopo averci raccontato chi sono i personaggi (già conosciuti nel precedente film, al di là del nuovo villain) l'autore ci prende in contropiede con un tragico evento e con l'ossequioso funerale di un personaggio.