24 gennaio 2013

Mrs. Doubtfire

Chi non conosce il grande Chris Columbus, ottimo autore di cinema anche se qua e là scivola un po' nel melenso e nel buonismo più scaltro per un cineasta; se non riuscite a collegare subito questo nome con qualche pellicola non spaventatevi, basterà pensare ai primi due film su Harry Potter e a Mamma ho perso l'aereo. Ecco, avete inquadrato la personalità e lo stile del regista. Nelle prossime righe però si parlerà di un film diverso dai sopracitati seppure noto tanto quanto gli altri, ovvero Mrs. Doubtfire, una pellicola per famiglia permeata dal citato buonismo di Columbus ma non da quella scaltrezza che riempie alcune pellicole come Nine Months. La sceneggiatura di Randi Mayem Singer e Leslie Dixon non ha pregi particolari, se non quello di ispirarsi ad un ottimo romanzo dalla storia intensa ed originale scritto da Anne Fine. Per portare sullo schermo una storia del genere, però, ci voleva il viso giusto, ed ecco che Robin Williams casca proprio a fagiolo.
Caratterista e versatile come pochi, questo attore ha la capacità di sorreggere tutti i punti più deboli della sceneggiatura, ed è un piacere vederlo sdoppiato nei panni di Daniel Hillard e in quelli della sua sorella inventata nonché baby sitter Euphegenia Doubtfire, simpatico anziano donnone mascherato e truccato dal fratello di Hillard, interpretato da un simpatico Harvey Fierstein. A completare il cast ci sono Sally Field nei panni dell'ex moglie di Daniel e un egocentrico e statuario Pierce Brosnan in quelli del rovina famiglie Stu Denmeyer. Un cast messo a punto in maniera precisa per una pellicola che sarebbe potuta risultare l'ennesima commedia per famiglie ma che per fortuna ha qualcosa di più. Mrs. Doubtfire ha un finale decisamente felice ma che lascia comunque una sorta di amaro in bocca, non si torna alla situazione originale dalla quale parte il film e non si riesce mai a rimediare completamente ai propri errori. Quando si supera un certo limite, dice la pellicola, è impossibile rimettere insieme tutti i cocci, per quanta passione uno ci metta. Ma non fraintendete queste parole, perché con Robin Williams al centro della scena il risultato è assicurato e il divertimento arriva a palate. Si prende la figura paterna per antonomasia e la si sfrutta come più aggrada a Columbus e Williams, quasi come se il regista avesse detto all'attore: "Ecco, questa è la situazione, ora fai un po' quello che vuoi." Immedesimazione completa da parte degli interpreti, anche se qualche espressione troppo esagerata sarebbe stata evitabile, tutto sommato la messa in scena è gradevole e ben riuscita, nonostante il montaggio scolastico e poco originale ad opera di un Raja Gosnell piuttosto piatto, assieme alla fotografia classica e ordinaria di Donald McAlpine e alle musiche decisamente al di sotto di tante altre composte da Howard Shore (se pensiamo che ci ha regalato The ride of the Rohirrim un pochino dispiace sentirlo così poco sfruttato), superate di gran lunga dalle musiche rock scelte per rendere più scorrevoli i momenti comici lasciati alla sapiente arte di Robin Williams. Un film che ha qualcosa da dire, una delle pellicole che ha segnato la mia infanzia e che continua ancora oggi a commuovermi; nonostante l'obiettività critica debba farmi dire determinate cose, non posso che consigliarvi questo lavoro, soprattutto se avete una famiglia vostra da tenere unita.


2 commenti:

  1. Non lo vedo da tanto tempo ma è un evergreen, sempre piacevole da riguardare!!

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    1. Dio, grazie! Cominciavo a sentirmi l'unico a cui piacesse questo film :)

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