24 dicembre 2015

Il viaggio di Arlo

Un film per bambini, dicevano. Troppo infantile per poter piacere a tutti, dicevano. Carino, ma nulla più, dicevano. Opinioni senza nessun fondamento utile ai fini di una analisi interessante, ecco cosa dicevano: quest'ultimo meraviglioso lavoro Pixar, alla faccia dei detrattori, ha una potenza visiva che pochi dei cosiddetti film per bambini riescono a malapena a sognare di avere, soprattutto quando il viaggio non è altro che un pretesto per parlare ed analizzare paure, ansie e senso di inadeguatezza di uno dei più bistrattati personaggi dell'ormai famosa casa di animazione digitale. Arlo, giovane e pavido brachiosauro, si imbatte in Spot, cucciolo d'uomo dai modi rozzi e animaleschi, mentre si allontana troppo da casa a causa della forte corrente del fiume che scorre lì vicino. I due iniziano così un rapporto di amore e odio e di protezione reciproca, avventurandosi in un viaggio che riporterà Arlo a casa (?). Diretto da Peter Sohn, il film in questione è stato adombrato dal già troppo chiacchierato Inside Out, prodotto che ha potuto sfruttare un'onda mediatica molto più forte ed efficace; tuttavia il lavoro in questione non ha nulla da invidiare all'acclamato cartoon ambientato nella mente di Riley, sebbene abbiano poco in comune. Ma non si perderanno righe importanti a tessere un paragone tra i due prodotti, poiché qui si vuole solo sottolineare la potenza visiva già citata nelle prime frasi di questo testo.
Con questo film d'animazione gli autori vogliono omaggiare i grandi classici Disney di una volta con numerosi rimandi, senza però scadere nel mero citazionismo privo di fondamento: da Il Re Leone (ovvi i richiami al film di Minkoff) a Bambi passando per Dumbo e anche per Biancaneve e i sette nani, Il viaggio di Arlo non si dimentica nemmeno delle innovazioni visive apportate al cinema d'intrattenimento dal Re Mida di Hollywood Steven Spielberg, omaggiandolo con un paio di ammiccamenti ai famosi Lo Squalo e Jurassic Park (indispensabile, quest'ultimo, visto che la materia principale del film sono i dinosauri). Impossibile, inoltre, non citare la voglia di sconvolgere il pubblico di riferimento: quanti film per bambini possono vantare il pregio di mettere in primo piano coleotteri decapitati a morsi, ginocchia gonfie e sofferenti, capocciate continue, inquietanti tempeste preistoriche e personaggi che vengono continuamente travolti da fango e acqua? Per non parlare della forza con cui vengono enfatizzate le ansie e le paure di Arlo: dal passato che continua a ritornare e che va necessariamente affrontato, al senso di inadeguatezza che il dinosauro prova nei confronti del mondo, il tutto evidenziato dalle folgori che si rispecchiano negli occhi spaventati del piccolo brachiosauro. Ruoli invertiti, infine, tra umani e animali poiché, se nei vecchi film a cui questo si ispira l'animale antropomorfo regnava sovrano senza l'intrusione dell'uomo, o al massimo era soggiogato da quest'ultimo, in questo lavoro la situazione si ribalta ed è Spot l'animale domestico del dinosauro, metafora di un fato che ci ha eletto a specie dominante sul pianeta per una puramente fortuita casualità di eventi. I due, ignari del what if che stanno vivendo, imparano a convivere, collaborare e comunicare, utilizzando mezzi attraverso i quali non servono parole, ma che riescono comunque a permettere ad entrambi di confrontarsi, capirsi e raccontarsi reciprocamente. E, signori, se questo non è Cinema, ditemi voi cos'è.

2 commenti:

  1. non l'ho visto... vivevo ancora nell'incanto di Inside Out...
    quando lo passeranno su sky non me lo perderò sicuramente

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  2. Una sorpresa per te da parte mia! Una piccola cosa che spero potrà piacerti.
    Basta che segui il link... http://hollywoodciak.blogspot.it/2016/05/liebster-award-2016.html !!!
    #HollywoodCiak
    Bengi

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