20 luglio 2013

Romeo + Giulietta

Prima del suo famoso e acclamato Moulin Rouge!, il regista australiano Baz Luhrmann ha tentato la strada della rivisitazione originale, spezzando le catene ottocentesche e veronesi di una delle più grandi tragedie della storia del teatro e trasportandola a Los Angeles, giocando con la realmente esistente Venice Beach e inventando una fittizia Verona Beach (entrambe le città italiane sono venete). I Montecchi e i Capuleti diventano due famiglie rivali simbolo del capitalismo americano, colossi industrali che continuano a farsi la guerra ogni volta che possono. Tutto ciò che circonda le due famiglie viene riproposto seguendo la chiave post-moderna che caratterizza questo particolare progetto, il quale ha diviso già da subito gli appassionati della tragedia Shakespeariana tra chi voleva un'opera più fedele e chi invece si è detto incuriosito dall'idea originale. Perché tutto si può dire di questo film tranne che non sia originale, perché Luhrmann decide di riproporre una storia ormai classica e nota a tutti dandole una impostazione visiva e un contesto storico completamente diversi, utilizzando i movimenti di camera al servizio della narrazione e dell'impatto visivo messo in scena.
Il risultato è un lavoro che in un primo momento risulta straniante e forse un po' troppo rocambolesco, ma che dopo qualche minuto fa in modo che il pubblico entri in sintonia con la scelta narrativa e ne rimanga a tratti addirittura folgorato. Merito, questo, di una visionarietà completamente al servizio della storia, dell'epoca degli eccessi e dello sfarzo che continua a marcare in maniera importante (in positivo e negativo) la nostra società. Nonostante gli elogi all'originalità, il lavoro non è esente da difetti, come una spiccata comicità che certamente è un rimando ad alcuni toni shakespeariani, ma che risulta talmente esagerata da diventare più ridicola che grottesca, come rischiano di esserlo qui e là anche alcune scelte di regia. Lo sfarzo, la rivisitazione post-moderna, il giocare con un'opera passata riportandola quasi fedelmente ai giorni nostri, tutto è molto bello o quantomeno curioso, peccato che il "tutto" in Luhrmann si trasformi spesso e volentieri nel "troppo" e quelle continue panoramiche a schiaffo, zoomate frenetiche e movimenti di macchina caotici e fuorvianti possono risultare eccessivi per quegli spettatori che vorrebbero cercare di tornare a casa senza credere di essere saliti su una pessima montagna russa. Tuttavia qualsiasi gioco degli eccessi viene perdonato e compreso nei momenti in cui Luhrmann decide di concentrarsi sui due innamorati, il giovane e bello Leonardo Di Caprio e la fragile e affascinante Claire Danes e, una volta che loro due diventano gli unici e inconfondibili protagonisti delle inquadrature del regista, tutto quello che li circonda sbiadisce, lasciando spazio ad un sentimento puro e genuino che attraversa tempo e spazio e che avvolge passionalmente i due giovani amanti legati da qualcosa di più di ciò che sono nel momento in cui sono nati. Con Romeo + Giulietta Luhrmann rinnega nome e tempo storico della tragedia, concentrandosi sulle romantiche e forti parole che Shakespeare scrisse secoli fa, quasi a dimostrare che tutto perde di spessore di fronte alla rappresentazione più concreta del sentimento più misterioso e più abusato nel mondo dell'arte. E quando i due giovani amanti consumano la loro prima notte di nozze nell'intimità della camera di lei, avvolti dalle bianche coperte del suo letto, quasi ci si dimentica di essere a Los Angeles e sembra invece essersi trasportati nella vera Verona decine e decine di anni prima, mettendo una sorta di punto definitivo sull'infinito discorso dedicato all'universalità dell'amore.


1 commento:

  1. Uno dei film della mia infanzia, lo guardai quando avevo circa dodici anni, amai subito il modo in cui parlavano i protagonisti (poi lessi subito l'opera del Bardo), e l'interpretazione di Harold Perrineau (Mercuzio) è qualcosa che non si dimentica facilmente, il più bravo del film.

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