24 luglio 2013

La Maledizione della Prima Luna

Recuperando uno dei più produttivi filoni cinematografici degli anni passati, quello piratesco, la Walt Disney collabora con Jerry Bruckheimer per donare nuova linfa ai film d'intrattenimento ambientati tra oceani, spiagge e galeoni, cercando di sfruttare al meglio una delle attrazioni più popolari del parco giochi Disneyworld. La Maledizione della Prima Luna si ispira infatti alla famosa attrazione all'interno del parco e ne rielabora i personaggi, affidando la sceneggiatura a Ted Elliott e a Terry Rossio e offrendo al pubblico il nuovo e ormai iconico personaggio di Capitan Jack Sparrow, ancora oggi indimenticabile e originale performance di Johhny Depp, tanto marcata da segnare quasi tutti i freak che si susseguiranno nella carriera dell'attore dopo questo ruolo. Assieme a lui un geniale nemico da sopraffare, Hector Barbossa, l'ex-primo ufficiale del capitano di cui sopra impersonato da un istrionico e convincente Geoffrey Rush, intenso anche nei ruoli più spassionati e ironici, preziosa perla in un cast che comunque riesce a coinvolgere nonostante la presenza del non sempre brillante Orlando Bloom e della ancora in parte acerba Keira Knightley.
Ma non c'è solo il buon capitan Jack a tenere alta la bandiera di questo kolossal: Klaus Badelt firma una colonna sonora appassionante e pienamente a tema, capace di entrare nell'immaginario collettivo e di rimanerci, anche grazie alle successive rielaborazioni di Hans Zimmer per i sequel del film. Anche Dariusz Wolski offre il suo contributo firmando una fotografia che sarebbe stata meritevole della candidatura all'Oscar, ma che invece rimane a bocca asciutta nonostante le cinque nomination del film in altri settori. Ad evidenziare tutto quanto c'è il marchio di fabbrica di uno dei registi più acclamati della Hollywood di cassetta, ovvero Gore Verbinski. Capace di regalarci pellicole interessanti dal punto di vista autoriale, il regista porta la sua attenzione al dettaglio anche in questo film, offrendoci momenti davvero particolari ed indimenticabili (come la camminata sott'acqua dei pirati maledetti) e senza infangare mai il nome del pirata. Non sono, per dirla tutta, i bucanieri colorati e divertenti di Hook - Capitan Uncino, bensì degli spietati e crudeli personaggi, sporchi e rozzi, sgrammaticati e infami, ripugnanti e volgari, capaci di tutto pur di raggiungere i loro scopi. Verbinski non si dimentica poi di arricchire la componente dell'entertainment con tanti momenti di battaglia, dallo scontro tra navi con tanto di cannoni, vascelli perforati e cadaveri in abbondanza ai duelli singolari tra pirati all'interno di caverne piene di tesori e debolmente attraversate da una flebile luce lunare, fattore scatenante di una maledizione da annullare, senza dimenticare le rocambolesche fughe che sono ormai diventate firma indiscussa del personaggio di Depp. Ma, al di là di tutta l'azione presente all'interno del film, la carta vincente è proprio l'audacia dei produttori nell'accettare la proposta della star protagonista di trasformare un machiavellico personaggio in un perfetto anti-eroe contemporaneo che rappresenta l'esatto contrario rispetto ai canonici personaggi dei film targati Disney: con le sue movenze effeminate e il suo essere eternamente ubriaco, Johnny Depp si ispira ad uno dei suoi idoli Keith Richards e realizza l'interpretazione più rappresentativa e riconoscibile della sua carriera, facendo diventare Jack Sparrow una icona pop audace e vincente, esempio da seguire per tutti i futuri personaggi freak uscenti da Hollywood e, purtroppo, pesante fardello da portarsi appresso, almeno in parte, in tutte le sue interpretazioni future (da Willy Wonka al Cappellaio Matto sono tutti un po' Jack Sparrow). Ma queste sono considerazioni fatte col senno di poi e totalmente ininfluenti sul positivissimo risultato finale di questa ambiziosa e rischiosa pellicola, giustamente acclamata da tutti e divenuta quasi improvvisamente punto di partenza per buona parte delle produzioni americane ad alto budget.


1 commento: