31 gennaio 2013

Les Misérables

L'opera di Victor Hugo è sicuramente una delle più riadattate in ambito cinematografico e, assieme a quella di Alexandre Dumas, è una dei capisaldi che la Francia è fiera di esportare e dai quali è orgogliosa di farsi rappresentare. Dopo numerose versioni, da quelle in bianco e nero alle tante rivisitazioni più moderne, arriva finalmente la tanto attesa trasposizione ispirata al musical di Claude-Michel Schönberg e Alain Boubil, portato pari pari sullo schermo da un Tom Hooper visionario solo a metà. La tecnica non manca e la presentazione di tutto quanto, compreso il mix degli elementi digitali e di quelli in scena è molto buona. L'idea originale che porta avanti questo progetto è quella di fare interpretare ai protagonisti le proprie canzoni registrando l'audio in presa diretta senza usare tecnicismi di montaggio, ma mescolando tonalità canore e interpretazioni attoriali per dare un senso di immedesimazione da parte dell'interprete maggiore rispetto ai tanti musical portati finora sul grande schermo.
L'impresa è riuscita e il maestoso Hugh Jackman comanda un cast di perfetti canterini affiancato da una Anne Hathaway mai così nella parte, seguita a sua volta dal resto del cast che comprende il redento Russel Crowe, i due innamorati Eddie Redmayne e Amanda Seyfried e la "linea comica" portata avanti da Helena Bonham Carter e da Sacha Baron Cohen, entrambi in prestito da Sweeney Todd. Il cast, quindi, funziona meravigliosamente, e la messa in scena vive di una dettagliata ricostruzione storica enfatizzata proprio come si addice ad un musical. C'è qualche problema, però, in questo Les Misérables, primo tra tutti è che si sta riadattando uno spettacolo teatrale e non lo si può fare ricopiando alla pari tutto quello che c'è all'interno di un lavoro che funziona bene su un palcoscenico con attori davanti agli occhi dello spettatore. Ciò che fa Hooper infatti è limitarsi a stringere il campo largo ad un primo piano quando è il protagonista a cantare, pochi virtuosismi e tante inquadrature fisse che non fanno cinema, ma fanno tanto teatro. Le sequenze che funzionano meglio sono infatti i pochi movimentati attimi di rivoluzione e la corale scena finale in cui si utilizza al meglio l'apparecchio e si regala una conclusione degna di un musical. Probabilmente è proprio Tom Hooper la scelta sbagliata per questo tipo di progetto: geniale quando racconta storie umane e intime come con Il discorso del re e il ben più originale Il maledetto United, ma che con questo musical tenta troppo per le sue capacità. Si vede già dai primi attimi che è un ottimo coordinatore di set e l'incipit è uno dei momenti più esplosivi di tutto il film, come si nota subito che sa sempre quello che deve chiedere ad un attore affinché la sua interpretazione riesca al meglio., tuttavia questa volta pare proprio che il suo occhio sia piuttosto fuori luogo all'interno di un film che, oltre allo sfarzo visivo, dovrebbe regalarci qualche virtuosismo di ripresa ma che, dopo averceli promessi con la prima scena, si dimentica di continuare ad offrirceli e lascia che siano i personaggi e le loro canzoni a parlare al posto del regista. Un espediente che, ripeto, può funzionare con film più intimi e meno presuntuosi ma che in un musical con questo budget risulta piuttosto contraddittorio  soprattutto dopo che Baz Luhrmann ci ha abituato al suo sfarzo con Moulin Rouge e che Tim Burton ha dato nuova linfa al genere con Sweeney Todd. Niente di nuovo, insomma, per l'opera di Victor Hugo, il che fa di Les Misérables l'ideale per chi ama sentire cantare e per chi è un appassionato senza freni del romanzo, ma che farà storcere qua e là il naso a chi invece vorrebbe tuffarsi in un film e non in una piéce teatrale. Detto questo, non disdegnerei di rivederlo ancora una volta, e ancora due e forse tre, magari non subito, perché sinceramente le tematiche che presenta la storia sono davvero molto interessanti e, comunque la si voglia mettere, alla fine quella dei Miserabili è una delle opere più importanti della storia, non solo per il periodo storico che racconta, ma anche per il modo in cui viene rappresentato, e su questo tanto di cappello a Tom Hooper per non avere rivoluzionato (perdonate il gioco di parole) la trama.


2 commenti:

  1. Purtroppo un film che non raggiunge il capolavoro: è bellissimo, ma il grande difetto è proprio la regia incerta di Tom Hooper. Niente da dire sugli attori: Hugh Jackman bravo, ma Russell Crowe è splendido, ha una voce molto bella, e a volte gli ruba la scena. E poi non smetterò mai di dirlo: l'interpretazione di Anne Hathaway è la miglior interpretazione femminile degli ultimi dodici anni. Esempio perfetto di recitazione.

    Ps: Hai visto? Tarantino e Waltz sono stati premiati ai Bafta 2013:)
    Tu gli Oscar li seguirai in streaming? Se sì, posso chiederti su quale sito?

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    1. Li seguirò in streaming, contattami via youtube e ti manderò il link. Ovviamente farò una diretta live assieme ad altri youtuber, per cui puoi seguirla assieme a noi. :)

      Per me Crowe è stato nettamente inferiore a Jackman, sebbene le inquadrature lo davano per superiore fino alla fine (a livello simbolico).

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