21 gennaio 2013

Gli Spietati

Candidato a nove premi Oscar e vincitore di quattro di queste statuette, incluse quelle alla miglior regia e al miglior film, Gli Spietati è nella maniera più indiscutibile una delle punte di diamante della filmografia registica e attoriale di Clint Eastwood ma anche del genere western. Ad affiancare Eastwood in una delle sue migliori interpretazioni troviamo il compagno di sempre Morgan Freeman nelle vesti di Ned, assieme a Gene Hackman (Oscar come miglior attore non protagonista) nei panni del perfido Little Bill Dagget, uno sceriffo tutto ingiustizia e zero moralità. Per concludere il quartetto di attori c'è Richard Harris ad interpretare l'emblematico Bob l'inglese, personaggio apparentemente inutile ma perfetto per rafforzare la cattiveria di Dagget e per dimostrare che esistono tanti modi diversi di essere spietati. Ognuno di questi personaggi porta a compimento un ciclo narrativo che dimostra i diversi lati negativi di tutti, dall'adultero Freeman al perfido Hackman, fino al bugiardo Harris e al vendicativo Eastwood, tutti quanti che portano ad un'unica conclusione, espressa dal personaggio di William Munny "tutti ce lo meritiamo".
Al di là di tutto questo non possiamo non elogiare la perfetta fotografia di Jack N. Green, uno dei migliori ancora sulla piazza che, con il predominare del nero della notte e del rosso del sangue e del fuoco, ci racconta per colori la stessa storia che David Webb Peoples racconta tramite la sceneggiatura precisa, dal ritmo costante ma sempre in crescendo e dai dialoghi forti, duri e significativi. Il montaggio di Joel Cox (premiato anch'esso con l'ultimo Oscar non ancora citato) fa in modo che tutta la regia di Clint Eastwood venga enfatizzata e incanalata verso una sola direzione, quella dei personaggi. Sono loro, infatti, il fulcro della storia, emblema fondamentale della narrazione e unico punto focale di ogni vicenda, sono loro che attraverso le loro azioni determinano lo sviluppo della storia, quasi come se Eastwood abbia messo questi quattro protagonisti in una stanza dicendo "e ora vediamo che succede". La perfetta caratterizzazione dei personaggi, infatti, fa in modo che siano essi stessi a narrarsi allo spettatore, al di là delle didascalie in apertura e in chiusura del film, simbolo di una memoria mai perduta da parte di Will Munny di quella che è stata la persona più importante della sua vita. A tutto questo si aggiungono le musiche malinconiche e drammatiche composte da un altro grande nome, Lennie Niehaus, che ancora una volta esprime al meglio il suo talento di musicista rimanendo in perfetta sintonia con le tematiche narrate da Peoples e dirette da Eastwood. Il buon vecchio Clint può vantare quindi nella sua filmografia uno dei più grandi film western americani, elogiato come un canto del cigno del genere, che guarda con occhio nostalgico i vecchi film americani mentre ammicca con occhio speranzoso verso quello che è la nuova rappresentazione del cinema d'oltreoceano, il noir. Dopo i vari film dedicati a investigatori privati, poliziotti incorruttibili e buoni pronti a tutto pur di far valere la legge, Eastwood fa un passo indietro e mescola in maniera perfetta queste due categorie di cinema che, nonostante abbiano molte cose in comune, non si incontrano sotto tanti altri punti di vista. O meglio, non si sono mai incontrati finora. Il miglior film del 1992 secondo l'Academy e uno dei migliori film degli anni '90 secondo molti cinefili, da vedere almeno una volta.


4 commenti:

  1. A BarbieXanax non piace questo elemento. La pistola è troppo fallica XD

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  2. Sì, anche io visto uno stralcio della video recensione di quella Barbie, inguardabile, peraltro, ma tralasciamo perché ci ha rotto alquanto la pistola. Il film mi manca, devo vederlo assolutamente. Quell'anno come miglior attore protagonista vinse il mio Al Pacino ed era candidato anche a miglior attore non protagonista, ma vinse Gene Hackman: devo vedere la sua interpretazione.

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    1. Ognuno può avere i gusti che vuole, ma se ci si innalza da soli a critici del cinema portando come esempi libri e teorie di autori affermati, non si può smontare un film come Gli Spietati in quella maniera così assurda, vuota e piatta.


      Gene Hackman è un bravissimo bastardo! :) Questo film va recuperato. :D

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