14 dicembre 2012

Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco

Genio della commedia. Punto. Accapo. Lettera maiuscola. Potrebbe chiudersi così la recensione di quasi tutti i film di Mel Brooks, sia quelli ben fatti che quelli un po' meno riusciti. Perché? Ma perché stiamo parlando di uno dei più grandi comici tra quelli che si sono affacciato al mondo del cinema. Mel Brooks il senso dello humour ce l'ha nel sangue, e un ebreo capace di scherzare sull'Olocausto non può che essere preso in simpatia. Ma non siete qui solo per sentire qualche considerazione generale sulla cinematografia dell'autore, bensì per capire se Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco faccia per voi. Ebbene, guardatevelo senza nessun pregiudizio (parola piuttosto azzeccata per la trama di questo film).
Con un ritmo decisamente serrato e una serie di gag da antologia, Brooks confeziona uno dei suoi prodotti più riusciti e lo regala a tutti quanti, appassionati del genere western o meno. La storia, scritta da Andrew Bergman, Mel Brooks, Norman Steinberg, Richard Pryor e Alan Huger, è ambientata apparentemente nel far west, ma si sposta ben presto ai giorni nostri, con un colpo di scena metacinematografico che vi farà leccare i baffi. Assieme al suo cast, tra i quali spiccano l'iconico Gene Wilder al fianco di un convincente Cleavon Little entrambi ostacolati da un perfido Harvey Korman e senza dimenticare la partecipazione di Madeline Kahn, Mel Brooks (che si ritaglia un piccolo ruolo anche per lui) diverte e si diverte con questa pellicola che omaggia non solo il cinema tutto pallottole e cavalli sellati, ma la cinematografia in generale. Sempre parlando del cast non possiamo non citare la simpaticissima interpretazione di Dom DeLuise nei panni del gigantesco Mongo, il classico asso nella manica dei cattivi che ben presto si rivelerà uno sciocco. Geniali le musiche di John Morris, da quella cantata nei titoli di testa fino all'ultima eccezionale canzone del film, che rimandano qua e là il vecchio west di Morricone senza però tralasciare le note (in tutti i sensi) comiche capaci di enfatizzare l'ilarità del tutto. Joseph Biroc invece dirige una fotografia assolutamente ben fatta, tutta attinente al far west, ma che riesce a dare il suo meglio quando l'azione si sposta ai Warner Studios, dove può giocare molto di più con faretti e illuminazioni in generale. Stesso discorso vale per le scenografie di Peter Wooley, che si sente un po' costretto dalla scelte del genere da parodiare, ma che riesce a esplodere quando la commedia prende l'esagerata piega che si scopre alla fine del film. Il montaggio di Danford B. Greene e di John C. Howard aiuta molto il giogionesco regista, che riesce a migliorare i tempi comici e le battute grazie ad un piano di regia studiato a puntino e a campi e controcampi ironici e calibrati al millesimo. Prodotto da Michael Hertzberg, Mezzogiorno e mezzo di fuoco è sicuramente una delle pellicole più riuscite di Mel Brooks, tanto importante da segnare uno spartiacque tra i primi due film del regista e tutta la successiva produzione quasi interamente dedicata alle parodie. Qualche mese dopo collaborerà con Wilder alla stesura di Frankenstein Junior, del quale sarà regista, segnando il 1974 come l'anno più roseo per l'autore, sia a livello organizzativo che a livello qualitativo. Recuperatevi entrambe le pellicole e sbellicatevi dalle risate, è un consiglio.


Nessun commento:

Posta un commento