23 dicembre 2012

Alta Tensione


Iniziamo questo articolo parafrasando il titolo di un film: Vi piace Hitchcock? Se la vostra risposta è sì, non potete assolutamente perdervi l’omaggio che Mel Brooks, uno dei più grandi autori di parodie viventi, ha dedicato al tanto acclamato maestro del brivido. Se doveste prendere in giro un film di Hitchcock non ci riuscireste mai. Alta tensione ha invece la fantastica idea di cibarsi delle scene cult presenti nella filmografia dell’autore inglese e di riproporle in chiave ironica, sotto la guida stilistica di Mel Brooks. Ancora una volta il regista fa un lavoro eccellente, portando sullo schermo una delle più divertenti e ingegnose parodie mai realizzate, prendendo spunto sia dai film più noti del maestro della suspense che da quelli meno conosciuti al grande pubblico.
Si citano le prime pellicole mute e in bianco e nero come quelle a colori e sonorizzate, senza però dimenticare che si sta solo strizzando l’occhio ad un autore e che, in fondo, questo è un film completamente nuovo. Il lato positivo delle commedie di Brooks, infatti, è quello di realizzare una sceneggiatura originale partendo da una base già nota, ma proponendo al pubblico qualcosa di inedito, con una storia da seguire e con un filo logico che collega tutte le scene, dalla prima all’ultima, sotto la bandiera comune del titolo del film. Brooks ha sempre in mente l’unico concetto fondamentale di chi fa parodie: alcuni potrebbero non ridere, o meglio, non tutti potrebbero cogliere le citazioni e le battute allo stesso modo. Chi capirebbe perché un nemico come Protesi dovrebbe fare ridere se non avesse visto 007 – La spia che mi amava? Eppure si ride lo stesso, poiché i personaggi sono talmente originali e ben scritti che non importa chi stanno scimmiottando, noi ridiamo per il semplice motivo che sono ridicoli ed esagerati, e ci fanno divertire anche se non cogliamo ogni singola citazione. C’è poi da elogiare il fantastico lavoro di John Morris alle musiche, anche lui sempre pronto a prendere spunto dagli ormai famosi temi come quello di Psyco (non possiamo non menzionare il simpaticissimo gioco tra musica diegetica ed extra diegetica che l’autore fa, mettendo in mostra una vera e propria orchestra e spiazzando più di una volta lo spettatore con lo stesso tranello). Si sprecano, inoltre, le lodi sul cast, capitanato dallo stesso Brooks nei panni del protagonista e affiancato, oltre che dalla già citata Cloris Leachman, dalla simpaticissima Madeline Kahn, da un sempre più bravo Harvey Korman e da Dick Van Patten, oltre a tutti i personaggi di contorno, pronti sempre a dare il loro contributo per portare avanti la storia. Da appassionato cronico e inguaribile posso dire che Mel Brooks non ha mai sbagliato un colpo, magari non ha fatto sempre centro perfetto, ma in tutta la sua filmografia non c’è un film che non sia in grado di strappare la giusta dose di risate tale da non farvi rimpiangere il tempo (e i soldi) investiti nel lavoro dell’autore. Certo, mettete in conto che state guardando un film volutamente esagerato e prodotto nel 1977, per cui non aspettatevi la comicità americana moderna, che ha ancora molto da imparare da tutte quelle indimenticabili opere che hanno riempito per un ventennio circa i cinema e le videoteche di tutto il mondo.


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