14 marzo 2013

Il Lato Positivo

Uscita quasi a bocca asciutta dall'ultima edizione degli Oscar in cui ha stravinto Argo affiancato da Vita di Pi, questa nuova pellicola diretta dal cineasta David O. Russell è riuscita a portarsi a casa l'unico premio come Miglior Attrice Protagonista, mentre ha lasciato che le altre opere si accaparrassero tutto il resto. La scelta dell'academy è condivisibile o meno? Finora ogni parere che ho trovato girando sul web e sfogliando le riviste di cinema definisce Il Lato Positivo come uno dei migliori film dell'anno, e per certi versi lo è, ma non ho trovato in questo lavoro il capolavoro che si è elogiato per mesi e mesi. In primo luogo è interessante notare il lavoro emotivo e complesso che il quartetto di attori protagonisti e di spalle ha fatto per rendere il tutto più originale e coinvolgente per uno spettatore che vuole lasciarsi trascinare all'interno di questa storia grazie a personaggi riconoscibili e complessati, che hanno qualcosa da raccontare e un passato a cui rimediare.
I rapporti che si creano tra loro sono geniali, in particolare tra Robert De Niro (finalmente pronto a vestire nuovamente i panni dell'attore che abbiamo imparato ad amare) e suo figlio Bradley Cooper (sorprendente come non è mai stato finora), o tra quest'ultimo e la vincitrice al premio Oscar Jennifer Lawrence, come funzionano anche i messaggi finali che vengono dati al pubblico: è sempre bello riuscire a trovare un lato positivo in un mare di cattiveria che ci inabissa sempre di più verso una pericolosa apatia e bisogna sempre sforzarsi per dare il massimo sperando che prima o poi possa arrivare qualcosa di buono. Ciò che però non torna è la direzione verso la quale si proietta il film: inizia come se fosse Qualcuno volò sul nido del cuculo per concludersi però come una qualsiasi commedia romantica e i personaggi si dimenticano dei loro problemi giocando a fare Footloose e sorvolando bipolarità, traumi di mariti morti e quant'altro con una scrollata di spalle fastidiosamente superficiale. Il risultato è una analisi bellissima e spiazzante nella prima metà del film di tutti questi protagonisti e dei loro problemi sia nella loro interiorità che tra di loro, ma una chiusa finale che abbandona tutto questo per fare in modo che l'happy ending prevalga sul resto. Scelta certamente coerente per questa determinata storia, che però si presta molto meglio alla sua controparte narrativa piuttosto che al grande schermo, lasciando quindi lo spettatore non sempre soddisfatto dal lavoro tecnico di Russell, impeccabile nella prima parte ma altalenante all'interno del secondo atto, conseguenza di un similare calo reperibile anche nella sceneggiatura, la quale porta anch'essa la firma dell'autore. Rimangono sempre al top però tutti gli altri comparti tecnici, inclusa la fotografia Masanobu Takayanagi, le sempre belle musiche di Danny Elfman e l'ottimo montaggio ad opera di Jay Cassidy e Crispin Struthers, senza contare i caratterizzanti costumi firmati da Mark Bridges, che rendono ancora più intriganti i personaggi vestendoli nel modo più congeniale alla loro psicologia e alla loro patologia. Insomma un film che alla fin fine non si può odiare, ma dal quale ci si poteva aspettare molto, ma molto di più di un finale buonista e frettoloso, raccontato nel modo più semplice che potesse esserci ed elogiato troppo presto da una critica cinematografica che sta disperatamente cercando un capolavoro completo in questo 2012/13 che, almeno fino a questo momento, ha sfornato tante buone idee mai sfruttate appieno fino alla fine.


8 commenti:

  1. Un bel film, positivo, però non sempre diretto bene. De Niro finalmente non è svogliato e si è ricordato di essere un attore. Cooper è molto bravo e la Lawrence è un'attrice straordinaria, spero che non si monti la testa adesso che ha vinto l'Oscar.
    Aspetto una tua recensione su Argo:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aspetto di vedermelo, questo Argo, e poi lo recensirò! :)

      Elimina
  2. Mi è piaciuto molto. Grande terzetto di protagonisti (ma non dimentichiamo anche la "mamma" si Cooper a dir poco deliziosa) con un De Niro finalmente tornato ai livelli abituali. Cooper, che detestavo, mi ha sopresa mentre la Lawrence si è confermata favolosa. Ne parlerò anche dalle mie parti.
    p.s. Argo è molto bello

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli attori sono fenomenali, in questo film, ma il ritmo e la seconda parte lo sono molto meno...

      Elimina
  3. Ho apprezzato molto il film, forse perché reduce da troppe pellicole deludenti. Mi ha sorpreso Bradley Cooper, di solito impegnato in ruoli mooolto differenti (Una notte da leoni, Limitless..), qui sembra aver acquisito una maggior maturità.
    Bella recensione comunque! ;)

    http://pensierinviaggioo.blogspot.it

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non riesco a trovare il link per mettermi come lettore fisso al tuo blog... Indirizzami!

      Come ho detto sopra attori strepitosi (e io odio Bradley Cooper, qui a momenti poteva diventare il mio attore preferito), però la seconda parte non c'è, e se c'è scema lentamente in un nulla di fatto... Certo da vedere, ma non il capolavoro che tutti elogiano. Sempre per me, ovviamente :)

      Elimina
  4. Ecco svelato il mistero. E' esattamente cosi che l'ho trovato: 'fastidiosamente superficiale',come se tutte queste vicende assolutamente non-comuni,checchesenedica, scivolassero nella banalita a forza di doverle fare rientrare nella normalita'...Perche chiaro, tutti devo vivere allo stesso modo,tutti devono innamorarsi e tanto meglio se i personaggi fastidiosi e anomali si riconoscono nella loro disperazione cosi la smettono di creare disordine in giro. E io mi chiedo,perche non vanno a chiedere a chi ne sa qualcosa di queste forti connessioni con il proprio se che si scatenano all' all'improvviso? Solo chi le ha vissute puo dirti cosa ne pensa della normalita, ma sbatterla cosi nel grande schermo come lieto fine e un voler inculcarla a tutti i costi e quindi significa solo creare una nice sit-com per famiglie bigotte che il sabato sera decidono di affacciarsi dalla loro finestrella sui problemi altrui,come poi sono tutti quelli che abitano nella via di quest'uomo.Io trovo penoso il modo in cui si possano manipolare sul grande shermo le parole puttana, depresso, e amore incondizionato e darcele gratis,gia dall'inizio del film, cosicche le nostre menti ci possano riempiere i fucili. Lo stesso risultato e stato ottenuto con la sceneggiatura di 50 e 50,con Joseph Gordon-Levit.
    Lato positivo? Un messaggio di fondo: la depressione e la solitudine si sconfiggono grazie all'ironia ed alla compagnia ma ci vuole ben piu di un'ora e mezzo di film. E io mi sento profondamente italiana e penso al sorriso di Giulia(L'ultimo bacio) che nella scena finale sorride ad un ragazzo che corre nel parco insieme a lei e sembra volerla sedurre. Che il marito e la figlia stiano pure tranquilli a casa,ma i cocci,va ricordato, quando vanno in pezzi sono difficili da ricomporre quindi una acuta scena finale come questa e' il vero trucco per non deludere un pubblico di un certo spessore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non concordo con il paragone 50e50 che comunque ha un finale molto diverso. In quel film il regista ha raccontato la presa di coscienza di un male da parte del malato in una maniera approssimabile all'epica cavalleresca: l'eroe che deve affrontare delle prove e che deve distinguere gli aiutanti buoni da quelli cattivi. Il premio? La vita. Tralasciando questa fantasiosa interpretazione il personaggio di Levitt affronta la sua lotta in maniera umana e realista, e anche il finale resta comunque umano e realista, perché molte persone si salvano dal tumore (lo stesso Gene Wilder, grande attore e autore di cinema, ha lottato tre volte contro il cancro, e tre volte ha vinto). Nonostante il buonismo di fondo, il risultato finale è comunque apprezzabile e approssimabile alla realtà, cosa impossibile per Il Lato Positivo, che si trasforma da dramma umano a Cenerentola in quattro e quattr'otto, ammiccando al pubblico di massa e, ovviamente, alle candidature agli Oscar. Girava un finale alternativo, sul web, in cui i due nonostante la felicità iniziale del rapporto continuavano ad urlare e a scannarsi a vicenda.

      Se si racconta una storia reale o pseudo tale, non si dovrebbe mai perdere il contatto con il realismo. 50e50 non lo perde, nonostante il suo lato mieloso, mentre Il Lato Positivo sì, diventa una favola, a un certo punto del suo sviluppo.

      Elimina