10 gennaio 2013

Mi Consenta

Finalmente riusciamo a recuperare la nostra dignità cinematografica e a farci valere ancora una volta, come faceva il buon vecchio Totò e come il nostro amato Alberto Sordi. La comicità italiana recupera il suo fascino malinconico e, con un fantastico sguardo al passato, in particolare agli ultimi vent'anni, riesce a farci ricordare i bei tempi ormai andati. Protagonista di Mi Consenta il premier politico nonché imprenditore italiano Silvio Berlusconi che, nonostante faccia a gara con Nicole Kidman per quanto si sia rifatto, riesce ancora a regalarci espressioni facciali migliori di Kristen Stewart. Berlusconi interpreta il ruolo di un leader politico ormai inconsistente, deriso da tutti e additato anche dai suoi collaboratori. Nessuna spalla per il povero protagonista, per rafforzare il ruolo degli antagonisti Michele Santoro e, il migliore di tutti, Marco Travaglio, che ci regala una performance paragonabile a quella che ha regalato l'Oscar a Christoph Waltz nel 2009 per Bastardi Senza Gloria.
La sceneggiatura è stata scritta a sei mani dai tre protagonisti principali, che giocano con la metacinematografia parlando di regole decise prima che la puntata del fantomatico programma vada in onda sulla televisione. Non mancano le controparti femminili, in questo impressionante gioco del trono italiano, impersonate da Giulia Innocenzi e da Luisella Costamagna, che pareggiano le comparse maschili che qui si sprecano. Una commedia dai toni forti ma dalle battute sempre più aspre: interessante notare come la storia giri attorno ai misteriosi passati dei tre protagonisti ma ancor più attorno ai loro rapporti di amore/odio ("Lei Travaglio mangia grazie a me da anni" rimarrà negli annali). Ottima la regia misurata e mai di parte del fantastico Alessandro Renna, un regista che ci offre grandi speranze, ma poco curate e troppo anonime le musiche di Nicola Piovani, forse per dare più smalto al realismo e all'approfondimento psicologico dei personaggi, tutti con scheletri nell'armadio. Il risultato è una rappresentazione patetica della politica contemporanea nostrana, una roba che Tutto Tutto Niente Niente si sogna la notte, soprattutto grazie all'accurata messa in scena che regala tempi comici mai errati e un montaggio ottimo e in pieno stile con il ritmo dello script. Nessuno aveva mai osato tanto nel panorama filmico italiano: fare interpretare ad attori che attori non sono le parti di loro stessi e lasciare loro piena libertà creativa in fase di sceneggiatura. Berlusconi si dimostra due spanne sopra gli altri, grazie alla sua capacità innata di improvvisare e di rubare la scena a chiunque (peccato che Woody Allen abbia contato su Benigni per il suo To Rome With Love). Non ero sicuro, e non lo sono tuttora, sul fatto di pubblicare o meno questa recensione, ma alla fine la fiducia nella legge italiana ha vinto: ho deciso che la libertà di stampa e di pubblicazione potrà tutelare i miei diritti di blogger, al massimo mi beccherò una decina di processi civili per diffamazione! Quindi a voi l'ardua sentenza di scegliere se vedere o meno questo film, ma io vi consiglio caldamente di farlo. E' uscito troppo tardi per essere candidato agli Oscar di quest'anno, ma sicuramente l'anno prossimo avrà un posto nella cinquina dei Migliori Film Stranieri. Forse la migliore commedia italiana dal 1994.



6 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie mille! Apprezzo sempre questi fin troppo buoni complimenti. Che mi fai il favore di condividerlo su fb, visto che io l'ho fatta girare poco? :D

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  2. Oserei dire il miglior film degli ultimi 150 anni XD

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