30 gennaio 2013

Jackie Brown


Essere appassionati di cinema non significa solo vedersi l'ultimo film in voga, a volte nemmeno pagando il biglietto ma semplicemente usando mezzi non molto ortodossi (tanto meno legali), ma significa recuperare vecchie glorie che non tutti conoscono, a volte anche se questo ne richiede l'acquisto in DVD. Essere appassionati di un regista, allo stesso modo, non significa recuperare solamente la sua ultima opera, a volte senza nemmeno andare al cinema a vederla, ma significa cercare di apprezzare e comprendere ogni suo film. Con A Prova di Morte io non ce l'ho fatta, non riesco proprio a farmelo piacere, seppure ne comprenda le qualità innegabili. Ma con Jackie Brown il processo di apprezzamento è stato facile, tanto facile che riesce a fare a lotta con altri titoli per diventare il mio film preferito di Quentin Tarantino. Che non sia il solito Tarantino lo si capisce già dai titoli di testa, nei quali Pam Grier scorre su un tappeto mobile davanti ad uno sfondo fatto di tasselli simili a un mosaico, a simboleggiare la trama intricata e il piano meticoloso che più avanti Jackie elaborerà.
Ma il punto forte della pellicola è il modo in cui Quentin usa tutti i mezzi a sua disposizione per giocare con il tempo della vicenda (una sola battuta detta da Robert De Niro, ad esempio, ci fa capire che sono passati diversi anni da una scena all’altra), facendo esplodere questo suo virtuosismo cronologico nella sequenza finale dello scambio del malloppo al supermercato, dove il montaggio ha un ruolo fondamentale, perché trascina lo spettatore avanti e indietro nel tempo mostrandogli la stessa situazione da punti di vista differenti, personaggio dopo personaggio. Quando si parla di un film di Tarantino, però, non ci si può dimenticare del ruolo fondamentale che la musica gioca ogni volta che viene messa in campo. Qui i temi sonori non svolgono la semplice funzione di delineare i caratteri dei protagonisti, ma servono anche per fare capire i loro spostamenti (le canzoni, infatti, sono molto spesso diegetiche affinché si approfondisca al meglio l'immersione dello spettatore, che può capire tramite una canzone la distanza di un auto, o se essa sia accesa o spenta). Tuttavia Tarantino non avrebbe potuto fare tutto questo se non dopo aver delineato al meglio la spettacolare sceneggiatura che è riuscito a scrivere, concentrandosi come suo solito sui personaggi ed evidenziando in ogni scena i loro caratteri e i loro desideri. Non si possono, infine, non fare i complimenti all’ottimo cast, con Pam Grier fenomenale, Samuel L. Jackson sempre al meglio, Bridget Fonda piena di carisma, Robert De Niro veramente convincente (in una delle sue migliori performance? Lascio a voi l'ardua sentenza) e Michael Keaton veramente sorprendente (chi l’avrebbe detto che, sia come Batman che come tenente di polizia, sarebbe stato capace di rubare la scena a tutti gli altri?). Probabilmente alcuni considerano Jackie Brown uno dei meno riusciti di Tarantino, forse perché si aspettavano un secondo Pulp Fiction, ma io non mi vergogno a consigliarvi più questa sottovalutata opera che il ben più notato sopracitato lavoro, senza evitare di avvisarvi che si tratta di un film gangster che sicuramente non contiene i toni splatter ai quali l’autore di Le iene ci ha abituato, ma che non per questo è inferiore a tutta la restante filmografia del regista.


3 commenti:

  1. Finito adesso di guardarlo. Che dire: molto bello. Sottovalutato dai più, ma a me è piaciuto: complicato, per carità, ma ben recitato, ben diretto e la colonna sonora è bellissima. Per me il film meno riuscito di Tarantino resta Grindhouse. In Jackie Brown i personaggi hanno spessore, sono carismatici, e non parlano solo per dare fiato alla bocca.
    Ottima recensione, come sempre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti, questo Jackie Brown è il mio preferito di Tarantino, il più diverso della sua filmografia e, di conseguenza, il più originale. Bastardi senza gloria gli arriva pari.

      Elimina
  2. Uno dei più sottovalutati, e invece un grandissimo film!Estremamente maturo, e oggettivamente incredibile.Peccato che la critica per la maggior parte, capisca poco di cosa vuol dire vero cinema

    RispondiElimina