20 gennaio 2013

Frankenstein Junior


Come nasce una parodia? In che modo un film che scimmiotta altre pellicole è in grado di diventare un cult intramontabile piuttosto che una banale commedia priva di spunti interessanti? Anche in una parodia la cosa importante è la passione per il personaggio che si cerca di ridicolizzare. Ce lo hanno insegnato bene Billy Wilder con il suo Vita privata di Sherlock Holmes e Mel Brooks con il suo capolavoro più acclamato Frankenstein Junior. Il film nasce dall’idea di un appassionato Gene Wilder che vuole mettere in scena una parodia sul classico romanzo di Mary Shelley. L’attore chiede quindi aiuto al suo amico Mel Brooks per completare la sceneggiatura e curare la regia del film, il risultato è un fantastico capolavoro ancora oggi imitato ma privo di eguali, pieno di gag senza precedenti e di un umorismo completamente originale. “Una volta scritta la storia, prendi una mazza da baseball e inizia a colpire ogni punto della trama. Se reggono, le tieni, se anche solo scricchiolano le riscrivi, perché la struttura è tutto” dice il buon Mel ad un inesperto Gene in uno dei loro incontri, dando all’amico uno degli insegnamenti più importanti per chi scrive film.
Forse è stata proprio l’accuratezza di Wilder nello scrivere lo script a fare diventare Frankenstein Junior una delle migliori sceneggiature comiche nella storia del cinema, grazie ai tempi comici perfetti e al ritmo mai calante durante tutto il corso del film. Ma se la storia deve la sua originalità soprattutto all’attore protagonista, la regia è tutta merito dell’autore di Balle spaziali. Mel Brooks dimostra ancora una volta (dopo le sue precedenti prove in Per favore non toccate le vecchiette, Il mistero delle dodici sedie e la parodia western Mezzogiorno e mezzo di fuoco) di essere un grande comico, capace di dare ad ogni inquadratura la giusta inclinazione affinché diventi più divertente possibile. Non c’è solo una volontà comica in Brooks, perché in ogni suo film cita sempre e senza mezzi termini le opere da cui trae ispirazione. Se in Balle spaziali avevamo le dissolvenze, i personaggi e l’introduzione tipiche della saga di George Lucas, in Frankenstein Junior troviamo un motivato bianco e nero, un montaggio delizioso anche se grossolano, scenografie, costumi e musiche perfettamente coerenti con le scelte registiche, il tutto inneggiante al vecchio cinema horror della Universal. Anche il doppiaggio italiano cerca di fare del suo meglio per mantenere inalterate le varie battute e gag (“lupu ululà e castellu ululì” è una tra le tante), ma è ovvio che qualcosa si perda, poiché si sta parlando di due lingue diverse. Lodi a non finire, inoltre, al geniale cast che riempie il film con caratterizzazioni meravigliose e indimenticabili, di fatto Igor è uno tra i personaggi più memorabili di tutta la cinematografia mondiale. Ma non possiamo citare solamente l’insuperabile Marty Feldman, perché sarebbe un affronto alle interpretazioni fantastiche di Gene Wilder nel ruolo del Dr. Frederick Frankenstein, di Peter Boyle nella parte del Mostro, di Cloris Leachman che interpreta Frau Blucher e di tutto il resto del cast, capace di regalarci una alchimia collettiva ormai rara e appassionante. “La commedia più divertente del mondo” è la scritta che si può leggere sulla copertina del DVD di Frankenstein Junior, forse un po’ esagerato per invogliarne l’acquisto, ma è fuori da ogni dubbio che questo film è una pietra miliare della comicità mondiale, nonché prototipo di tutte quelle che saranno le future parodie (da Una pallottola spuntata ai moderni Scary Movie). Comicità d'altri tempi da recuperare senza mezzi termini.


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