10 novembre 2012

E' Nata una Star?


In un periodo in cui si sente sempre più parlare di calo qualitativo del cinema italiano, pieno solo di seguiti inutili e senza scopo, di idee trite e ritrite, di pellicole che non hanno mai nulla di nuovo da proporre, il tutto nello stesso periodo in cui la cinematografia inglese brilla al meglio con il suo splendore, sia per storie che per regia, Luciana Littizzetto pensa bene di prendere spunto dall’isola al di là della Manica e di convincere qualche interessato produttore a finanziare un nuovo film tratto da una storia di Nick Hornby, un autore anglosassone nonché sceneggiatore di An education. È nata una star? è una commedia dai toni agrodolci come solo gli inglesi sono capaci di scrivere.
L’atmosfera british si respira più o meno per tutto il film, anche se qualche volta se ne sente il calo. Ma, se la storia originale, simpatica, spigliata e critica scritta da Nick Hornby fa sì che questa pellicola susciti un po’ di interesse, ciò non accade se ci si concentra sulla regia di Lucio Pellegrini, spesso asettica e, il più delle volte, priva di uno studio alle spalle (dettagli e particolari vengono inseriti perché sono carini e non perché significhino essenzialmente qualcosa. E i primi piani di persone che parlano guardando in camera non solo sono fuorvianti, ma privi di una motivazione logica o simbolica che sia). Insomma, il piano di regia risulta interessante solo quando il film si concentra sui due protagonisti principali, ovvero Lucia e Fausto, i genitori di Marco, rispettivamente interpretati da Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo. Lei, vista la passione che l’ha coinvolta leggendo questa storia, si destreggia al meglio, raccontandoci una madre sconvolta, preoccupata, piena di domande, che si sente responsabile, ma anche una imprevedibile comandante, la quale non perde certo la sua naturalezza, nemmeno in situazioni come queste. Lui, d’altro canto, si presenta per un caratterista interessante, ricco di originalità e sempre ottimo nel ruolo della spalla della moglie, il quale mette in mostra un papà sconcertato e incerto sul da farsi, desideroso di affrontare a muso duro il figlio ma anche conscio del fatto che tutto ciò non potrà portare a nulla di buono. Nonostante i due attori ce la mettano tutta per creare empatia con il pubblico (e ci riescono con pochissime riserve), il film spesso soffre di uno sviluppo frettoloso in alcune sequenze potenzialmente interessanti, che sarebbero potute risultare molto più importanti e comiche se approfondite con maggior autocritica. Anche il fatto che tutto quanto ci appare come un collage di gag scollegate tra loro (se non per il filo logico del film porno) non aiuta molto la pellicola, che non vede l’ora di esplodere in tutta la sua efficacia comica e critica, ma che non ci riesce perché ristretta, alcune volte, nei cliché del cinema italiano. In sostanza l’ultimo lavoro di Lucio Pellegrini si trasforma nell’ultimo lavoro di Luciana Littizzetto, a tratti divertente e curioso, ma che non riesce mai a rivelare la sua vera natura.



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