12 febbraio 2013

Dragonball Evolution

Il più moderno tentativo americano di trasportare l'epica storia ideata da Akira Toriyama tanto tempo fa in un film commerciale di poche pretese si trasforma ben presto in una accozzaglia di rimandi alla filosofia orientale suddiviso principalmente in due parti: nella prima parte si ride a crepapelle per le continue stupidaggini di sceneggiatura, regia e montaggio inserite all'interno della trama, mentre la seconda parte è una continua noia mortale nel disperato tentativo che una orripilante Computer Grafica ed un trucco che definire semplice è riduttivo possano congiungersi e dare vita ad un combattimento finale quantomeno goliardico. Dragonball Evolution risulta invece, nel suo complesso, l'ABC dell'anti-cinema sia commerciale che d'autore, a causa della sua regia non-regia, del suo montaggio-non montaggio e della sua fotografia-non fotografia. Il peggior risultato di tutti lo ottiene James Wong che oltre a prendere le redini di un progetto tanto ambizioso sembra quasi non sapere che cosa sia una macchina da presa: carrelli che si inclinano senza una motivazione, giochi di fuoco superflui e mal fatti, sequenze d'azione lente e piatte e così via.
La sceneggiatura di Ben Ramsey, oltre a stravolgere completamente la storia di Toriyama, ci presenta dei personaggi stupidi, monotonici e privi di qualunque capacità di creare empatia con lo spettatore: non c'è personaggio che non riuscirete ad odiare in questo film, nemmeno il cattivo ha carisma a causa del poco tempo concessogli sullo schermo (che poi come avrà mai fatto a liberarsi dalla prima Mafuuba ancora non si è capito). Lo scarso montaggio di Matt Friedman e Chris G. Willingham esalta tutto il putridume presente in quest'opera a causa di momenti di azione con un editing serrato ma incomprensibile più che altro per colpa di un piano di regia praticamente inesistente, per non parlare dei continui ralenti che non hanno uno scopo enfatico, ma sono semplicemente messi lì affinché il film riesca a superare l'ora e mezza di durata, titoli di coda compresi. La fotografia di Robert McLachlan esalta i colori arancio-rosso tipici delle tute da combattimento di Goku e dei Guerrieri Z, ma la scelta di rendere il tutto a illuminazione intermittente o fosforescente (quando Goku apre il baule in cui c'è la tuta arancione ne fuoriesce talmente tanta luce che sembra abbia aperto un portale per l'inferno) è quanto di più sbagliato si possa fare, gli oggetti sembrano brillare di luce propria e ogni sequenza vive di una patina giallognola decisamente discutibile. Sorvoliamo sulle interpretazioni degli attori (Chow Yun-Fat sprecatissimo, roba che perfino in Pirati dei Caraibi il suo personaggio aveva più valore) e concentriamoci parzialmente sul trucco di Piccolo, interpretato da James Marsters: pessima l'idea di farlo sembrare la brutta copia del villain di The Mask, ma soprattutto perché si sceglie di indirizzarsi verso il make up artigianale quando il drago Shenron e l'Ozaru sono stati fatti in CGI? La cosa peggiore, però, la si ha nella resa dei personaggi in scala: uno scimmione che pare più un gorilla su due zampe, un drago mitico che sembra il serpentello rosso di Mulan (anch'esso qui brilla di luce propria), delle sfere del drago buone solo come palle da biliardo, ogni cosa qui è molto più piccola rispetto all'opera originale. Il risultato è un film raffazzonato che utilizza un nome conosciuto per guadagnare soldi facili: la maggior resa con la minor spesa, e alla fine ciò che ne rimane è una delle pellicole più dimenticabili della storia del cinema.


2 commenti:

  1. Dura molto poco, e manco sono riuscito a finirlo... già non amo molto "Dragon ball" di per sé, se poi il risultato è questo...
    Mi stupisce il voto, perché dopo le maniche larghe degli ultimi Harry Potter mi aspettavo che come minimo gli dessi due stellette XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Maniche larghe... Ma dai, XD Forse con Il Principe Mezzosangue... Sì, sono troppo democratico, a volte. Ma questo è veramente l'orrore

      Elimina