25 marzo 2015

Insurgent

Dopo il pessimo primo capitolo che aprì le danze a questa nuova serie di film dedicata ai giovani adulti in corsa per la sopravvivenza, arriva il nuovo episodio della Divergent Saga, intitolato Insurgent. L'ex regista Neil Burger indossa qui le vesti di produttore esecutivo, lasciando il timone ad un ben più abile Robert Schwentke che, tra alti e bassi, è riuscito a dimostrarsi un discreto mestierante se messo al servizio della giusta sceneggiatura. Con il primo capitolo abbiamo conosciuto i personaggi e scoperto i rapporti che intercorrono nella società governata da un'accigliata Kate Winslet, dove i divergenti sono la razza da distruggere perché impossibile da integrare nell'ordine organizzato e pensato per tutelare la città e la razza umana. In questa seconda parte la storia d'amore tra Theo James e Shailene Woodley comincia a consolidarsi e alcuni dei gruppi della città iniziano a collaborare con il nugolo di divergenti a cui il governo dà la caccia. Riusciranno i nostri eroi eccetera eccetera?
Intendiamoci, il film varca le sale cinematografiche in un momento di assuefazione da survival teen, young adult, cinecomics e fiabe classiche in live action, e ognuna di queste categorie tenta di rubare il medesimo pubblico all'altra, omologandosi con i prodotti appartenenti al proprio genere senza troppa fatica e inventando ben poco rispetto ai propri avversari. Per fortuna, invece, Schwentke ha l'intuizione di non mandare tutto in vacca e di sfruttare quel paio di effetti sorpresa utili, appunto, a sorprendere lo spettatore, anche quello più previdente, anche quello che è riuscito a capire tutti i vari incastri ben prima che la storia li sveli. Peccato però che trascuri totalmente l'insurrezione presentata addirittura nel titolo del film, lasciando che tutta la rivolta sia semplicemente un trafiletto secondario molto meno importante dell'amore e del sentimentalismo che ricopre dialoghi e sequenze dedicate alla coppia innamorata di protagonisti. Tanti momenti si risolvono frettolosamente e i nuovi personaggi secondari non hanno lo spazio giusto per incuriosire il pubblico (la madre di Theo James, impersonata da Naomi Watts, su tutti gli altri), rimanendo appena abbozzati, certi di avere più spessore nel penultimo capitolo che ci sta già aspettando al varco. In sostanza i difetti ci sono, ma sono difetti non considerabili e giustificati da un genere cinematografico che non vuole assolutamente far riflettere il pubblico giovane a cui è rivolto, sorvolando su problemi sociali, politici ed etici relativi all'argomento trattato. Detto questo, non si può negare ad Insurgent una certa audacia nell'accennare timidamente le suddette tematiche qui e là, spargendo anche un po' di sangue (fuori fuoco) ed esagerando moderatamente con la violenza. L'avete più visto voi, un film del genere, dopo il primo Hunger Games? Intendo un film ben diretto, con delle sequenze d'azione non confusionarie, dei colpi di scena che funzionano e anche l'audace volontà di portare qualcosa in più alle orecchie del pubblico (una volta uccisa Jeanine chi prenderà il suo posto?, il rovesciamento politico, il fascismo e il comunismo sullo stesso piano. Ragazzi miei, non è roba da poco!). Ecco, questo nuovo capitolo della saga tratta dai libri di Veronica Roth osa quel tanto che basta da farsi apprezzare e da infondere quel pizzico di speranza utile a trascinare il pubblico verso la visione dei prossimi capitoli.

2 commenti:

  1. Questo sabato la morosa mi costringe a vederlo, quindi saprò dire. Comunque, fare peggio del primo sarà difficile...

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  2. Ciao Manuela :-)
    Visto che il primo della serie a me è piaciuto parto avvantaggiato, se questo capitolo è migliore ne sarò piacevolmente colpito. Saluti e torno sicuramente a commentare dopo che anche io l'avrò visto.

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