18 aprile 2013

The Green Hornet

Quando i kolossal sono trattati come film d'autore, la reazione che generano nel pubblico è quella di una spaccatura netta tra estimatori e detrattori. Uno degli ultimi esempi attinente a grandi linee a quello che stiamo per trattare è Les Misérables di Tom Hooper, capace di dividere il grande pubblico in due parti contrastanti. Quello che succede agli spettatori di The Green Hornet è più o meno la stessa cosa. Certamente al kolossal di Michel Gondry manca quel mordente presente nelle altre sue pellicole, ma nemmeno questo film ad alto budget è privo del marchio di fabbrica di uno dei registi contemporanei più interessanti. Gondry riesce a prendere in giro il filone che al momento ha tanto successo al cinema, ovvero quei film che trattano di supereroi, e ne fa un'opera cinematografica di cui Seth Rogen ne è l'indiscusso protagonista per carisma e per presenza scenica coerente all'idea che l'autore vuole mettere in atto.
Ma il simbolo di tutto questo senso comico/parodistico è indubbiamente Christoph Waltz, cattivo volutamente macchiettistico, villain privo di qualsivoglia carisma, incapace di capire quale sia il suo posto all'interno di questo mondo fatto di maschere e colori vivaci e talmente privo di fantasia e di inventiva da ideare un alter ego che altro non è che la parodia di lui stesso, un cattivo dal nome ridicolo (Sanguinofsky al posto di Chudnofsky), dal costume ridicolo e, soprattutto, con una frase d'effetto alla quale manca proprio l'effetto! Se però Waltz impersona bene questo ironico e satirico concetto di Gondry, tutti gli altri, Cameron Diaz e Jay Chou compresi, vengono racchiusi in un siparietto comico che non riesce ad andare oltre alla classica commedia parodistica americana e che non offre niente di nuovo se non gag piuttosto scontate e battute parecchio monotone. Probabilmente la causa di tutto ciò è la sceneggiatura scritta a quattro mani da Evan Goldberg e da Seth Rogen, autori che più americani non si può e quindi chiusi all'interno di un determinato tipo di comicità proprio come i loro personaggi. Per fortuna le componenti estere di Christoph Waltz e di Michel Gondry salvano questo film dalla piattezza totale e riescono a portare sullo schermo del sano umorismo mascherato da parodia americana che non si limita alla sola CGI ma che spesso si avvale della più semplice e artigianale messa in scena alla quale questo regista ci ha abituato, salvando il salvabile in zona Cesarini. Nota di merito al piccolo cammeo di James Franco, anche lui in piena assonanza con questa farsa supereroistica ma purtroppo presente sullo schermo per pochissimi minuti. Non eccelle invece James Newton Howard, il quale ci regala il suo classico compitino ben strutturato senza offrirci temi memorabili per un personaggio che avrebbe meritato più spessore introspettivo. Ottima invece la fotografia di John Schwartzmann, che sa il fatto suo e che cerca di immortalare ogni momento con la luce e i contrasti giusti, riuscendoci molto bene. Ma in sostanza The Green Hornet è un lavoro riuscito solamente a metà, un buon intrattenimento capace di regalarci qualche momento davvero esilarante ma che avrebbe potuto osare di più. Tutto sommato non mi sento di sconsigliarlo, per una serata con gli amici all'insegna di un cinema complessivamente molto valido è l'ideale. Ovviamente in due dimensioni.


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