29 marzo 2013

Il Grande e Potente Oz

Con un po' di ritardo (volevo evitare la visione 3D ad ogni costo) sono finalmente riuscito a vedermi al cinema la nuova pellicola di uno dei registi che più stimo, ovvero Sam Raimi. Ancora una volta questo grande autore dimostra di avere del talento sempre pronto ad essere esternato in ogni sua pellicola e senza piegarsi completamente agli obblighi di produzioni. I rischi con questo Il Grande e Potente Oz erano principalmente due: quello del fare un film "alla Tim Burton" e quello di fare la fine di Alice in Wonderland (pellicola che considero comunque troppo criticata per essere alla fine un prodotto Disney per bambini). Invece Sam Raimi, che si avvale di uno script interessante steso da Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire, non solo impone il suo personale stile alle sequenze del film ma riesce anche a fare in modo che il suo continuo auto-citarsi mantenga alta l'attenzione degli adulti che hanno accompagnato in sala i loro bambini e che ormai di rivisitazioni delle vecchie fiabe ne hanno viste in tutte le salse.
Molti hanno ben pensato di cercare i continui rimandi al popolare film Il mago di Oz del 1939, ma io, ignorante in materia, mi sono concentrato sul chiedermi quanto Sam Raimi si sarebbe spinto verso l'horror con questo film. La risposta è: quanto basta. Le streghe, nella sequenza finale, sono dei palesi ricalchi dei suoi demoni di La Casa 2 e Drag me to Hell, alcuni momenti invece riportano alla mente Spider-Man 2, altri L'armata delle tenebre e altri ancora il suo primo film, La Casa. Insomma, se la Disney aveva annichilito lo stile di Burton (anche per il fatto che Burton ormai ha fatto moda con i suoi toni dark, al giorno d'oggi sempre più ricopiati ma mai imitati), questa volta fa in modo di non ricadere negli stessi errori e lascia a Raimi una particolare libertà creativa tale da fare in modo che lo spettatore possa sorvolare sui cliché del genere e su alcune banalità di sceneggiatura che altrimenti sarebbero state ancora più marcate. C'è poi da sottolineare la collaborazione con Danny Elfman che circa un decennio fa ci aveva regalato le imponenti colonne sonore di Spider-Man che ancora echeggiano nelle orecchie e che anche questa volta ha i suoi lati positivi, perché ci offrono ancora delle meravigliose musiche che non snaturano lo stile del compositore ma che riescono comunque ad affiancarsi perfettamente a ciò che ha in mente Raimi. Qualche riga bisogna lasciarla, però, all'ottimo cast, in particolare James Franco (anche se qui e là esagera un po' troppo la sua caratterizzazione) e una straordinaria Michelle Williams, vera luce di tutto il film che sovrasta le bellezze di Mila Kunis e Rachel Weisz; simpatica anche la parte dello scrubsiano Zach Braff (sia in CGI che in live action) e irresistibile come sempre il cammeo del veterano Bruce Campbell. Ma ciò che è più da ammirare è il destino degli eroi che si conclude con un finale certamente felice ma allo stesso tempo malinconico. Non tutto finisce gioiosamente e resta quella punta di malinconica tristezza che lascia un po' di amaro in bocca e che solleva questo film dal polverone di fiabe cinematografiche che popolano sempre più il grande schermo. Sam Raimi non risolve tutto riportando la storia alla propria condizione iniziale, ma lascia qualche piccola crepa aperta nei cuori dei suoi personaggi e in quelli degli spettatori. Un film dall'impatto visivo emozionante e pregno di una coralità drammatica che non scivola mai nel ridicolo all'interno del quale si legge sotto ogni sequenza la firma di un regista che sa benissimo cosa vuole dai suoi film e cosa può proporre al suo pubblico.


6 commenti:

  1. Finalmente uno che la pensa come me su questa pellicola, che tutti sembrano aver preso fin troppo sul serio.
    E comunque è Rachel Weisz a sovrastare in bellezza tutte le altre, tzè!

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    1. Rachel Weisz è un cattivo che abbiamo già visto tante volte. La purezza di Michelle Williams mi ha colpito molto di più. Anche se avrei preferito che tirasse fuori le palle nel rush finale.

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  2. Un filmetto senza pretese, salvato solo da uno spettacolare inizio. Il resto fa davvero troppo Alice in Wonderland, tanti effetti speciali e poca sostanza, purtroppo.

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    1. Mi dispiace, ma non credo che in Alice in Wonderland siano presenti personaggi malinconici come quello di Mila Kunis o citazioni al genere horror tipiche di Raimi. La scena del tornado, quella nella foresta oscura e quella della battaglia finale dovrebbero insegnare qualcosa a questi nuovi registi che mi fanno Biancaneve e il Cacciatore.

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    2. La Kunis è l'unica che si salva insieme alla bamboletta di ceramica, gli altri sono delle macchiette, a cominciare dall'irritantissima Williams e da Franco, che a più riprese avrei preso a schiaffoni.

      La scena del tornado è spettacolare e sono d'accordo, così come ho molto apprezzato la citazione de La casa/Drag Me to Hell sul finale, ma è troppo poco per un film di Raimi e per un film su Oz, senza stare a tirare in ballo roba indegna come Biancaneve e il cacciatore.

      Per dire, il vero e grande omaggio al film di Fleming l'ha fatto Tarantino con una sola, spettacolare sequenza di Inglorious Basterds, mentre Raimi si è limitato a creare un giocattolone per bimbi.

      Poi, ovviamente, sono opinioni soggettive e non mi ci incaponirei tanto se Oz l'avesse girato qualsiasi minchietta sbarbatello. Ma stiamo parlando di Raimi, cavolo!! >.<

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    3. Se l'avesse girato qualsiasi altro regista non sarebbe venuto nemmeno in questo modo. Le citazioni non si limitano all'inizio e alla fine e tirare in ballo Tarantino quando si parla di citazioni è scorretto, perché con queste cose lui gioca in casa ed è inoltre molto meno ristretto nel campo dell'inventiva. Tarantino fa i film come vuole lui, Raimi più volte ha dimostrato che qui e là si china al volere della produzione. Spider-Man 3 ne è il più chiaro esempio, e qui secondo me si è fatto valere e non poco sulla Disney.

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