18 dicembre 2012

Ritorno al Futuro

Viaggiare nel tempo è un tema utilizzato spesso e volentieri nel mondo cinematografico. Uno degli esempi contemporanei è il film d'avventura fantascientifica Source Code, del regista Duncan Jones. Ma lì il viaggio temporale era limitato ad un momento specifico e il tutto assumeva delle tinte action/thriller che non hanno nulla a che vedere con questa pellicola, a dimostrazione del fatto che la fantascienza non deve andare necessariamente a braccetto con l’azione e le sparatorie.
È stato tempo fa, ormai, che Robert Zemeckis e Bob Gale hanno deciso di scrivere una commedia fantascientifica basata su una sola domanda: che cosa succederebbe se un ragazzo del 1985 potesse conoscere i suoi genitori da giovani nel 1955? È proprio così che nasce Ritorno al Futuro, pellicola umoristica ricca di tantissime cose, che darà il via ad una trilogia apprezzata in tutto il mondo. La forza principale della pellicola ideata dall’autore di Forrest Gump sta in una sceneggiatura precisa e studiata in ogni minimo dettaglio e su un piano di regia calibrato a puntino in ogni inquadratura. Basti pensare alla sequenza finale del ritorno al futuro, in cui ogni ostacolo possibile e immaginabile è stato sfruttato affinché la tensione degli spettatori salisse alle stelle (l’auto non parte, il cavo si stacca, Doc sta per cadere dal cornicione e via dicendo). Tutto, infatti, ruota intorno allo script, soprattutto il montaggio di Harry Keramidas e Arthur Schmidt e il ritmo generale del film, che enfatizzano ancora di più l’umorismo e la tensione che vengono trasmessi al pubblico, il quale ride e sorride dall’inizio alla fine, simpatizzando con i protagonisti della storia. Tuttavia il film non sarebbe stato lo stesso senza il supporto caratteristico che Christopher Lloyd ha dato al suo Emmett Brown, regalando all’immaginario collettivo un personaggio fantastico, ironico e pieno di buone intenzioni, grazie alla spassosa mimica facciale e all’eccessiva fisicità, senza nulla togliere agli altri interpreti, tra i quali spiccano il protagonista Michael J. Fox seguito da Crispin Glover e dalla controparte femminile Lea Thompson e il villain William F. Wilson. Zemeckis, poi, è un perfezionista in ogni campo e qui riesce ad utilizzare in maniera ottima anche le scenografie di Lawrence G. Paull, i costumi di Debora Lynn Scott e, soprattutto, le musiche (sia quelle cantate come The Power of Love o Back in Time, entrambe di Huey Lewis, sia quelle epiche di Alan Silvestri, che ancora oggi risultano inconfondibili e trascinanti). Il tempo, come sembra ovvio, è un tema portante del film, attorno al quale vengono costruiti dei dialoghi divertentissimi e delle situazioni a dir poco geniali. Originale e spassoso, inoltre, il mettere a confronto due decenni diversi come gli anni ’50 e gli anni ’80, giocando molto sul discorso di vecchio e nuovo e ridendo di gusto quando Marty suona Johnny B. Goode davanti ad un pubblico di giovani vecchi di trent’anni rispetto a lui. Insomma, Ritorno al futuro mette lo spettatore di fronte ad un simpatico modo di rapportarsi con i propri genitori, ed è forse il primo caso di franchise al servizio del pubblico (per Zemeckis e Gale la storia si sarebbe conclusa con il "To be continued" finale, ma i fan hanno gridato a gran voce il loro desiderio di vedere ancora una volta Marty McFly e Doc alle prese con i loro viaggi nel tempo a bordo della Delorean). Umorismo a go go e divertimento a non finire, questa pellicola è ormai una pietra miliare del cinema degli anni ’80, quello a cui molti dei nostri autori contemporanei si sono ispirati e si stanno ancora ispirando. E, anche se ormai sembra impossibile vedere ancora una volta Doc e Brown in un Ritorno al futuro 4, recuperare quella fantastica trilogia ogni volta che se ne ha la possibilità (grazie alle innumerevoli edizioni Home Video presenti oggi sul mercato) è sempre piacevole.


2 commenti:

  1. mio cult assoluto!
    per me 5 stelle strapiene

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    1. Personalmente anche per me balla tra le quattro e le cinque, a seconda del momento in cui lo vedo. Solo Christopher Lloyd meriterebbe cinque stelle! 1.21 GIGOWATT!!!

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