Iconico protagonista creato dal regista Robert Rodriguez, il personaggio di Machete ha cominciato a nascere nella mente dell'autore già tanto tempo fa (un primo cammeo del vendicativo ex federale lo si può trovare nel primo Spy Kids, dove Danny Trejo veste i panni di Zio Machete). Lentamente l'idea si sviluppa e Machete prende vita in un vero e proprio film ricco di pura adrenalina e divertimento, ma non carente di temi fondamentali e ricchi di spunti di riflessione.
Scritta a quattro mani assieme ad Alvaro Rodriguez, la sceneggiatura è la prima cosa da elogiare: studiata con cura e perfezionata fino ai minimi dettagli, riesce a fondere dei dialoghi ironici e spacconi con una fondamentale critica nei confronti di alcuni dei principali problemi del Sud America (come, appunto, l'immigrazione o, tema ben più universale, la politica corrotta e comprata). Fidatevi, alcune chicche di sceneggiatura le scoprirete solo con una seconda visione, e già questo segna 10 punti bonus a favore dello script, il quale sorregge una regia non da poco, sempre pronta ad enfatizzare l'azione e l'ironia di ogni sequenza e studiata in modo da integrarsi al meglio con il montaggio Rebecca Rodriguez (affiancata anch'essa dal poliedrico Robert). La fotografia di Jimmy Lindsey, una delle poche cose che non porta anche la firma di Rodriguez, cattura al meglio i toni splatter e omaggianti di ogni sequenza che rimanda ai classici b-movie di una volta, com'è giusto che sia. Anche Nina Proctor ci mette del suo e permette agli attori di giocare al meglio con i loro costumi, trasformando la visione di Rodriguez in realtà: anche un corpo nudo diventa una perfetta macchina da guerra e ogni pertugio è indispensabile per infilarci armi o telefoni cellulari. Oltre al già citato Danny Trejo che nasce come incarnazione essenziale del personaggio ideato dal regista, troviamo alcuni dei più importanti nomi che hanno contribuito a fare conoscere i film di pura adrenalina al grande pubblico, tra i quali uno Steven Seagal leggermente sovrappeso, un viscido Robert De Niro, un perfido Don Johnson e, più nascosto, Tom Savini (personalità legata più al genere horror che splatter, ma sempre in tema). Non mancano le bellezze femminili tipiche del cinema di Rodriguez: direttamente da Sin City Jessica Alba si trasforma da fragile innocente a determinata poliziotta e Michelle Rodriguez diventa per Robert una anarchica venditrice ambulante. Assieme a loro troviamo Lindsay Lohan nei panni del personaggio forse più mutevole del film, ovvero April, la figlia del senatore, prima adolescente ribelle con la mamma come complice nelle sue marachelle e poi vendicativa orfana alla ricerca del sangue di chi ha ucciso suo padre. Elogiamo, in ultimo, la colonna sonora curata dal gruppo musicale di Rodriguez, i Chingon, che partecipano alle pellicole del loro chitarrista praticamente da sempre e che rispecchiano in tutto e per tutto le idee e lo stile dell'autore (sarebbe strano se così non fosse). Arrivato in Italia con una notevole differenza rispetto a tutto il resto del mondo, Machete sa divertire e regalare quella dose di adrenalina che ogni fanatico di splatter cerca, ma è sconvolgente e oltremodo sorprendente il modo in cui riesca a mettere sotto gli occhi di tutti tematiche profonde e particolarmente riflessive, nascondendole all'interno di pallottole, donne nude, sparatorie e intestini trasformati in armi improprie. Assolutamente un film che nessuno, e sottolineo nessuno, deve perdere.
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