Dopo tante peripezie, tanti personaggi e, soprattutto, tanti registi, ecco che la saga fantasy ispirata ai romanzi di J. K. Rowling trova finalmente la sua conclusione anche sul grande schermo. Sette libri e otto film per dire addio a Harry, Ron, Hermione e a tutto l'universo che li circonda e a mettere la parola fine tocca a David Yates con questo Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2. Ammesso e non concesso che il motivo principale che ha spinto i produttori a suddividere l'ultimo libro in due film sia stato l'incasso facile, possiamo dare il via alla recensione vera e propria del gran finale, il quale una volta per tutte decide di concentrarsi sui tanto agognati toni dark e sul tanto atteso ritmo concitato. Impossibile cercare di capire come mai abbiano deciso di lasciare il meglio per ultimo, senza suddividere in maniera omogenea romanticismo e azione in entrambe le parti di questo finale, ma nemmeno ci importa visto l'ottimo risultato che la componente dell'intrattenimento riceve con questa suddivisione.
Dopo i pesanti e lenti sviluppi della prima parte, questo secondo atto prende il via in maniera rapida e coinvolgente, rivoluzionando lo stile di Yates e il suo modus operandi tipicamente commerciale e incentrato su un modo piuttosto poco originale di fare cinema. Nonostante le numerose sfide che ostacolano i tre protagonisti (e quindi un ovvio ritmo frenetico), Yates riesce comunque ad indebolire l'azione infilando forzatissimi ralenti praticamente ogni volta che il suo montatore Mark Day glielo permette: che Paciok impugni una spada, che Potter raccolga una bacchetta o che Voldemort si sgretoli in mille pezzettini di cenere, ciò che importa a Yates non è tanto cogliere l'enfasi del momento quanto infilarci un ralenti che secondo lui è evidentemente l'unico escamotage cinematografico capace di dare importanza alla situazione. Abbiamo poi un finale tirato troppo per le lunghe, ma necessario per spiegare al pubblico che non ha letto il libro il misterioso giro di eventi che la Rowling ha pensato per trasformare un banale passaggio di bacchette in un intricato rompicapo, come anche a dare il definitivo addio ai vecchi protagonisti e un caldo benvenuto alla nuova generazione di maghi e streghe che potranno andare a studiare ad Hogwarts senza più avere paura di basilischi, ragni giganti e machiavellici insegnanti di Difesa contro le Arti Oscure. Proprio per il gran finale Alexandre Desplat recupera il tema originale ideato da John Williams, per sancire la definitiva conclusione del periodo oscuro, così come Eduardo Serra abbandona i toni cupi e cenerei della sua fotografia per ritornare alla classica luce di Londra, un po' nebulosa ma affascinante proprio come la città. L'unica pecca della sceneggiatura di Steve Kloves sono i dialoghi che, molto spesso, inseriscono in bocca ai personaggi battute forzatamente ironiche e frasi sentite più e più volte, messe lì giusto per enfatizzare il lato commerciale della saga. Tra gli attori giovani spicca ancora una volta Emma Watson, che merita lodi e onori a non finire (come infatti la sua carriera post-Hermione ha dimostrato), mentre tra quelli della vecchia guardia non possiamo non citare Alan Rickman che, complice la complessità del suo personaggio, è sicuramente la perla più pregiata di un cast di attori inglesi finalmente sfruttati al massimo. La seconda parte della conclusione di una saga decennale è quindi un ottimo film di intrattenimento, che non tocca le alte vette autoriali raggiunte da altri registi che si sono affacciati a questo mondo, ma che comunque non è nemmeno tra i punti più bassi raggiunti da questi otto film. Una via di mezzo più che soddisfacente.
L'ho trovato davvero freddo e sbrigativo, poi il finale tronco del primo film fa aprire il tutto da un punto morto, il che non perette al film di sorreggersi sulle proprie zampe.
RispondiEliminaUn finale un po' leggero per una saga che voleva avere questa importanza...
Perdonami, non ho capito il discorso del finale tronco e del punto morto...
EliminaLa prima parte dei Doni della Morte si concludeva in maniera quasi tronca, senza concludere il discorso che stava alla base. Di conseguenza questo film prosegue un discorso interrotto sul più bello, e non ha le basi sulle quali sorreggersi. Inizia che sembra spuntare dal nulla.
EliminaAnche nell'ultimo Twilight hanno fatto un lavoro migliore a livello di suddivisione.
C'è gente che critica l'ultimo Twilight a prescindere. Io dico, come sempre, onore al merito. Twilight è una porcheria, ma ha quel qualcosina di salvabile. Qui per me è la stessa cosa, solo che il qualcosina è diverso.
EliminaPreso a sé questo secondo capitolo tiene finalmente sostenuto il ritmo, carente nei due precedenti. E' il solito discorso delle due stellette e mezzo, ma dargliene due questa volta mi sembrava troppo poco.
Alexandre Desplat ha fatto un lavoro PAZZESCO!!!!!!!!! la prima scena a hogwarts con il logo del film,la battaglia,il ricordo di piton ecc. FANTASTICO!!!
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