Tornano i Reduci Estremamente Distruttivi (Retired Extremely Dangerous in lingua originale) portati sullo schermo per la prima volta da Robert Schwentke e questa volta riproposti in chiave molto simile da un altra mano, quella di Dean Parisot, più mestierante che autore di cinema (questo è solamente il suo quarto film, tutto il suo lavoro si è concentrato sul piccolo schermo). Si nota già da subito la poca novità che porta questo cambio di regia poco originale e molto legata al primo capitolo (alcune soluzioni risultano ricopiate da RED, come ad esempio l'entrata e l'uscita dai veicoli del personaggio di Frank aka Bruce Willis o anche le tranzisioni di passaggio da una città ad un altra, molto simili all'idea di Schwentke ma maggiormente legate al mondo del fumetto a cui questo film si ispira, ideato da Warren Ellis e Cully Hammer). Diverte ancora una volta, anche se in maniera un po' più stancante, il personaggio di John Malkovich, forse un po' troppo macchietta e poco modificato rispetto a ciò che aveva offerto nel precedente capitolo.
Questo è però ciò che accade a tutti i personaggi apparsi nella vecchia pellicola, compresa Helen Mirren e il troppo poco sfruttato Brian Cox. Per fortuna l'attenzione della storia, scritta dagli sceneggiatori del primo film John Hoeber ed Erich Hoeber, si concentra su Mary-Louise Parker e sulla new entry Catherine Zeta-Jones, le quali imbastiscono una divertentissima e spietata guerra tra donne per ingraziarsi le premure di Willis che culmina in una spassosissima sequenza d'inseguimento automobilistico che ha come obiettivo la cattura della Rana David Thewlis (il professor Lupin della saga di Harry Potter). A questo grande cast si aggiunge il bravissimo Anthony Hopkins, qui nelle vesti di uno schizoide con una parte fondamentale per la storia e per il destino dei nostri eroi pensionati. Se però la prima parte riesce ad intrattenere e a coinvolgere, la seconda si mostra troppo dilatata e zeppa di cliché abusati nel mondo del cinema d'azione, compresi i potenziali effetti sorpresa che possono essere previsti già venti minuti prima che vengano mostrati al pubblico. Risultato enfatizzato dalla scelta di sparare tutte le nuove cartucce, compresa l'abilità nelle arti marziali del miglior killer su commissione del mondo Byung-hun Lee, durante il primo tempo, lasciando che alcune di esse vengano addirittura sacrificate nella seconda parte per una maggiore drammaticità della storia, con l'unico risultato di rendere gli ultimi dieci/quindici minuti del film anche piuttosto insostenibili per qualcuno. Ma il ritmo resta comunque ben calibrato anche grazie al lavoro del montatore Don Zimmerman, nonostante alcuni errori dovuti ad una regia troppo superficiale e poco ponderata, e anche le musiche di Alan Silvestri rendono il tutto più coinvolgente. Tutto sommato, raccogliendo i lati positivi e quelli negativi del film, il risultato è abbastanza accettabile, il film intrattiene e diverte nonostante i pochi momenti originali e le tante scopiazzature dal suo prototipo diretto da Schwentke, riuscendo a fare passare una allegra serata in compagnia di un grande cast in piena forma, anche se non completamente sfruttato. Chi ha apprezzato il primo capitolo si divertirà anche con questo secondo, ma se il precedente film non vi ha convinti evitate questo RED 2, poiché recupera la stessa identica formula e la ripropone con qualche novità, troppo poche per offrire un prodotto che vada oltre il minimo sindacale.
Immaginavo che non sarebbe stato all'altezza del primo ma andrò a vederlo lo stesso!
RispondiEliminaIn ogni caso diverte.
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