12 settembre 2016

Ghostbusters

Per quanto possiate sforzarvi, per quanto vogliate a tutti i costi marcare considerevolmente gli errori ed i lati negativi di questo prodotto, non riuscirete, miei cari fanboy della vecchia guardia, ad affossare completamente il lavoro del regista Paul Feig su questa nuova versione dei famosi ed acclamati acchiappafantasmi. Il reboot al femminile di Ghostbusters riesce infatti a rinfrescare il franchise senza troppi problemi, puntando sul rinnovamento senza dimenticarsi di ammiccare qui e là a ciò che è già stato fatto.

La trama è piuttosto elementare: quattro sgangherati personaggi femminili esperti (più o meno) di scienza si ritrovano a studiare i fenomeni paranormali che inspiegabilmente si manifestano uno dietro l'altro tra i palazzi di New York; il resto potete intuirlo senza troppi problemi. Ebbene, se la storia non propone particolari innovazioni rispetto al vecchio e amato prodotto del 1984 di Ivan Reitman (qui in veste di produttore esecutivo), ecco che la novità viene portata sullo schermo dai personaggi e dalle loro interpretazioni.

Con un quartetto tutto al femminile, Paul Feig riesce ad offrire al pubblico un diverso punto di vista in merito ai rapporti sociali di qualsivoglia tipo presenti sulla scena, caratterizzando le sue eroine in maniera differente ma sempre attenta e puntuale, offrendo al pubblico un poker di attrici che riescono, con la loro bravura, il loro carisma e l'alchimia di un gruppo sentitamente affiatato, a fare appassionare lo spettatore e ad offrirgli qualcosa che non aveva ancora visto, all'interno di questo franchise, senza che nessuna delle quattro sovrasti le altre per importanza (proprio come accadeva con il quartetto originale) e dando al pubblico la possibilità di scegliere la sua preferita (per quanto mi riguarda, Kate McKinnon rulez).

Ma, ahimè, il film non è esente da difetti, primo tra tutti una poco accurata gestione della componente action, che avrebbe necessitato di più attenzione e spazio, soprattutto in uno sci-fi figlio dei giorni nostri che narra di una ipotetica apocalisse guidata da spettri. Feig invece si concentra (egregiamente, ammettiamolo) sui dialoghi e sui rapporti tra i personaggi, costruendo una prima parte quasi impeccabile ma ritrovandosi, così facendo, ad affrontare un secondo tempo decisamente meno graffiante e più moscio.

Non mancano, ovviamente, le strizzatine d'occhio all'immaginario già noto di questo universo, dai cammeo di Ernie Hudson, Dan Aykroyd, del burbero Bill Murray e di Sigourney Weaver fino alle citazioni musicali del tema di Ray Parker Jr., passando per l'iconico Slimer e il pupazzo di Marshmallow, le quali arrischino il film per fare gioire i fan senza trasformare tutta la baracca in un nostalgico revival di cose già viste.

Feig, insomma, fa bene il suo ruolo di commediante, ma si ritrova a disagio nei panni del regista d'azione, ruolo nel quale ancora deve farsi le ossa. Fosse stato per me gli avrei dato in mano il sequel, il terzo capitolo e anche un ipotetico quarto episodio ma, purtroppo, il botteghino parla chiaro e qualcuno, in giro per il mondo, aveva già deciso che questo reboot non s'aveva da fare. Vorrei mettermi a parlare dell'ignoranza dello spettatore medio, dell'arroganza del fanboy di fanteria, dell'ottusa occlusione mentale di un pubblico impreparato al nuovo, spaventato, morbosamente attaccato ad un passato che crede personale ed intoccabile, ignorante del fatto che esso sia proprietà collettiva e che possa essere svecchiato in maniera serena e nuova, senza essere per nulla cancellato.

Vorrei, ma perderei il focus principale del testo. Mi levo quindi il cappello dinnanzi a Paul Feig e a tutto il cast tecnico ed artistico di questa piacevole ventata d'aria fresca, senza dilungarmi oltre. Qualora non siate della stessa mia idea, vi ricordo che Ghostbusters e Ghostbusters II sono sempre lì e nessuno ve li toccherà; voi, invece, avete impedito la realizzazione di un sequel che avrebbe potuto cancellare i difetti di questo primo esperimento e dare vita ad un secondo episodio più scoppiettante e senza freni. Un sequel che, onestamente, avrei voglia di vedere.


2 commenti:

  1. Il grande difetto di Ghostbusters è che ha ammiccato troppo. Avrebbe potuto trovare la sua strada senza i continui riferimenti al capostipite, invece così è diventato un filmetto senza infamia né lode.

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  2. Un tempo si può vedere. In buona qualità potete vedere qui: Ghostbusters (2016) Streaming

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