9 novembre 2013

Rosemary's Baby - Nastro Rosso a New York

Dio è morto si esclama ad un certo punto del film, continuando poi la frase con un elogio a Satana. Già dall'inizio, però, la pellicola sembra sottolineare questo breve e incisivo passaggio che sfocerà poi in un continuo vortice di illusioni e inganni, sia per lo spettatore che per la povera Rosemary Woodhouse, interpretata dalla fragile Mia Farrow, la quale diventerà vittima di una setta satanica che vuole impossessarsi di suo figlio per offrirlo in sacrificio al Diavolo. O almeno questo è ciò che sembra, ma qual è la verità che c'è dietro ai sospetti di Rosemary? Roman Polanski adatta per il grande schermo l'omonimo libro di Ira Levin scrivendone la sceneggiatura e curandone la regia nei più piccoli particolari, elaborando un crescendo esasperante di tensione e ansia, angoscia e timore per la povera e ingenua protagonista, unica figura angelica in un cast di deplorevoli personaggi negativi (la sola infatti vestita di un paradisiaco celeste), unico barlume di bontà in un mondo terrificante e marcio, votato al Male e terribilmente egoista.
All'interno di questo film Polanski ci pone di fronte ad un microcosmo rappresentativo della nostra società, dove i più ingenui e sinceri vengono schiacciati dalla perfidia che ingloba tutto all'interno di sé e dove il male è sempre dietro l'angolo. Lentamente, passo dopo passo assieme alla povera Rosemary, lo spettatore viene a conoscenza delle terrificanti verità che si celano dietro gli eventi accaduti e che avverranno all'interno della palazzina nella quale lei e il suo fidanzato si sono trasferiti da poco. Il pubblico cerca assieme alla protagonista di sciogliere la matassa e di distinguere le figure positive dagli antagonisti all'interno di un mondo in cui la falsità ha reso tutto confuso e impossibile da decifrare, soprattutto per una mente fragile e sempliciotta come quella di Rosemary. L'azione principale si svolge all'interno della nuova casa acquistata dai due giovani innamorati che hanno deciso di trovare un nuovo appartamento, il quale però ha un oscuro passato, misterioso e grottesco tanto quanto ciò che nasconde concretamente e tanto quanto i vicini di casa, apparentemente dei simpatici vecchietti un po' invadenti ma che nascondono qualcosa di strano. In questo film Polanski dona una duplice identità sì alle persone, ma anche alle cose e la già citata nuova casa ne è il più chiaro esempio, ma si può pensare anche alla frase il nome è un anagramma e al contesto in cui viene pronunciata (che non sarà descritto qui per evitare fastidiosi spoiler); per Polanski tutto ha una doppia faccia, ogni cosa nasconde un pericolo e le uniche persone di cui ci si può fidare vengono fatte fuori una dopo l'altra da quel Male di cui sopra, tant'è che gli apparenti aiutanti che rimarranno in vita non saranno in grado di aiutare la protagonista, la quale andrà incontro al suo destino già anticipato dalla prima sequenza e dalla sua inquietante colonna sonora. Un destino (perdonate se ve lo svelo) di sopravvivenza ma, se riflettete sulla frase che anticipa quest'ultima affermazione, potete già intuire quale fato attende Rosemary perché, nel mondo contemproaneo, o al Male si soccombe o ci si sposa ad esso.


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