"No, dai, basta, lo passano tutti gli anni, quest'anno non lo guardo." E con questo discorso sono andato avanti per una buona decina di Natali o poco più, evitando di vedere Mamma ho perso l'aereo per molto, forse troppo, tempo. Così, recuperata in DVD la vecchia opera di Chris Columbus, la riscoperta è stata duplice. Molti passaggi e molti personaggi erano stati rimossi dalla mia memoria labile e non rinfrescata per tanto tempo, con il risultato di trovarmi a rivedere questo film con gli occhi di un adolescente apparentemente maturo ma decisamente più grande. Il risultato? Lo stesso, ovvero divertimento puro e semplice ma pur sempre efficace e la visione del medesimo film con i medesimi occhi. Sì, perché Mamma ho perso l'aereo gode dell'incredibile capacità di farti tornare bambino e di simpatizzare con il protagonista qualunque età tu abbia. Saranno forse i mille personaggi secondari sgradevoli ad enfatizzare il ruolo del protagonista Macaulay Culkin, oppure il fatto di trovarsi da solo a dover difendere la propria casa, improvvisamente adulto e responsabile, pronto a fare la spesa, il bucato e quant'altro serva per riuscire a vivere come uno scapolo precoce.
A sceneggiare tutto questo c'è John Hughes, autore della saga dedicata al San Bernardo Beethoven e di pellicole singole come Flubber o il film in live action de La carica dei 101 con Glenn Close. E quando due menti come Hughes e Columbus si mettono insieme, il risultato non può essere che questo. Perché il regista del Natale è ormai un esperto (ricordate i primi due film di Harry Potter?), ma è anche un navigato autore di commedie sentimentali per tutte le famiglie (tra le quali spicca Mrs. Doubtfire), per cui è quasi impossibile che il bersaglio non venga centrato, soprattutto se ci si mette in mezzo anche il compositore John Williams con il suo iconico stile e il montatore Raja Gosnell, futuro regista del terzo film dedicato al ciclo Home Alone, il quale fa un lavoro particolare soprattutto nelle caotiche scene iniziali all'interno della casa e nella simpaticissima sequenza in aeroporto, senza però dimenticare tutto il rush finale in cui Kevin deve difendere la sua casa dai due ladri impersonati da Joe Pesci e dal fantastico Daniel Stern. Con un insieme di nomi di questo calibro è piuttosto comprensibile che questo film sia diventato in breve tempo uno dei cult più importanti per il periodo natalizio mondiale, ma magari c'entra anche il fatto che il messaggio moralista e buonista (tipico del cinema di Columbus) non manca, per cui non togliamo al film ciò che effettivamente è, ovvero un ottimo spunto per i bambini e per i genitori affinché possano capire i loro limiti e i loro errori e riescano, alla fine della visione, a scoprirsi un pochino migliori di com'erano prima che il film iniziasse. Non so, magari l'idea di fondo è un po' presuntuosa e magari non è questo ciò che voleva la produzione, ma non si può pensare a Mamma ho perso l'aereo senza riflettere su quanto i personaggi si ritrovino cambiati alla fine del loro viaggio.
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