È tutta colpa dell'uomo. Questo era il mio pensiero fisso mentre i titoli di coda di Apes Revolution continuavano a scorrere sullo schermo della sala cinematografica. Perché è l'uomo ad avere avviato tutto, ad arrampicarsi sugli specchi incolpando le scimmie di avere diffuso il virus che li ha sterminati, a portare un fucile dove Cesare aveva imposto come unica regola "no armi", a preparare un piano alternativo per prendersi con la forza ciò che pensavano di non ottenere con la gentilezza, facendo quindi andare su tutte le furie un Koba già pieno di rancore nei confronti della razza umana, che lo ha ingabbiato, torturato, mutilato e sfregiato. È di certo quel Koba a scatenare tutta una serie di eventi che porteranno all'inevitabile guerra tra razze, ma io mi sono soffermato un attimo a pensare: che cosa sarebbe successo se l'uomo non avesse preparato tutte quelle armi e Koba non le avesse viste? Che cosa sarebbe successo se la scimmia fosse stata trattata come Cesare dai suoi carcerieri? Sarebbe andata allo stesso modo?
L'ultimo film della fortunata saga Fox ha alla regia un ispiratissimo Matt Reeves che segue le orme già tracciate dal precedente capitolo e lancia allo spettatore importanti spunti di riflessione, nonostante gli evidenti problemi che limitano il film e impediscono di gettare cappelli in aria e rose sul palcoscenico al grido di capolavoro, come ad esempio alcuni momenti fortemente dediti alla spiegazione esplicita, ma anche una scrittura non completamente equilibrata. Ma non stiamo a rimarcarne i difetti, discutiamo invece su come questo film riesca a demistificare il concetto di diverso (dagli indiani di Piccolo grande uomo ai Na'vi di Avatar il diverso è sempre migliore dell'uomo) e a mettere tutti sullo stesso piano, senza però farci dimenticare che tutto è cominciato per causa nostra, razza dominante spaventata e impaurita perché ha perso il suo stato privilegiato e vuole riottenerlo con ogni mezzo necessario. Il film comunque non rende entrambi i popoli, umani e primati, uguali solo dal punto di vista della vendetta e della paura, ma anche dal punto di vista genitoriale: questa è infatti anche una pellicola sulla paternità, dove Cesare diventa padre per la seconda volta, Malcolm deve pensare a proteggere suo figlio, Dreyfus esplode in lacrime appena rivede la foto dei suoi figli morti a causa del virus (la miglior prova d'attore di Gary Oldman in questo film). Di fatto, ora che ci penso, i folli che cercano di distruggere la razza opposta sono proprio la scimmia frustrata senza figli e l'uomo che ha perso la sua prole in passato, mentre i padri che hanno dei bambini da proteggere fanno di tutto per risolvere la situazione in modo pacifico. Ma la guerra verrà (lo sappiamo dai precedenti capitoli della saga), uno dei due popoli sarà sottomesso all'altro e il mondo cambierà per sempre. Inevitabilmente mi sono ritrovato a riflettere sulla nostra situazione contemporanea arrivando a pensare che, da un certo punto di vista, il film di Reeves potrebbe avere predetto il futuro: due nazioni, una ha le risorse, l'altra no; quest'ultima chiederà parte di quelle risorse con le maniere buone e, ottenendo una risposta negativa, sceglierà di prendersele con le cattive. È solo una delle possibili cause della fine del nostro mondo, e sarà comunque colpa dell'uomo.
Mi fate salire la scimmia ma devo aspettare fino a metà agosto, cattivo cinema chiuso!! >.<
RispondiEliminaahahah mi fate salire la SCIMMIA! Ahahahah
EliminaE' vero che è stato l'uomo ad aver causato tutto però prova a metterti nei panni dei superstiti. Non avresti fatto anche tu di tutto per cercare di tornare a vivere come un tempo? Le azioni degli uomini in questo film secondo me sono più giustificate rispetto invece al precedente capitolo. Qui in un certo senso sei portato a tifare per gli uomini, mentre nel primo per le scimmie.
RispondiEliminaConcordo sul fatto che la colpa dell'uomo è più marcata nel primo capitolo, qui però, essendo un sequel, non riesco a non pensarci. Per la tifoseria, invece, non concordo: Reeves secondo me ci fa tifare per i buoni che sono i padri (Cesare e Malcolm) mentre ci fa odiare i cattivi che sono i disperati (Koba e Oldman), rendendo ancora una volta scimmie e uomini uguali.
EliminaCerti spunti mi hanno ricordato "Animal farm" di Orwell, ti dirò.
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