Fare ridere è un mestiere difficile e spesso per riuscire nell'intento si cercano le strade più facili come quelle dei luoghi comuni, degli stereotipi e dei tormentoni. La comicità da cabaret, discutibile per contenuti ma comunque efficace, riesce quasi sempre nel suo intento. Ma la comicità grottesca, quella critica, quella che lascia un po' di amaro in bocca alla fine della giostra, ha bisogno di una mano esperta e di un talento innato per essere trattata e proposta nel migliore dei modi. Roman Polanski affianca la scrittrice della piéce teatrale Yasmina Reza nella sceneggiatura di questo film e ne cura la regia trasformando un'opera dal respiro adatto al palcoscenico in una geniale pellicola cinematografica, modificando e tagliando, rimescolando e rivisitando, ma mantenendo di fatto quel tocco macabro e critico che la Reza ha donato alla trama.
Quattro protagonisti, una sola stanza (se non si considerano i piccoli interludi nelle altre camere e nel corridoio della palazzina) e un unico scopo: uscire vivi da una carneficina dialettica messa in moto da una banale e alquanto sciocca diatriba tra due bambini. Filo conduttore della storia è il personaggio interpretato dal sempre meraviglioso Christoph Waltz, uno spietato e freddo avvocato (non a caso, visto che il calvario sarà tutto fatto di parole) dapprima odiato da tutti gli spettatori ma alla fin fine apprezzato per la sua coerenza di carattere dall'inizio alla fine della pellicola. Gli altri protagonisti sono portati sullo schermo da un John C. Reilly in perfetta forma, affiancato da una sgradevole Jodie Foster e da una altrettanto strepitosa Kate Winslet. Il film è comunque corale, nonostante Waltz sia l'istrione principale, e il cast porta sullo schermo una perfetta prova di recitazione sostenuta da dialoghi studiati in ogni minimo dettaglio e da situazioni talmente surreali da apparire in un primo momento ridicole fino a trasformarsi in terribili critiche ad una spietata società in cui si gioca un gioco sporco e all'interno della quale un essere umano fa di tutto per apparire migliore di quello che è, ma alla fine la verità salta comunque fuori. Perché messi alle strette, costretti in uno spazio claustrofobico ripreso da una delle migliori regie degli ultimi anni e forzati a discutere tra loro non tanto da imposizioni di trama quanto per colpa del buon gusto (il fingersi interessati alle passioni altrui, il dare consiglio per il bene degli altri e così via), i personaggi non faranno altro che esternare ogni loro emozione negativa con uno sfogo imprevedibile e inarrestabile che darà alla luce la vera essenza di ognuno di loro. Ammirevole il gioco di specchi che Polanski mette in scena, sottolineando ancora di più il dualismo dei suoi protagonisti, come anche il sapiente dosaggio di una suspense che in realtà non è altro che una crescita di violenza e di cattiveria all'interno di un quadro apparentemente sterile ma profondamente pregno di tutto ciò che è moralmente e socialmente sbagliato. Le coppie si invertono e durante questi 75 minuti di sfogo reciproco ciò che era prima una battaglia tra coniugi si trasforma presto in una lotta fra sessi per poi ripiegare in una perfetta analisi di ciò che ognuno di loro è. Ci sarebbe tanto da dire su questo Carnage, ma così facendo dovrei cominciare a fare spoiler trasformando quella che dovrebbe essere una recensione cinematografica abbastanza breve in una analisi filmica che si avvicinerebbe molto ad una critica sociale ottima e senza freni. Sconsigliato a chi si aspetta una commediola dai risvolti facili, consigliato a chi invece a fine visione vorrà alzarsi e vantarsi di avere visto un film che sprizza cinema da tutti i pori. Uno dei migliori lavori di Polanski e uno dei più bei film del 2011, ingiustamente snobbato agli Oscar (ma all'epoca il buon Roman era appena uscito da una serie di problemi con la legge, e noi sappiamo bene come ragionano quelli dell'Academy), unica pecca? La durata, per i detrattori troppa e per gli appassionati troppo poca.
Anche a me è piaciuto molto. Il personaggio di Waltz fa morire dal ridere. Molto brava la Winslet e Reilly, ma la cara Jodie nun se po' vede.
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