Se cercate un film con una
comicità diversa, con uno spiccato senso critico e autoironico e con un cast
formidabile, The Guard – Un Poliziotto da Happy Hour è quello che fa per voi.
Uscito in poche copie nei cinema italiani, la pellicola opera prima di John
Michael McDonagh racconta una trama scritta dallo stesso regista semplice ma efficace,
grazie soprattutto allo spirito umoristico e alla già citata autoironia che
impregna tutto il film. Già dai primi minuti si riesce a capire il ritmo dissacrante
che verrà portato avanti durante tutto il film. Il cast lavora molto bene, capeggiato da un
Brendan Gleeson in piena forma (i più giovani se lo ricorderanno per la
performance nella saga di Harry Potter, in cui impersonava Malocchio Moody) spalleggiato da Don Cheadle (visto nel primo Iron Man di Jon
Favreau). Insieme i due riescono a creare un originale caso di “strana coppia”
capace di guidare il film senza nessun problema. Brendan Gleeson dà vita ad un personaggio sfacciato, volgare e fastidioso ma con una sua etica e ormai forte del fatto che non ci si possa fidare di nessuno.
Nel fare ciò irrimediabilmente la memoria vaga verso il cinema e alla letteratura noir più importanti, riportandoci al detective Marlowe inventato da Raymond Chandler, anch’esso un personaggio scorretto e sicuro di sé. Il paragone è inevitabile, poiché sembra proprio che McDonagh volesse riprendere e omaggiare il genere che ha dato il via al fenomeno della detection esagerando il personaggio e nascondendo ancora di più la sua poco morale etica sotto un comportamento politicamente scorretto. Al protagonista si contrappone un villain interpretato da Mark Strong, un attore capace di riuscire a interpretare ben quattro personaggi diversi usando sempre la stessa espressione (è stato lord Blackwood in Sherlock Holmes di Guy Ritchie, Jim Prideaux in La talpa e Frank d’Amico in Kick-Ass). Qui interpreta Clive Cornell, uno dei quattro ricercati, regalandoci un personaggio sfacciato e scontroso tanto quanto il sergente Gerry Boyle, ma completamente fuori luogo, volutamente forzato e ridicolo, quasi fosse una parodia del protagonista, per sottolineare meglio che il sergente non è uno stupido, non è come Rowan Atkinston in Johnny English, ma è semmai più simile a Robert Downey Jr. in Iron Man. Ad aiutare il cast c’è una
regia accurata ricca di inquadrature studiate in ogni minimo dettaglio
(interessante la scelta registica del dialogo in auto tra Cheadle e Gleeson),
con panoramiche e tagli che inneggiano a volte al cinema western e altre a
quello noir. Ma McDonagh non dimostra solo di essere un bravo regista, perché il
punto forte del film è proprio la sceneggiatura che, sebbene poco fa è stata citata come semplice, riesce comunque ad essere perfettamente calibrata, che
regala al film un incipit dirompente e ironicamente forte e gli dona un tono
politicamente scorretto davvero piacevole. Elogio inoltre alle colonne sonore che si fanno sentire solo quando
devono e che rimandano, come i personaggi e la storia, al cinema western e al
più recente e già citato genere noir. Se vi piacciono le commedie
alternative, basate sullo humor pungente e sarcastico, sulla comicità mai banale
e piena di spunti di riflessione anche se a tratti volgare, gretta e senza peli sulla lingua, recuperate senza esitare The Guard – Un
poliziotto da Happy Hour e godetevi anche il cortometraggio da cui è nato tutto, presente nell'edizione Home Video del film.
Ciao Matt. Se tu non lo sapessi, io e Giacomo Festi ti abbiamo premiato con il Boomstick Award 2013. Puoi andare a vedere sui nostri rispettivi blog. Congratulazioni. Continua così.
RispondiEliminaCiao purtroppo ho una scarsa attività sociale su blogspot, appena ho due secondi vado a vedere anche il tuo blog. Intanto grazie ^^
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