Era il lontano 1912 quando il
Titanic si scontrò con un iceberg. Nella collisione e nel successivo
affondamento persero la vita 1523 persone, compresi gli 800 membri
dell’equipaggio. Tra documentari e film in tanti hanno tentato di rendere
omaggio o anche solo di raccontare a modo loro la tragedia di quel triste 15
aprile, ma una di queste trasposizioni è riuscita ad elevarsi al di sopra delle altre per
originalità e imponenza. Si tratta del lavoro di James Cameron che, in un modo
o nell’altro, è stato in grado di penetrare l’immaginario collettivo e di
rimanerci, sfondando le classifiche economiche e aggiudicandosi il primo posto
nella lista degli incassi più redditizi di tutta la storia del cinema (solo
qualche anno fa Cameron superò il risultato con un altro suo film, Avatar). Storia romantica e frutto della mente del regista, Titanic è
la dimostrazione di quanto una trama semplice possa essere tanto efficace da
guadagnarsi non solo l’apprezzamento del pubblico, ma anche 11 premi Oscar, incluso quello come Miglior Film e, ovviamente, Miglior Regia.
Inserendo
la storia di Jack e Rose all’interno della vicenda del transatlantico, Cameron
ha dato quel tocco personale e intimo alla vicenda, riuscendo a lavorare con una trama
non molto difficile da giostrare (ma non per questo banale) e dandosi il tempo
di curare tutti quei minuziosi dettagli che hanno reso il film l'opera che ancora oggi possiamo ammirare. Basti pensare ai piccoli momenti dedicati ai
passeggeri durante l’affondamento (i due anziani che si abbracciano, la mamma che racconta la favola ai bambini per farli addormentare), oppure alla profondità con la quale ci si
getta nei personaggi secondari dell’equipaggio, per capire quanta cura Cameron
ha prestato ad ogni piccolo attimo. Se pensate per un secondo che, nel ruolo
dei macchinisti, ha voluto solo persone basse affinché la sala macchine
sembrasse immensa e le turbine imponenti, riuscirete a comprendere la genialità
di questo film ancora meglio. Perché la storia di Jack e Rose è solo una
romantica cornice al servizio di una tragedia ben più grande, che avvolge i due
protagonisti come fa l’acqua con il transatlantico, entrando nei cuori di tutti
e stringendoli ogni volta che si pensa alle migliaia di morti a cui Cameron,
per la prima volta, ha dato volti, nomi e personalità. Per ricordare i cento anni dal disastro, poi, il regista e la
produzione hanno fatto solcare al film le acque del botteghino ancora una
volta applicando un 3D postumo che convincerà molti appassionati del film e
che farà storcere il naso a tutti i conservatori del cinema “classico” (ma il
fatto che sia stato Cameron ad inventare il nuovo concetto di stereoscopia è
già una garanzia). E, sebbene
ci siano ancora persone in grado di definire questa pellicola “una furbata”,
non si può contestare in alcun modo il talento tecnico di James Cameron,
l’unico in grado di convincere una casa di produzione a costruire un nuovo set
da zero apposta per il film e ad acquistare quasi un’intera costa per poter
girare al meglio le scene. Ed ecco che, oltre ogni aspettativa e contro ogni
imprevisto (dalle epidemie di raffreddore del cast ai tifoni), James Cameron
finisce il film, sbanca botteghino e Oscar e si piazza in vetta come uno dei
registi più redditizi di Hollywood, e lo fa per ben due volte (con il già citato Avatar che, tra l’altro, ha seguito un processo creativo molto simile, parlando di
amore proibito e facendo sì che molti catalogassero anche il suo nuovo record d'incassi “una furbata” tanto quanto l'attuale secondo classificato).
ma è tutto tranne che una recensione
RispondiEliminaPerdona il mio rigirare la frittata, ma anche il tuo è tutto tranne che un commento... Potresti spiegarti, per cortesia?
EliminaUn gran bel colossal (niente a che vedere con quella schifezza di Avatar. Regia perfetta. Ricordo la gaffe di Cameron quando ritirò l'Oscar come miglior regista che urlò "I'm the king of the world", senza dire due parole sulle vittime della tragedia, salvo poi ricordarsene quando salì sul palco a ritirare quello come miglior film.
RispondiEliminaComunque sia una capolavoro fatto con tecnica e cuore.
Non sapevo della gaffe.... Beh, già, un po' triste...
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