I due fratelli autori della filosofica trilogia di Matrix ritornano sul grande schermo per portarci una nuova pellicola piena di temi interessanti e di spunti di riflessione. Ad arricchire Cloud Atlas di tutto questo ci pensa prima di tutto la sceneggiatura che rivisita per il grande schermo il romanzo L'atlante delle nuvole di David Mitchell, riempiendolo ancora di più di temi contemporanei senza però snaturarne la storia. Gli autori di questa pellicola sono tre, oltre a Andy Wachowski e al suo immancabile parente (non saprei se definirlo fratello o sorella) Lana Wachowski, a completare il trittico c'è il nome di Tom Tykwer, che aiuta a gestire l'enormità di tutto questo materiale sia come regista che come sceneggiatore. Il film riesce ad essere un fantastico affresco di diversi mondi e periodi storici, tutti con una loro storia da raccontare, che però fanno molta fatica ad incastrarsi tra di loro a causa dell'eccessivo numero: sei racconti diversi sono davvero tanti da portare avanti, e le tre ore o poco meno di durata non facilitano la sopportazione della storia, qualche lunghismo di troppo si sarebbe potuto evitare, riducendo la pellicola almeno di una ventina di minuti.
Tutto sommato questo però è un piccolissimo sforzo da fare per potersi immergere all'interno di una pellicola che ha tanto da offrire sia a livello cinematografico che a livello filosofico. La passione per il cinema dei due fratelli li porta a narrare sei storie focalizzandosi su differenti generi, dal thriller alla commedia, dalla fantascienza all'avventura in mare, fino ad arrivare al drammatico filo-omosessuale e al genere preistorico. Con questa mossa tentano di dimostrare quanto il cinema sia fantastico e vario ma quanto, nonostante i differenti generi, l'unica cosa che possa portare avanti una storia e fare in modo che abbia una conclusione degna di nota sia l'amore. Tema, questo, reperibile anche all'interno dell'impianto filosofico-sociologico che vogliono analizzare. Il destino dell'uomo, oltre ad essere connesso indissolubilmente con il passato, è chiaramente legato alle nostre decisioni, a loro volta dettate dall'amore, tematica tipica del cinema dei Wachowski onnipresente e deus ex machina di Matrix stesso. Al di là di tutto ciò che si può reperire da questo film, l'apparato tecnico è fenomenale: la doppia troupe, una dei Wachowski e una di Tykwer, si amalgamano facendo in modo di donare allo spettatore una coerenza il più possibile lineare, lasciando alle musiche e agli effetti sonori il compito di raccordare tutte le varie storie. Se la musica, infatti, è il filo conduttore che lega i sei episodi (l'atlante delle nuvole è di fatto un aria musicale composta da uno dei protagonisti), i numerosi effetti sonori fanno da ponte durante i passaggi tra un racconto e l'altro (se squilla il telefono al Tom Hanks del futuro, sarà l'Halle Berry del presente a rispondere ad una telefonata diversa), enfatizzando un senso di cronologia e di ripetitività storica davvero niente male. Elogi a non finire per il cast, che riporta l'iconico e amato agente Hugo Weaving nelle vesti dei numerosi antagonisti, assieme a Jim Broadbent e a tutti gli altri favolosi attori che sarebbero impossibili da citare tutti. Il ritmo lento e le troppe storie da seguire sono un lato negativo che fa scendere la qualità della pellicola, ma è sicuro che Cloud Atlas merita più di una visione, magari anche spezzettata se il ritmo risulta insostenibile, giusto per cercare di analizzare il più possibile i temi portati dai Wachowski in questo film.
Ti dirò, una delle cose più noiose che io abbia mai visto. Troppe storie,spezzettate in maniera troppo casuale e per questo a lungo andare davvero pesanti. Non credo di riuscire a rivederlo, se non a distanza di qualche anno...
RispondiEliminaPotresti sempre rivedertelo a pezzi, tipo un'oretta al giorno :)
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