3 dicembre 2012

Knockout - Resa dei Conti


Regista qualitativamente in bilico tra l’artistico e il commerciale, Steven Soderbergh ha sempre fatto in modo che i suoi film si sollevassero dalla normale produzione hollywoodiana moderna, quella fatta di pellicole da consumare velocemente e da dimenticare alla svelta. Diventato famoso ai più per la saga di ladri capitanati dal Danny Ocean di George Clooney, il regista ha sempre cercato di rendere i propri lavori originali e intriganti. Qualche volta ci riesce, mentre altre un po’ meno. Ma non c’è dubbio che Soderbergh sa il fatto suo, e ogni volta tenta di dimostrarlo a chi vuole fidarsi delle sue pellicole. 
Knockout – Resa dei conti non punta molto sull’originalità della trama, anche perché di film con spie, assassini e trame simili ce ne sono a bizzeffe. La fortuna di questa sceneggiatura è nell’aver incontrato l’aspetto visivo di Steven Soderbergh, che non ci pensa due volte a mettere insieme una cast d’eccezione, per poi puntare tutto su una donna che attrice non è, ma che di kick boxe se ne intende non poco. Gina Carano è infatti una sportiva, ma Soderbergh guarda al di là della recitazione, e decide di affidare la sua pellicola ad una persona che, fino ad oggi, non si è mai affacciata al mondo dello spettacolo. Scommessa vinta, perché la Carano ci offre alcune delle più spettacolari sequenze d’azione degli ultimi anni, giocando con il suo corpo e prendendo a pugni tutto il resto del cast, da Ewan McGregor a Channing Tatum, passando per Antonio Banderas, Michael Fassbender e Michael Douglas, quest’ultimo solo a parole e non fisicamente. Puntare sull’ottima azione è ciò che conta per questo film, e poco importa se la storia ha il sapore di qualcosa di già visto o se il ritmo rallenta un po’ in alcuni momenti. L’impronta di qualità lo dà tutto il sopra citato cast di contorno, mentre la Carano ci mette la sua adrenalina e il comparto tecnico fa il resto. Non per nulla è lo stesso Soderbergh a curare sia la fotografia che il montaggio del film, inserendo ogni perfetta scena d’azione in diversi contesti. Degno di nota il momento in casa del padre di Mallory, con attori rinchiusi in una claustrofobica casa senza luci, come anche il combattimento tra la Carano e McGregor, immerso in una luce calda e forte di una spiaggia illuminata da un sole arancione e colpita dall’impressionante infrangersi delle onde dell’oceano. Anche il sonoro, infatti, gioca un ruolo fondamentale per la buona riuscita dell’opera, perfezionata sotto tutti i fronti tecnici. Il punto d’arrivo, perciò, mette in mostra una sceneggiatura potenzialmente banale rendendola il più interessante possibile. Se cercate un film d’azione che ha intenzione di rischiare e che vuole colpire lo spettatore sviluppando vecchie storie in maniera nuova e originale, questa pellicola fa proprio al caso vostro. Lasciate perdere simbolismi, metafore e cinema impegnato, fatevi avvolgere da Steven Soderbergh e da uno dei suoi film più riusciti, grazie alla sua voglia di scommettere e di rischiare, azzardo premiato dall’ottimo risultato che questa pellicola riesce a ottenere.



2 commenti:

  1. l'aspetto visivo è molto azzeccato con una regia impeccabile, ma la trama sa troppo di già visto. Non sono nemmeno riuscito a finirlo dalla noia XP

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    1. Me lo sono visto giusto giusto per la regia. Soderbergh è un OTTIMO direttore di fotografia. Pecca nelle trame, ma se vuoi qualcosa di inimitabile a livello tecnico è uno dei migliori sulla piazza americana.

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