Citando un'altra importante trilogia, quella di Matrix:
"Tutto ciò che ha un inizio, ha anche una fine"... Ed ecco qua la
conclusione del road movie più spettacolare della storia del cinema, nonché
campione indiscusso della notte degli Oscar dell'ormai lontano 2004, anno in
cui il film di Peter Jackson fece razzia di statuette di tutte le categorie
nelle quali era stato candidato. Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re è il terzo e
ultimo capitolo del trittico tratto dai
romanzi ideati dal genio creativo di J.R.R. Tolkien e trasposti in immagini dal
talento visionario di Peter Jackson. Il regista è riuscito, per la terza volta,
a lasciare tutti a bocca aperta, recuperando tutta la sua immaginazione e
travolgendo lo schermo con battaglie indimenticabili e sequenze perfette.
Il
connubio tra CGI e live action (senza scordare però le fantastiche miniature, in particolare quelle di Minas Tirith) è ancora oggi imitato, con rari casi di similarità, ma senza
nessuno che sia stato in grado di raggiungere l'epicità che questo terzo
capitolo è riuscito a regalare. Ma non sono solo gli effetti speciali a colpire (se così
fosse, il film non sarebbe indimenticabile), sono invece tutti gli incastri dei
diversi ingranaggi ad essere calcolati al millesimo. Primo tra tutti il mix tra
sequenze d'azione e scene di dialogo, ma anche il puro intrattenimento alternato
alla filosofia fantastica del mondo Tolkeniano (la sequenza di Gandalf, portato sullo schermo per la terza volta da Ian McKellen, che
parla a Pipino, impersonato da Billy Boyd, e gli racconta l'Aldilà rimarrà impressa nella memoria di tutti,
come anche il maestoso finale dopo la pace, roba che nemmeno George Lucas è
riuscito a ottenere). Se già nei primi due capitoli era inevitabile citarlo,
ancor di più è impossibile nel terzo, perché qui Howard Shore si supera
regalando ad ogni singolo personaggio e luogo (in particolare a Gandalf e a
Minas Tirith) la gloria che meritano, componendo delle musiche che definirle epiche è riduttivo. I temi trattati in questa pellicola si ricollegano
(giustamente) ai film che la precedono: l'amicizia, i legami, i tradimenti, il
bene e il male, con particolare attenzione agli addii, alle conclusioni,
all'indissolubilità di alcuni rapporti nonostante la distanza li abbia resi
così leggeri (a volte anche la morte può essere intesa come distanza). Tra
l'altro, ad ascoltare le interviste e le dichiarazioni degli attori che hanno
lavorato alla Trilogia, sembra veramente che questi legami siano passati dai
personaggi che interpretavano a loro stessi, segnando la loro vita e le loro
amicizie in maniera indissolubile. Ed è bellissimo, inoltre, vedere come Peter
Jackson abbia concluso il suo viaggio nella maniera più giusta possibile,
modificando il giusto ma senza eccedere nell'effetto "strappalacrime"
(a volte troppo caro a registi meno esperti). Insomma, un capolavoro di dimensioni maestose, il puro
cinema con la C
maiuscola, il connubio perfetto tra l'intrattenimento moderno e i primi
fantasy... si può definirlo in tanti modi, ma una delle più adatte potrebbe
essere: Il Signore degli Anelli - Il Ritorno del Re è la conclusione perfetta
per un viaggio fantastico, che cambia chi lo vive come chi lo guarda. Ognuno ha il suo film preferito della trilogia, sia esso La Compagnia
dell’Anello, Le Due Torri oppure Il Ritorno del Re. Si
possono anche amare (o odiare) allo stesso modo tutte e tre le pellicole, ma è
indiscutibile il fatto che Peter Jackson sia riuscito a costruire una saga
indimenticabile, inimitabile e intramontabile utilizzando al meglio il suo
ingegno e mettendoci tutta la passione che aveva, sia quella per i tre romanzi
di Tolkien che quella per l’arte a cui si è consacrato.
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