Iniziamo questo articolo parafrasando il titolo di un film:
Vi piace Hitchcock? Se la vostra risposta è sì, non potete assolutamente
perdervi l’omaggio che Mel Brooks, uno dei più grandi autori di parodie
viventi, ha dedicato al tanto acclamato maestro del brivido. Se doveste prendere in giro un film di Hitchcock non ci
riuscireste mai. Alta tensione ha invece la fantastica idea di cibarsi delle
scene cult presenti nella filmografia dell’autore inglese e di riproporle in
chiave ironica, sotto la guida stilistica di Mel Brooks. Ancora una volta il
regista fa un lavoro eccellente, portando sullo schermo una delle più
divertenti e ingegnose parodie mai realizzate, prendendo spunto sia dai film
più noti del maestro della suspense che da quelli meno conosciuti al grande
pubblico.
Si citano le prime pellicole mute e in bianco e nero come quelle a
colori e sonorizzate, senza però dimenticare che si sta solo strizzando
l’occhio ad un autore e che, in fondo, questo è un film completamente nuovo. Il
lato positivo delle commedie di Brooks, infatti, è quello di realizzare una
sceneggiatura originale partendo da una base già nota, ma proponendo al
pubblico qualcosa di inedito, con una storia da seguire e con un filo logico
che collega tutte le scene, dalla prima all’ultima, sotto la bandiera comune
del titolo del film. Brooks ha sempre in mente l’unico concetto
fondamentale di chi fa parodie: alcuni potrebbero non ridere, o meglio, non
tutti potrebbero cogliere le citazioni e le battute allo stesso modo. Chi
capirebbe perché un nemico come Protesi dovrebbe fare ridere se non avesse
visto 007 – La spia che mi amava? Eppure si ride lo stesso, poiché i personaggi
sono talmente originali e ben scritti che non importa chi stanno scimmiottando,
noi ridiamo per il semplice motivo che sono ridicoli ed esagerati, e ci fanno
divertire anche se non cogliamo ogni singola citazione. C’è poi da elogiare il
fantastico lavoro di John Morris alle musiche, anche lui sempre pronto a
prendere spunto dagli ormai famosi temi come quello di Psyco (non possiamo non
menzionare il simpaticissimo gioco tra musica diegetica ed extra diegetica che
l’autore fa, mettendo in mostra una vera e propria orchestra e spiazzando più
di una volta lo spettatore con lo stesso tranello). Si sprecano, inoltre, le
lodi sul cast, capitanato dallo stesso Brooks nei panni del protagonista e
affiancato, oltre che dalla già citata Cloris Leachman, dalla simpaticissima Madeline Kahn, da un sempre più bravo Harvey Korman e da Dick Van Patten, oltre a tutti i personaggi di contorno, pronti
sempre a dare il loro contributo per portare avanti la storia. Da appassionato cronico e inguaribile posso dire che Mel
Brooks non ha mai sbagliato un colpo, magari non ha fatto sempre centro
perfetto, ma in tutta la sua filmografia non c’è un film che non sia in grado
di strappare la giusta dose di risate tale da non farvi rimpiangere il tempo (e
i soldi) investiti nel lavoro dell’autore. Certo, mettete in conto che state
guardando un film volutamente esagerato e prodotto nel 1977, per cui non
aspettatevi la comicità americana moderna, che ha ancora molto da imparare da
tutte quelle indimenticabili opere che hanno riempito per un ventennio circa i
cinema e le videoteche di tutto il mondo.
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