Con Batman Begins il regista Christopher Nolan pone le basi di quello
che sarà il futuro dei cinecomic, o almeno di una parte di essi. Allontanatosi
in maniera netta dai toni fantasy dei primi film di Tim Burton e da quelli canzonatori di
Joel Schuacher, Nolan porta il suo marchio alla saga, ponendo il suo nuovo Bruce Wayne
come uno dei supereroi più realistici dell’ultimo decennio. L’autore si
concentra sul tema forte della paura, mostrando i vari lati di essa e facendo
in modo che ogni personaggio la usi come strumento, ma che ognuno lo faccia in
maniera diversa.
Batman, interpretato da Christian Bale, trasformerà i suoi
timori nella sua forza e li userà contro i suoi nemici. Il dr. Crane,
impersonato da Cillian Murphy, concentrerà la paura in una soluzione chimica
che agisce se inalata per scatenare il caos nella mente dei suoi avversari.
Ra’s al Ghul, che ha il volto di Liam Neeson, farà della paura il mezzo per
cercare di fare soccombere l’intera Gotham City, l’unico modo – secondo lui –
per salvare la città. Lo stesso Carmine Falcone, portato sullo schermo da Tom
Wilkinson, adotterà il suo carisma come mezzo per intimorire ogni cittadino
rispettabile per ottenere ciò che vuole. Ciononostante non significa che il
film sia un horror, anzi, anche questa pellicola ha i suoi momenti divertenti,
anche se in maniera più concentrata rispetto ai primi lavori. Gli aiutanti
dell’eroe, come l’Alfred di Michael Caine, il Lucius Fox di Morgan Freeman e il
Jim Gordon di Gary Oldman, hanno alcune delle più simpatiche battute di dialogo
presenti in tutta la pellicola, smorzando i toni cupi e portando un po’ di sano
umorismo tra tutte queste tematiche drammatiche e oscure. Batman gode, qui come
non mai, di una sua interessante impronta. Se nelle opere di Burton ci si
concentrava maggiormente sui freaks e sugli emarginati, con Nolan analizziamo in
maniera approfondita – per cui ci piacerebbe osare un po’ dicendo “per la prima
volta” – la psicologia che spinge un multimiliardario ad intraprendere la
doppia vita del vigilante mascherato che difende gli innocenti, vestito da
pipistrello e sempre a rischio di morte. Finalmente iniziamo a conoscere il
vero volto di Bruce Wayne e cominciamo a ricordarci anche le epiche frasi
dell’uomo pipistrello e non solo quelle scherzose e minacciose del Joker di
Nicholson o quelle perfide e malvagie del Pinguino di De Vito, ma ci cocentriamo
anche sull’eroe, enfatizzato ancora di più dalle indimenticabili musiche di
Hans Zimmer e dall’emblematica fotografia di Wally Pfister. Forse il vero lato negativo di questo film è la sua
eccessiva violenza, alla quale il pubblico non era pronto. Il problema è che
Christopher Nolan incombe con tutto il suo realismo come un fulmine a ciel
sereno, laddove prima la visionarietà di Burton e la comicità di Schumacher
rendevano tutto più scherzoso. Aggiungiamoci anche alcune sequenze d’azione non
proprio coinvolgenti come dovrebbero, poiché spesso confusionarie e descritte
in maniera non del tutto precisa. Ma la teatralità di Nolan riempie questa
lacuna action dell’autore, e fa in modo che quest’ultimo progetto diventi un
film pieno di simboli e ricco di tematiche, pronto a riscrivere il personaggio
creato da Bob Kane e di reimpostarlo in maniera nuova, penetrando l’immaginario
collettivo come se qualcuno avesse “innestato” in noi una nuova idea di Batman.
Ottima recensione, la penso quasi alla stessa maniera! Se Nolan avesse avuto un po' più d'esperienza nel settore, credo che questa sarebbe stata la parte più alta di tutta la sua trilogia. Infatti qui pecca di una messa in scena non sempre eccelsa.
RispondiEliminaA me piace molto per come racconta la nemesi e come parli del lato umano del personaggio. Ridicolo però il far tornare secondo me i ninja a far scoppiar Gotham. Ottimo film comunque anche per me.
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