Ci sono commedie che ti fanno sorridere e che rimangono
impresse nella memoria, mentre altre si concentrano anche su toni un po’ più
drammatici, in modo da farti riflettere anche alla fine del film. In ogni caso,
le commedie sono spesso incentrate sull’amore ed esagerano volutamente
situazioni e vicende in modo che lo spettatore possa ridere di esse e dei
personaggi che le animano. L’importante è che questo miscuglio di esagerazioni
non sia eccessivo, altrimenti il tutto risulterà distorto e surreale. Fortunatamente
con Una spia non basta, nonostante metta in tavola i clichè più utilizzati del
genere, questo piccolo sbafo non si trova, e il tutto risulta miscelato con
cura e con passione per il cinema.
Amici che litigano per la stessa donna, ragazze sull’orlo
del crollo fisico e psicologico, amiche sposate che non fanno che lamentarsi
del proprio marito e danno consigli su come farsi corteggiare e passati che
devono essere affrontati. I clichè del genere commedia ci sono tutti, eppure il
regista McG riesce a giostrarli in maniera interessante, lasciando che siano i
suoi personaggi a raccontare una storia nuova anche se apparentemente scontata
e già vista. Il cast principale è ottimo, a partire da Tom Hardy che si
discosta dai soliti ruoli fisici e si mostra finalmente in grado di portare
sullo schermo qualcosa di differente. Ad affiancarlo un Chris Pine comico e
autoironico, che ammicca alla telecamera quasi a sottolineare con le sue
espressioni la stupidità di alcune situazioni. A chiudere il triangolo amoroso
c’è la classica oca bionda Reese Witherspoon, una scelta perfetta, anche se a
volte il personaggio è eccessivamente sciocco (stiamo pensando alla sequenza in
cui canta a squarciagola per strada con le cuffie nelle orecchie). Ma,
nonostante alcune gag siano telefonate e ovvie, il complesso del film risulta
coinvolgente e ironico, grazie ad una interessante e cinefila regia che
l’autore ha voluto donare al film, che si nota soprattutto all’inizio
della pellicola con varie citazioni dirette e non, ma che si trasforma presto
in una bravura interessante per poi esplodere in un delizioso e spassoso piano
sequenza all’interno della casa di Lauren. Oltretutto i momenti d’azione
(stiamo parlando di spie, non dimentichiamolo) sono giostrati in maniera
precisa, senza che le inquadrature confondano lo spettatore, mostrando sempre
e dettagliatamente quello che succede. Interessante anche il modo in cui
tutti i personaggi vengono trattati, grazie ad una sceneggiatura che, se da un
lato recupera qualche battuta di dialogo scontata o qualche momento già visto,
dall’altro si dimostra anch’essa all’altezza delle aspettative e pronta, qua e
là, a stupire lo spettatore con piccoli momenti emotivi e con un ritmo
calibrato attentamente. Classicista quando serve, innovatore quando può, McG
confeziona un piccolo divertissement per tutti gli appassionati del genere, che
vi regalerà delle performance originali, dei momenti emozionanti e delle risate
intelligenti.
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