12 dicembre 2013

Dark Skies - Oscure Presenze

Gli alieni sono tra noi da ormai moltissimo tempo e il nostro mondo ha subito una invasione senza che noi ce ne accorgessimo. Così loro ci inseguono, ci torturano per giorni e poi ci rapiscono, per fare qualcosa che non scopriremo mai, come non scopriremo mai il perché debbano rapirci. Che cosa si nasconde dietro ai macchinosi rapimenti di questi Grigi? Una domanda a cui Dark Skies - Oscure presenze preferisce non dare risposta, forse per rendere meglio il senso di confusione che provano i protagonisti, due genitori che si vedono portare via il loro figlio senza nessun motivo preciso. Scott Stewart dirige questa pellicola in maniera del tutto canonica, senza particolari guizzi di stile e utilizzando i classici cliché dell'horror dallo spavento facile: musica alta al momento del salto dalla poltrona, montaggio serrato nei momenti di confusione, bambini che urlano guardando nel vuoto, possessioni che sembrano crisi epilettiche agli occhi dei medici e chi più ne ha più ne metta.
Il problema è che, oltre a firmarne la regia, Stewart si accolla anche l'onere della sceneggiatura, stendendo uno script pasticciato, confusionario e soprattutto incoerente, dove i dialoghi degli attori sono buttati a caso, dove bambini pronunciano frasi che nella realtà non direbbero mai, dove i due protagonisti principali dichiarano una cosa in una scena per poi contraddirsi nella scena successiva e così via, senza vergognarsi di impedire allo spettatore di capire che cosa pensino o provino veramente i personaggi dei quali sta ascoltando le parole. Un paio di momenti funzionano piuttosto bene, questo non lo si può negare, uttavia le cose che si possono salvare sono ben poche rispetto a tutto ciò che invece risulta ridicolo e raffazzonato, come il terribile finale a sorpresa che è dietro l'angolo ad attenderci già da un bel pezzo. Prima di fare il regista il buon Stewart saltava da un reparto degli effetti speciali ad un altro, spesso in film a grosso budget; è strano, dunque, trovare degli effetti visivi macchinosi, finti, poco credibili, i quali non spaventano, non incutono timore né un senso di vaga inquietudine, ma semplicemente fanno sorridere a causa della superficialità con cui sono stati curati, almeno tanta quanta quella usata per stendere lo script da Stewart. Sarebbe poi superfluo sottolineare la linearità delle doti recitative del cast, la poca originalità delle musiche di Joseph Bishara, il canonico (e già citato) montaggio di Peter Gvozdas e tutti gli altri comparti tecnici che si impegnano (troppo poco) per realizzare questo film, tirando fuori il classico progetto che cerca di riportare in auge il genere extraterrestre ma che non si rende conto che fallisce nel momento esatto in cui decide di prendere scelte non audaci, facendo attaccare gli alieni solo ed esclusivamente di notte (e senza spiegarcelo), facendo muovere i personaggi quasi come non avessero un cervello, scegliendo quindi di non seguire le idee forti e importanti di film come Signs ma prendendone le debite distanze pur di realizzare uno dei prodotti più banali e scontati dell'anno. Se siete alle vostre prime armi con il genere horror potreste anche spaventarvi qui e là, altrimenti lasciate perdere. Da non recuperare nemmeno ad Halloween.


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