Dopo l'inaspettato e prevedibile successo dell'ormai iconica saga dedicata ai Pirati dei Caraibi del parco giochi Disneyworld, la casa di produzione Disney assieme al produttore esecutivo Jerry Bruckheimer hanno deciso di provarci ancora una volta insieme, portando sul grande schermo quella che è una delle più famose serie videoludiche degli ultimi anni, sperando di riuscire a tirarne fuori una nuova trilogia e di trasformarla ben presto in un redditizio franchise. Prince of Persia - Le sabbie del tempo ha tutte le carte in regola per diventare questo, almeno a livello di idea, perché il risultato finale del prodotto lascia piuttosto a desiderare. Diretto da Mike Newell questo film scivola nel commerciale già dall'inizio, con ridondanti dialoghi fuoricampo, didascalie inutili di fronte alle città e continui momenti in cui lo spettatore resta più che perplesso nel vedere come vengono risolte alcune situazioni.
Tutta colpa dei tre sceneggiatori (una stesura realizzata a sei mani non può permettersi di essere così superficiale) Boaz Yakin, Doug Miro e Carlo Bernard che, basandosi su uno script ad opera di Jordan Mechner, stendono una trama che risulta efficace solo nei troppo brevi momenti in cui la sabbia magica complica la narrazione temporale e riporta il pubblico indietro nel tempo assieme al protagonista Jake Gyllenhaal, tutto il resto è un insieme di battute comiche, equivoci romantici e frecciatine reciproche tra il principe di Persia e la principessa Gemma Aterton, molto femme e poco fatale nonostante la grinta che l'attrice cerca di infondere al suo personaggio. A chiudere il trittico di principali protagonisti c'è uno sprecatissimo Ben Kingsley nei panni del cattivo di turno, che lascia subito intendere la sua vera natura (anche a causa del casting) senza che un briciolo di suspense trattenga l'effetto sorpresa. Ciò che funziona bene sono i momenti di inseguimento, utili per valorizzare quel po' di parkour che è messo in risalto grazie ad un montaggio serrato ad opera di Mick Audsley, Michael Kahn e Martin Walsh. Se però l'editing di questi tre montatori riesce a dare più spessore adrenalinico alle sequenze in fuga, esso è anche il punto debole dei combattimenti corpo a corpo, dove le stesse scelte di montaggio e di regia offrono momenti d'azione confusionari ed eccessivamente rocamboleschi, alcuni dei quali addirittura incomprensibili ad una prima e distratta visione (distratta a causa dell'altalenante ritmo della sceneggiatura, tanto per precisare). Per fortuna ci sono le musiche di Harry Gregson-Williams a rendere il tutto molto più godibile, anche se un'ottima colonna sonora da sola può fare ben poco. Ad essa si affianca però una molto valida fotografia realizzata da John Seale che racconta i momenti più intimi e semplici in maniera interessante grazie appunto ad un atmosfera tenue e orientale che viene creata grazie al connubio musica-luce. Alla fine della giostra Prince of Persia - Le sabbie del tempo non è che un film come tanti altri, incapace di offrire qualcosa di nuovo al genere a causa di una regia canonica e mai innovativa, decisamente non il degno erede di una saga piratesca che vive proprio dello stile energico e variopinto che Gore Verbinski era riuscito a offrire, nonostante i tanti semplicismi di sceneggiatura. Non basta una produzione spendacciona come quella Disney/Bruckheimer, ci vuole anche la visione giusta affinché queste pellicole possano essere più di un'oretta e mezza passata in simpatia.
A tratti mi ha anche annhoiato. Mi aspettavo dell'esagerazione esagerata, ma manco quella. Che spreco...
RispondiEliminada un film tratto da un videogioco cosa pretendevi? a parte che non sono riusciti a fare nemmeno un film gradevole per chi amava il videogioco...la recensione più precisa, puntuale e chiara mi sembra questa http://www.youtube.com/watch?v=Csi4BT3CCK8
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