Meravigliosa rivisitazione dei morti viventi di George A. Romero diretta dall'inglese Danny Boyle, questa pellicola è interamente ambientata nell'isola britannica, dove una spietata epidemia ha contagiato l'intera popolazione anglosassone trasformando i cittadini in infetti affamati di carne umana. Jim, il personaggio interpretato da Cillian Murphy, si risveglia da un coma e si ritrova in un mondo popolato da questi esseri che, nell'arco di tempo indicato dal titolo del film, hanno distrutto ogni appiglio di civiltà presente nella nostra società contemporanea. 28 Giorni Dopo si racconta senza troppe pretese, riuscendo quindi a diventare migliore di quello che ci si poteva aspettare. Danny Boyle, o meglio la sceneggiatura di Alex Garland rivoluziona il concetto di zombi e ne dà anche un nome diverso (evitando l'enorme gaffe fatta da Stephenie Meyer conferendo ai vampiri delle proprietà che non hanno mai posseduto) e i non-morti diventano così degli Infetti.
Veloci e rapidi nel cacciare gli esseri umani, gli Infetti sono portatori di un virus che si trasmette tramite la saliva e il sangue, dando vita ad alcune sequenze raccapriccianti e orride impossibili da creare con degli zombi comuni. Il ritmo e l'atmosfera post-apocalittica sono sostenuti da una constante tensione che mantiene l'attenzione dello spettatore sempre alta, grazie non solo alla sapiente scrittura di Garland, ma alla magistrale regia di un Danny Boyle più che ispirato, sempre pronto a regalarci delle scene d'azione al cardiopalma, girate con macchine a mano caotiche e realistiche, ma anche dei momenti intimi veramente intensi e delle panoramiche sensazionali che ci regalano una Londra completamente priva di ogni forma di vita, deserta, abbandonata al caos silenzioso più totale. A dare man forte all'autore ci pensa il direttore di fotografia Anthony Don Mantle che con la sua tecnica fredda e nuda offre al pubblico tagli di luce sterili e angoscianti durante il giorno e allo stesso tempo degli strabilianti e grotteschi giochi di luci e ombre durante la notte (o durante lo sconvolgente temporale che infuria nella scena finale). Il montatore Chris Gill utilizza le inquadrature più belle di Boyle per fare in modo che niente venga perso e quel senso di fine del mondo ancora in atto possa essere percepito dal primo all'ultimo frame. Il condimento più efficace, però, è senza dubbio fatto dalle musiche di John Murphy, molto rock e sempre movimentate tanto quanto l'azione e il ritmo della pellicola, affinché tutte le atmosfere del film vengano percepite al meglio anche da parte del pubblico più distratto. Fin dal primo istante questo 28 giorni dopo fa riflettere su tematiche moderne e delicate (il pericolo batteriologico, gli animalisti che scatenano involontariamente l'epidemia, il governo che lascia l'isola in quarantena, la sopravvivenza a discapito dei sentimenti, la riproduzione come sfogo e strumento per ripopolare il pianeta e via dicendo), lasciando lo spettatore sempre con qualcosa di cui discutere senza mai fargli trovare cliché sfruttati già troppo dalle produzioni post-apocalittiche contemporanee e non. Con un finale che è uno dei migliori che si possano pensare per una pellicola del genere, Danny Boyle regala agli spettatori non uno, ma ben due film: il primo un intrattenimento horror da lasciare senza fiato, il secondo un lavoro critico verso temi moderni ancora aperti, sempre pronto a puntare un occhio sul mondo dell'entertainment e un altro su quello dell'horror vecchia scuola, quando ancora il genere era utilizzato più per fare critica che non per fare paura.
Ricordo che saltai più volte dal divano in preda al terrore. Fortuna che c'era Cillian a confortarmi!
RispondiEliminaEh, il buon Cillian, tra l'altro in questo film l'hanno reso piuttosto attraente rispetto ad altre pellicole, per cui ti posso capire. :P
EliminaMi hai fatto venir voglia di rivederlo
RispondiEliminaNe sono proprio felice! Merita tanto, questo film. ^^
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