3 gennaio 2013

The Double


Perdonate la brevità di questo articolo, ma c'è ben poco da dire su questo film, soprattutto per il fatto che la sceneggiatura risulta essere eccessivamente piatta. Diretto da Michael Brandt, sceneggiatore di alcune pellicole di successo e qui al suo esordio come regista, The Double parte con una carica forse eccessiva, ed è questo il suo più grande punto debole. Sceneggiata dallo stesso Brandt aiutato anche da Derek Haas, la storia scopre quasi subito le sue carte segrete, svelando fin troppo presto il mistero che si cela dietro ai due ottimi protagonisti, mistero che non approfondirò per non rovinare la visione a chi ancora non ha potuto approfittare di questo film, soprattutto perché è l'unico colpo di scena presente all'interno della pellicola. Tuttavia le scene d’azione sono girate in maniera interessante, anche se piuttosto classica.
Giustamente Brandt non ha voluto rischiare troppo con virtuosismi e sequenze strampalate, basando la regia su qualcosa che comunque rende bene ma che non risulta particolarmente innovativo. Interessante il doppio gioco di Richard Gere, portato sullo schermo in maniera quasi perfetta, forse troppo superficiale il mistero che si nasconde nel passato del personaggio di Topher Grace, che risulta un bravo attore ma che risolve i suoi temi in maniera assolutamente semplice e, forse, anche un po’ banale. La musica epica di John Debney è godibile, ma rischia spesso di trasformare i toni thriller e mistery in qualcosa di supereroistico, così come le movenze e il modus operandi di Cassio, che non solo lasciano molto a desiderare ma, sullo schermo, ricordando fin troppo l’agilità e la superiorità dei classici eroi (o villain) in costume a cui ormai siamo eccessivamente abituati. La fotografia di Jeffrey L. Kimball e il montaggio di Steve Mirkovich, però, sono ottimi e fanno in modo che l’estetica della pellicola risollevi tutto quanto. Peccato, lo ripeto, per uno script troppo sbrigativo e troppo poco misterioso, il che dovrebbe essere la punta di diamante in un thriller di spionaggio e con addirittura due personaggi protagonisti con numerosi scheletri nell’armadio. Gli ottimi attori, tra i quali citiamo anche il geniale Martin Sheen, le intriganti sequenze d’azione e i già citati pregi fanno però in modo che The Double sia un curioso divertimento evasivo per gli appassionati del genere poliziesco. Niente di memorabile e molto lontano dal capolavoro, ma pur sempre qualcosa che, alla fine, si lascia guardare da un pubblico che non ha voglia di farsi trascinare dagli strampalati e appassionanti ragionamenti visivi e di script alla David Fincher e che cerca invece qualcosa per svagarsi liberamente senza il senso che, a visione finita, venga colto da un senso di confusione e di incomprensione. Insomma, l’intrattenimento più classico per la classica serata tra amici, niente di più e niente di meno.


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