26 gennaio 2013

Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1

Eccoci finalmente arrivati alla conclusione della saga fantasy più lunga della storia del cinema, addirittura più lunga de La Storia Infinita, conclusasi (un po' ironico per una storia infinita) con il terzo capitolo e de Il Signore degli Anelli che, contando anche i prossimi sequel de Lo Hobbit, conterà una collezione di sei film. Arrivati al settimo episodio, prima parte della criticata conclusione suddivisa in due parti dai produttori, la storia sembra proprio concentrarsi sui toni dark e malinconici causati dal ritorno del Lord Voldemort di Ralph Fiennes. La prima parte, infatti, presenta tutte queste tematiche grazie alle sequenze dedicate agli addii forzati da parte di Hermione Granger (una sempre più convincente Emma Watson) ai suoi genitori e di Harry Potter (un Daniel Radcliffe mai così inespressivo, chiaramente stanco del fardello del protagonista) ai suoi zii Petunia e Vernon (ancora una volta portati sullo schermo da Richard Griffiths e Fiona Shaw, nel loro ultimo cammeo della saga). Però poi, dopo la festa e l'ovvio "blitz" dei Mangia Morte, tutto si trasforma in una melensa ed edulcorata storia d'amore e d'amicizia, farcita con dialoghi molto spesso ridicoli e con scelte di regia piuttosto discutibili.
Si sa che David Yates non è un maestro nel fare roteare la macchina da presa, ma non si lascia spazio a nessun tipo di emozione a causa del continuo concentrarsi sul triangolo amoroso (fittizio, per altro) Harry-Hermione-Ron. Poi riusciamo ad avere una svolta attiva nel film con l'entrata in scena della famiglia Malfoy, capitanata a livello recitativo dalla sempre affascinante Helena Bonham Carter che con la sua interpretazione seppur inferiore ad altre sue performance riesce a portare a casa il risultato, nonostante i ralenti inutili che Yates e il montatore Mark Day decidono di infilarci. Ottima la sequenza d'animazione in cui si racconta la favola dei doni della morte, guarda caso diretta da un diverso autore, ovvero Ben Hibon, che si dimostra molto più interessante dello Yates che abbiamo imparato a conoscere nei due capitoli antecedenti a questo. I veri bassi del film stanno tutti nella sceneggiatura di Steve Kloves: cosa gli sarà passato per la testa quando ha deciso di dividere il libro in questo modo? Perché, se ci sono cinque horcrux da trovare (quattro dei quali non si sa nemmeno dove siano), ci si concentra solo su uno di essi, mentre tutto il resto del film è incentrato su una patetica storiella d'amore adolescenziale che non ha nulla da raccontare? Ma, soprattutto, perché se questi tempi oscuri sono così pericolosi i cattivi vengono relegati a piccole comparse all'inizio e alla fine del film? Si capisce la manovra commerciale nell'incassare il doppio spendendo la metà, però si sarebbe potuta mascherare un po' meglio con una sceneggiatura calibrata in maniera più fine e con un ritmo molto più serrato, magari inventando, rivisitando, creando, realizzando appositamente per lo schermo (in Breaking Dawn: Parte 2 è stato fatto, possibile che agli autori di Harry Potter non sia venuto in mente?). Eduardo Serra fa un ottimo lavoro con la sua fotografia, come al solito, ma non basta una buona illuminazione per fare di un film un buon prodotto. Un valido esercizio di stile lo fa anche Alexandre Desplat, eliminando definitivamente i temi fantasy di John Williams e revisionando lo stile in qualcosa di più dark e tenebroso. Ma il film resta comunque un'occasione sprecata, perché si spreca tanto tempo a parlare di cose futili, si spreca un cast di attori inglesi (come Brendan Gleeson, l'ottimo Alan Rickman e il fantastico Bill Nighy ridotti a piccole macchiette iniziali) e, soprattutto, si spreca la possibilità di tirare fuori dal cilindro non tanto Voldemort quanto i suoi malefici e sanguinari seguaci. Da recuperare giusto per dire "l'ho visto tutto", in attesa dell'ultima parte che sancirà il definitivo addio cinematografico di questa saga.


4 commenti:

  1. concordo in tutto ma... 2 stelle a questo e 3 a "Il principe mezzosangue"?

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    1. Sapevo che mi avresti lasciato questo commento. Non so, ad una revisione "Il Principe Mezzosangue" mi è sembrato più coinvolgente. Certo, per noi lettori del libro è stata una sconvolgente sorpresa vedere una trama travolta in quel modo, però il ritmo e le scene sono "appiccicate" con meno sputo.

      Poi c'è da dire che al sesto gli ho regalato mezza stella, e a questo gliel'ho tolta, mezza stella. Così abbiamo fatto pari.

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    2. sei una persona malvagia <_< Voldemortacci tuoi!

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    3. Yates è una persona malvagia, io mi limito solo a opinare quello che fa.

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