Molti definiscono Il Signore degli Anelli: Le Due Torri il
minore della trilogia, sottovalutando il potenziale racchiuso nel film che lo
fa invece risaltare rispetto agli altri due. Con La
Compagnia
dell’Anello Peter Jackson, assieme agli altri sceneggiatori Fran Walsh, Philippa Boyens e Stephen Sinclair introduce
la storia e i personaggi fantastici che abitano la Terra di Mezzo, evidenziando
i pericoli del luogo, descrivendo in maniera precisa chi sono i buoni e chi i
cattivi, parlando di fazioni e di tradimenti, di fiducia mal riposta e di
corruzione.
Ne Il Ritorno del Re il
regista descrive (a parte le numerose e indimenticabili sequenze d’azione
ricche di un meraviglioso impatto visivo che ha ormai fatto scuola) la
conclusione di un viaggio, la volontà di seguire il proprio destino, la
necessità di fare ciò a cui si è chiamati, la facilità nello scegliere falsi
amici e l’indissolubilità dei legami più forti come la vera amicizia e il vero
amore. Ma è con Le Due Torri che Peter Jackson dà il meglio di sé, regalandoci un
film veramente emozionante. Certo, il suo impatto
visivo è fenomenale e la travolgente battaglia finale al fosso di Helm è tra le migliori.
Inoltre può contare su una fotografia studiata a puntino e firmata da Andrew Lesnie e su scenografie ad opera di Grant Major talmente realistiche da non sembrare miniature nemmeno nei numerosi making of
del film. E’ d’obbligo, inoltre, citare le fantastiche canzoni di Howard Shore
(The Riders of Rohan tra tutte). Ma
la cosa più coinvolgente sono i temi che vengono affrontati in questo film. Come in tutta la trilogia la
corruzione pervade ogni cosa (qui abbiamo Grima Vermilinguo come rappresentante
dei personaggi corrotti interpretato da Brad Dourif, ma anche Andy Serkis e il suo Gollum e il Frodo di Elijah Wood fanno la loro parte), e questo
è uno dei temi centrali su cui Peter Jackson ha voluto focalizzare tutti e tre
i suoi riadattamenti, assieme a quello del tradimento (Saruman impersonato da Christopher Lee e il già citato
Grima) e ad altri come i legami forti tra le persone (l’amicizia tra Frodo e il Sam di Sean Astin, l’amore tra Aragorn interpretato da Viggo Mortensen e Arwen che ha le sembianze di Liv Tyler). Ma ciò che ha reso questo film il più
originale della saga è la forte critica all’industrializzazione e agli abusi
che l’uomo, accecato dall’avidità, commette sulla natura (nemmeno Avatar riesce a reggere il confronto) ed
è fantastico come essa, impersonata qui dagli Ent, si vendichi sull’uomo. A livello di messa in scena Jackson
è un genio, perché ha lavorato duramente sulla trilogia letteraria, eliminando tutte
le parti inutili (a volte anche a malincuore) e modificando ciò che non avrebbe
funzionato. Un esempio tra tutti lo si ha ne Le Due Torri e, precisamente, nella sequenza in cui Gandalf il Bianco, che ha il volto e le movenze di Ian McKellen, esorcizza il re Theoden di Bernard Hill: una scena totalmente creata dal regista che è riuscito a trasformare
uno dei momenti più piatti del libro in una delle parti più significative del
film. I film “di mezzo” (citando la
terra ideata da J.R.R. Tolkien) sono sempre i più complessi perché, oltre ad essere
una sorta di spartiacque tra l’inizio e la fine, devono avere un proprio
significato senza però perdere di vista l’integrità fondamentale della storia.
E, se non volete concedere a Jackson il merito di essere un genio, dovete
almeno definirlo uno sceneggiatore coi fiocchi, perché ha saputo costruire un
secondo capitolo degno di una storia propria e comunque capace di ricordare,
ogni 5 minuti, una delle tante sottotrame dalle quali è composta l’intera saga
de Il Signore degli Anelli.
Non condivido il tuo entusiasmo, e sono uno di quelli che lo ritiene uno dei più lenti della saga. Comunque, un ottimo lavoro, senza dubbio.
RispondiEliminaMi è stata particolarmente lì la sequenza della finta morte di Aragorn, decisamente inutile e messa proprio per allungare il brodo.
A me non sembra per nulla campata per aria, anzi. Magari con una sensazione più aleggiante di morte sarebbe stata migliore, ma non mi sembra affatto male. Del resto qualcuno doveva vederla, quell'orda di uruk in avvicinamento, altrimenti come l'avrebbero giustificata la preparazione alla battaglia?
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