Italoamericano ormai votato al grande cinema di genere, Martin Scorsese è sempre stato uno dei portavoce del noir, quello della storia ambientata per le strade, quello dove il marcio è sia fuori che dentro l'essere umano, quel tipo di cinema sporco e fastidioso tanto affascinante quanto introspettivo. Eppure, come tutti i grandi autori, anche a lui piace esplorare nuovi orizzonti e tentare strade diverse, cercando di dare una propria personalissima visione della settima arte seguendo anche altri percorsi. Per la prima volta si tuffa nel genere fantastico e si affaccia ad un pubblico di più piccoli ai quali generalmente le storie di Scorsese non sono consigliate, e lo fa portando all'interno del genere tutto il suo grande stile e omaggiando uno dei primissimi artigiani della macchina da presa nella maniera più elegante e raffinata, dandogli innanzitutto la fisionomia di Ben Kingsley (di ritorno da Shutter Island) e rendendolo protagonista tanto quanto il piccolo Asa Butterfield.
Assieme a loro l'ormai onnipresente Chloe Moretz, sempre più brava e sempre più convincente, che affianca il giovane Hugo in un'avventura all'interno di una stazione dove convivono Sacha Baron Cohen, il compianto Richard Griffiths e il poco presente ma sensazionale Christopher Lee. Tratto dal romanzo di Brian Selznick e scritto da John Logan, Hugo Cabret è una pellicola che avvicina il pubblico dei più piccoli al mondo del cinema, guidandoli attraverso un pezzo di storia della cinematografia che va dai fratelli Lumiére fino a Georges Méliès, raccontandogliela in modo che possano appassionarsi ad essa grazie alla sfarzosa messa in scena sì digitale, ma comunque realistica e naturale, ripresa con una capacità e uno stile ormai consolidati. Un plauso va anche all'ottima fotografia di Robert Richardson, capace di stupire e di dare una marcata enfasi sia alle scene di spettacolo che a quelle più introspettive. Scorsese prende inoltre la forte e saggia decisione di non abbandonare mai i suoi personaggi per favorire la tecnica, ma racconta entrambe le cose insieme, mettendo in mostra le frustrazioni di un orfano costretto a vivere all'interno di una stazione fatta di persone che non sanno della sua esistenza e di un ex-autore di film costretto ad abbandonare e vendere tutti i suoi sogni pur di sopravvivere in un mondo disastrato dalla guerra. Ci si affeziona ai due protagonisti e si lascia carta bianca al regista, che si sente in dovere di fare breccia nel cuore del pubblico sia col mezzo cinematografico che con quello emotivo-narrativo. Certamente ad un occhio più adulto il risultato finale della pellicola potrebbe sembrare un po' ammiccante e facilone, ma se si analizza bene questo film si noterà che è tutto tranne questo. Se riflettete attentamente, scoprirete che non c'è un cattivo da odiare e che ogni personaggio si comporta semplicemente in base al suo passato e a ciò che ha vissuto precedentemente, creando così un coro di voci ognuna con la propria visione della vita, tutte giuste poiché tutte basate su background differenti. Premiato a livello tecnico su tutti i fronti, questo è un vero e proprio omaggio al Cinema di un tempo, ma anche una grande pellicola che si discosta molto dalle classiche avventure fantastiche che vorrebbero propinare ai bambini di oggi e, nonostante i leggeri punti deboli alla sceneggiatura, il risultato è più che convincente. Ce ne fossero di più, nelle sale, di Hugo Cabret.
Mi ha sempre convinto poco. Parla della magia del cinema senza però avere una piccola scintilla che mi abbia saputo impressionare...
RispondiEliminaIn compenso è la prima pellicola in 3D che ho visto al cinema nella quale il 3D dava un tocco in più!
Già solo per quello, allora, si merita quattro stelle. Però io l'ho visto in 2D e all'uscita ho pensato "mh, l'avrei dovuto vedere in 3D".
EliminaPur adorando Scorsese e pur apprezzando moltissimo l'omaggio al Cinema, mi è sembrato un po' freddo e scioccherello, più o meno la penso come Giacomo.
RispondiEliminaBeh, ha diviso molto il pubblico, questo film.
Eliminaa me è piaciuto molto invece,l'ho trovato abbastanza particolare, o almeno così mi è parso,non so voi, fin'ora noon avevo ai visto nessun omaggio al cinema
RispondiEliminaa tratti poetico(tutti noi siamo ingranaggi,questa cosa per me è uno spunto di riflessione) le scene iniziali hano un che di suggestivo, sul piano registico e anche come fotografia è perfetto
Esattamente.
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