22 marzo 2013

I Croods

Dopo numerose ere glaciali, vari orchi verdi, illimitati animali da zoo esportati nei continenti più lontani, le due cose di produzione più grosse per quanto riguarda la concorrenza alla Pixar uniscono le loro forze per ritornare verso la narrazione di personaggi umani, più o meno. Prodotto da DreamWorks Animation e distribuito da 20th Century Fox, il primo lungometraggio non a marchio Disney del 2013 è un simpatico ritorno all'era preistorica, che ammicca ai Flintstones ma riporta alla più interessante direzione contemporanea che sembra aver preso il reparto cartoon della casa co-fondata da Steven Spielberg. I Croods diverte con i suoi personaggi strambi e particolari nonostante seguano dei canoni piuttosto classici del genere animato e gioca con animali preistorici mai visti e ultracolorati, strizzando l'occhio ad Avatar e alla saga L'era glaciale allo stesso tempo.
Ma Chris Sanders, che viene da un passato disneyano e dal successo di Dragon Trainer e che firma la sceneggiatura e la regia di questo film assieme a Kirk De Micco, non è uno stupido e ha imparato nel suo passato che i personaggi sono ciò che mandano avanti la storia e sono coloro che rimarranno impressi nella memoria dei più piccoli ma, soprattutto, in quella degli adulti che hanno accompagnato i loro figli a vedere il film. Così decide di abbozzare vagamente i sopracitati canoni classici dei personaggi e di approfondire in maniera crescente durante lo svolgersi degli eventi i rapporti tra essi e, in maniera piuttosto simbolica, l'evoluzione che li porterà a cambiare alla fine di questo road movie animato. Le piccole chicche come i rimandi alla moderna tecnologia (dalla fotografia istantanea alle scarpe) sono davvero divertenti, ma ciò che alla fine colpisce veramente è la curiosità con cui la macchina da presa guarda il nuovo mondo che si apre violentemente davanti a questa famiglia di cavernicoli brutali e spaventati e il rapporto di amore/odio che si crea tra loro e il nuovo arrivato Guy, che affascina la nuova generazione (principalmente Yip) ma che viene respinto dallo spirito conservatore e protettore dei più vecchi (in primo luogo Grug), i quali però dovranno rassegnarsi e convincersi che il nuovo è non solo necessario ma anche bello e interessante. Accompagnati dalle meravigliose e perfette note di Alan Silvestri, i Croods si avventurano all'interno di questa foresta multicolore e sconosciuta con la stessa curiosità voluta dagli autori per la loro cinepresa, con lo stesso stupore dei bambini che sono seduti in poltrona e con lo stesso divertimento degli adulti in grado di cogliere anche le battute meno immediate che i piccoli potranno capire quando rivedranno il film tra una decina d'anni. La cosa più bella, però, è vedere che dopo Megamind e Le 5 Leggende, la DreamWorks non abbia voluto abbandonare la strada emotiva e, abbandonati i più ironici e kolossali (leggi "film kolossal") Madagascar e Kung Fu Panda si sia decisa ad intraprendere la strada giusta e, almeno per ora, a mantenerla. Vedere cartoni animati in CGI (e anche in 3D) che si muovono sulla falsa riga di quelli del rinascimento Disney è sempre un piacere, come lo è trovare sullo schermo personaggi nuovi ed appassionanti che, pur rimandando a vecchi protagonisti in maniera indiretta, riescono allo stesso modo a farsi vedere originali. Un divertimento per famiglie decisamente da non perdere.


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